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Fedele alla razza: parola al più Cattivo del cattiverio, Franco Freda

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Giorni fa, su un recente e bellissimo sito (www.estremeconseguenze.it) abbiamo trovato questa bellissima intervista di Raffaella Fanelli a Franco Freda. Ve la proponiamo nella sua interezza.

 

Non sono un neonazista né sono un fascista, non sono neanche un uomo di destra. Ho libertà di pensiero. Un pensiero che osa uscire da gabbie e da prestabilite coordinate. E che per questo dà fastidio”. Franco Freda è ancora un uomo affascinante, dalla voce intonata, da vero artista. “Non recito – precisa – non mi offenda”. Artista, non attore. Attento e inflessibile, Freda è cambiato poco nell’aspetto e per niente nei modi provocatori e sprezzanti. Non si presta ai media: “I giornalisti sono entità nemiche… vorrebbero costringermi allo spoglio dell’anima”.

Consapevole di avere di fronte un’entità nemica, Franco Freda, l’uomo accusato, processato e poi assolto dall’accusa di aver organizzato la strage di Piazza Fontana a Milano, mi apre la porta dei suoi ricordi e dei suoi pensieri, quelli liberi, che danno fastidio. “Fanelli? All’isola del Giglio mi ospitò un avvocato Fanelli originario della Puglia settentrionale”. Nessuna parentela con l’avvocato pugliese che, evidentemente, sfidò una comunità intera quando il 7 settembre Freda e Ventura arrivarono sull’isola in soggiorno obbligato. “Gli isolani avevano sbarrato l’imbocco del porto con una trincea di piccole imbarcazioni, noi sbarcammo da un elicottero”. Protestavano contro la decisione presa dalla Corte d’Appello di Catanzaro. Non volevano i fascisti. “Dopo quarant’anni le proteste sono per altri arrivi… è il momento delle destre, è chiaro. Gli italioti, per automatismo, hanno dato il loro consenso a Matteo Salvini: è diventato una specie di vaso non di elezione ma di speranze. Il suo stesso nome è una profezia, Salvini”.

Un “Salvini” pronunciato con tono divinatorio, con quell’enfasi che solo un attore sa mettere nelle parole. “È un uomo che non si rende conto, secondo me, del significato che potrebbe assumere, sul piano nazionale e internazionale… Salvini è il salvatore della razza bianca in Europa”. Una sorta di oracolo della Sibilla che quasi compara l’attuale ministro dell’interno al nuovo messia: “Sul piano nazionale ha capito l’importanza del Sud, ha chiesto scusa ai meridionali e, astuto, si è guadagnato i loro voti. Il Sud è sempre stato tradito e occupato. Lo hanno fatto i piemontesi con il francese Cavour… non si doveva fare un’unificazione ma una federazione di popoli italici, è bene che le libertà particolari siano rispettate”.

Franco Freda parla del Regno delle due Sicilie, del Regno di Napoli, di Camillo Benso conte di Cavour, fino a chiudere la sua cavalcata storica con una risata e una frase: “I francesi, tanto con la puzza sotto al naso e con l’invidia e il disprezzo, in parte giustificato, nei nostri confronti, sono già diventati magrebini. Non esiste più una popolazione omogenea e presto assisteremo a scontri da guerra civile tra nativi e immigrati”.

Lei è stato condannato per istigazione all’odio razziale… non crede che con queste dichiarazioni la accuseranno ancora di razzismo?

“Sono stato condannato per la vicenda del Fronte Nazionale che è poi stato sciolto dal Consiglio dei ministri, oggi sono solo un uomo che parla liberamente… che esprime il suo pensiero. Se non vuole ascoltare possiamo salutarci…”.

La sentenza del 2005 della Cassazione sulla strage di Piazza Fontana ha confermato l’assoluzione per Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni ma ha anche indicato lei e Ventura come i responsabili…

“Sono stato condannato in primo grado ma anche prosciolto in appello, a Catanzaro. Quando la Cassazione ha annullato la sentenza sono stato riprocessato a Bari. E ancora assolto. In Veneto e in Lombardia mi avrebbero impiccato prima della sentenza… (ride). Due corti di Assise hanno sentenziato la mia innocenza per  la strage di Piazza Fontana. È assurdo che dopo cinque o sei processi uno scrivano venga surrettiziamente ad indicarmi come colpevole…”.

Nella sentenza del 2005 si legge che l’attentato fu compiuto da “un gruppo eversivo costituito a Padova nell’alveo di Ordine Nuovo” e “capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura”. E lei non è più processabile… 

“Le vere stragi sono quelle che hanno cominciato a fare gli islamici, quelle che faranno, fra qualche anno, i nigeriani. Sono quelle di chi per la fregolata brava di cumular denari, come diceva un autore veneziano del 600, costruisce ponti dove muoiono decine di persone. Sono e saranno loro i veri criminali”.

Lei non lo è?

“Sono un criminale, lo scriva, lo dica… compiacetevi di credere che io sia una figura cattiva. Sono un razzista? Pensatelo pure, non m’importa. Sono ormai vicino al fondo della lucerna, l’olio si sta abbassando e a breve non ci sarà più luce”. Una frase, l’ultima, quasi sussurrata e con pause interminabili fra una parola e l’altra. E di Freda anche le pause hanno una voce che va ascoltata, interpretata.

