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Fede, ambiente, scienze e ragione: Agostinelli e don Colmegna all’Ideal

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MAGENTA – Fede, scienza, ragione, clima e ambiente. Una serata di spessore, lunedì, al primo piano dell’Ideal di viale Piemonte, dove il presidente della cooperativa Antonio Frascone ha voluto organizzare un momento di riflessione assieme a Mario Agostinelli, che ha trattato il tema del clima e del riscaldamento globale, e di don Virginio Colmegna della Fondazione Casa della Carità dedicata a Laudato Sì, la seconda enciclica scritta da Papa Francesco. L’evento era organizzato insieme alla Comunità Pastorale di Magenta.

Nell’enciclica, Papa Francesco riconosce che nel mondo si va diffondendo la sensibilità per l’ambiente e la preoccupazione per i danni che esso sta subendo. Tuttavia mantiene uno sguardo di fiduciosa speranza sulla possibilità di invertire la rotta. Per questo, Papa Francesco fa suo il lamento del pianeta, maltrattato e saccheggiato, i cui gemiti si uniscono a quelli di tutti i poveri e tutti gli scartati del mondo, che il Papa invita ad ascoltare.

‘La differenza non è tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti’, ha esordito don Colmegna, “Per reagire agli sconvolgimenti del clima serve una risposta ed un pensiero forte. L’impostazione individualistica è una grave minaccia per il mondo. Le relazioni riescono a rafforzare il senso di comunità e appartenenza. Nell’Enciclica c’è un passaggio forte, ossia la teoria dei Beni Comuni, come la terra. Si espelle spesso il senso del dolore e del limite, mentre Laudato Sì ci ridà il senso del limite. Anche il problema migratorio è una delle grandi sfide della modernità, perché si tratta di una categoria che richiede l’umanità come risposta. Anche dentro il tema dell’economia serve una risposta globale, nei grandi continenti il potere delle multinazionali è sempre più opprimente.

Il fenomeno delle NON barriere deve essere avvertito da tutti; la novità straordinaria dell’enciclica, sul piano ecologico, consiste in un approccio del tutto nuovo verso l’ambiente e la povertà. La povertà è un luogo teologico dove rimanere umani, è un fenomeno da contenere. Anche la cultura dei diritti diventa determinante: se si abbassa, cala anche il livello della civiltà. Stiamo delineando un quadro dove i tempi dei cambiamenti si fanno lunghi. Dobbiamo rendere protagonisti gli immigrati, per consentirci di costruire una narrazione ed una società diversi. Dove non ci sia spazio per la violenza. Si tratta, in conclusione, di un’enciclica che ci dà speranza”, ha chiuso il suo intervento don Colmegna,  eletto dal Parlamento europeo Cittadino europeo 2018, riconoscimento che celebra cittadini, associazioni e organizzazioni che con le loro attività si sono distinte per l’eccezionale impegno nell’agevolare la cooperazione nell’Ue, promuovendo una migliore comprensione reciproca e una maggiore integrazione tra i cittadini degli Stati membri.

All’incontro è intervenuto anche il prevosto don Giuseppe Marinoni, che ha richiamato alcuni tratti della lettera aperta alla città, ‘Con immensa simpatia’, del resto “il livello che ci unisce è quello umano, specie di fronte a crisi così grandi e complesse.

“Spero che da questa serata si possa partire per un percorso più grande, magari promuovendo  un’associazione”, ha concluso Antonio Frascone.

 

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