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Dall'archivio:

Faremo la fine dei Pellerossa?

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“Pur comprendendo le ragioni e le esigenze del nostro Sindaco di mantenere una posizione super partes, ed equidistante, alle diverse confessioni religiose, rispetto all’utilizzo degli spazi di proprietà comunale, da cittadini prima ancora che da giornalisti, restiamo dubbiosi dietro alle motivazioni che hanno portato allo spostamento della Santa Messa per la festa del Rione San Rocco, dalla tensostruttura di piazza Mercato alla Basilica di San Martino.

 

 

 

 

 

 

 

 

La prima domanda che ci sorge spontanea è la seguente; ma il rispetto della disposizione in base alla quale non si debbono utilizzare spazi di proprietà comunale (vedi anche Sala Consiliare e simili) è saltata fuori solo adesso dagli scaffali del Comune? Capiamo il momento storico assai delicato e la volontà ribaditaci al telefono dal Sindaco, di stemperare gli animi, in una fase delicata per il nostro Paese, in cui tutto è motivo di strumentalizzazione politica. Così come sappiamo benissimo che c’è una minoranza pronta a cavalcare la polemica secondo un gioco a geometria variabile: prima sotto al Comune assieme ai ‘fratelli’ mussulmani per chiedere la moschea e fomentando false illusioni per la Moschea a Magenta, e poi a gridare allo scandalo perché non si celebra la Santa Messa in tensostruttura. Noi sommessamente da Magentini, vorremmo far valere le ragioni dei ‘nativi’ e non fare la fine dei Pellerossa indiani. 
Perché a questo punto, per eccesso di zelo, consentici la provocazione, anche una processione potrebbe essere vietata per mancato rispetto della normativa anti incendio…. vuoi che magari qualche cero con una fiamma un po’ troppo alta o un lumino messo male, faccia divampare un incendio….  Lo ribadiamo capiamo la posizione del nostro Sindaco, ma ribadiamo anche forte e chiaro che siamo a Magenta non a Bagdad.

E adesso dateci dei razzisti, forza buonisti,  fatevi avanti. Noi non ne avremo cura, andremo avanti dritti per la nostra strada. Perché il rispetto delle altre realtà religiose e culturali,  non può far venir meno la nostra storia e la nostra identità.

 

Fabrizio Valenti

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