È un criminale, dicono. Uno dei peggiori. L’autore (assolto) di una strage. Eppure sembra vivere lontano da questa infamante accusa, in un mondo di libri classici, di storia e letteratura: “Non mi disturba, sto preparando un progetto per pubblicare gli antichi italici di Devoto”, è stata questa la sua prima frase. E ancora: “Non so usare internet, né voglio imparare a farlo. Preferisco il telefono fisso al cellulare… ho pochi amici da chiamare… mi sono disintossicato dalla lettura di giornali e periodici… non guardo la tv, io penso da solo… scrivo con il lapis… uso il computer solo per correggere gli scritti dei miei autori… vengo considerato pesante, in realtà mi difendo dicendo che sono pensante, mi consenta la vanità …”.

Torniamo a Salvini, davvero punta sul leader della Lega?

“Niente leader, preferisco l’italiano. È così nobile, musicale, non crede? (pausa). Ma si rende conto del pericolo tremendo che stiamo correndo, un pericolo spaventoso…  se le proiezioni demografiche si realizzassero, e usiamo il congiuntivo dell’irrealtà, fra vent’anni due miliardi di africani si rovesceranno in una bacinella in cui noi siamo già immersi”.

Lei  è razzista?

“Sono fedele alla mia razza ma non disprezzo le altre. Ci sarà uno scontro di civiltà… quando l’olio della mia lucerna si sarà esaurito. Certo, lo dico io, che sono un criminale, colpevole di aver fondato un movimento politico… per me sono loro i veri criminali. Criminali contro la mia razza, contro il mio popolo, contro la nostra storia”.

Salvini che blocca gli sbarchi sarebbe un eroe?

“Sta tracimando un intero continente. Anche Oriana Fallaci, intellettuale di sinistra, aveva capito qualcosa, alla fine. E l’hanno accusata di essere razzista e anti-islamica. Le sue reazioni erano le reazioni elementari di un organismo che dice no, non voglio commettere suicidio… non voglio essere soffocato dalla tua cultura, dai tuoi usi. La sharia non è facile (pausa). A Padova non ci torno più. Non è più una città italiana. Come non è italiana Milano. Anche da noi succederà quello che avviene in interi quartieri francesi e in altre città della Germania”.

Salvini…

“Se dovessero esserci ancora soluzioni politiche, Salvini è l’unico che può trovarle. È il solo in grado di procrastinarci un certo destino… un fato che potrebbe risolversi con un’azione militare. E nel Mediterraneo e in Europa c’è un solo Stato che ha la possibilità di applicare una soluzione di questo tipo, è lo Stato di Israele. Ma non posso dirlo in piazza perché mi accuserebbero di tradimento… io, notoriamente un antisemita, così almeno vengo definito (pausa). Pare che a capo dello stato maggiore di Salvini ci sia un tale Giorgetti e che l’elemento, mi è stato affermato – ma non sono certo andato a chiederglielo – sia stato un devoto lettore, addirittura ideologico, delle edizioni da me costituite 55 anni fa”.

Salvini promosso a grande statista italiano… 

“È un individuo con enormi possibilità e non va considerato per certi toni plebei. Se reggerà avrà un’enorme importanza in Europa, una futura Europa che andrà dalla Siberia alla Calabria”.

Perché la Siberia? 

“Penso a Mosca. Putin è un campione della razza bianca. Penso ai popoli slavi, sono loro ad aver vinto la seconda guerra mondiale… sono individui brutali, certo, ma sono gli unici che possono resistere”.

Perché la Calabria? 

“La Calabria è un’area ancora arcaica e i calabresi hanno tenacia e vitalità, sono i soli con un istituto familiare fondato sulla patriarchia”.

Ho ritrovato il suo nome in Calabria, in verbali di collaboratori di giustizia che la indicano come fondatore di una loggia massonica …

“Sono stato interrogato qualche anno fa per le dichiarazioni di un cosiddetto pentito… che mai ho conosciuto. Affermava che usavo lenzuola di seta… poverino (ride). In quegli anni ero esule in Calabria, mi nascondevo. E uno con l’ergastolo non può certo concedersi queste amenità”.

Il collaboratore di giustizia non parla di lenzuola, ma di altro. Dice anche della sua conoscenza con Paolo Romeo, l’avvocato vicino a personaggi del Carroccio… “Non sono un politico e non mi interessano le amicizie altrui”.

Ma lei, in Calabria, questa loggia massonica l’ha fondata?   

“Non mi pare di poter essere accostato a logge massoniche.. così come quando mi si vorrebbe accusare di filoebraismo. Che assurdità”.

Franco Freda non ha fondato logge massoniche. Salvini è il nuovo messia e Putin un campione della razza bianca. Giancarlo Giorgetti sarebbe un assiduo lettore delle pubblicazioni diAr dell’editore Franco Freda. Per chi non se ne fosse accorto sarebbe in corso la tracimazione di un intero continente nel nostro. Le stragi saranno quelle che faranno islamici e nigeriani. E dall’invasione in atto si salverà un’Europa che va dalla Siberia fino alla Calabria “con la fascia Molise- Puglia”. Così parlò Franco Freda.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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