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“Europa e territorio devono crescere insieme”: il convegno di Polis

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LEGNANO – I due concetti non sarebbero potuti emergere più chiaramente: primo, le città devono sempre più assumere il ruolo di protagoniste nella costruzione dell’Europa, secondo, con i colossi Cina e Stati Uniti il vecchio continente deve dialogare ma senza esserne suddito.

Ne hanno parlato diffusamente in una serata organizzata dal circolo culturale “Polis” dal titolo “Europa e territorio” l’ex presidente del consiglio Enrico Letta, la parlamentare europea Patrizia Toia e il presidente della commissione per le politiche europee del comune di Milano Carmine Piacente. Nelle vesti di moderatore il consigliere regionale Fabio Pizzul.

Da loro segnali chiari: città ed Europa devono marciare in simbiosi, la seconda può offrire numerose opportunità alle prime se intendano mettere in campo progetti di sviluppo  mirati, concreti e sostenibili. Piacente, che ha dato alle stampe il volume “L’Europa delle città: Milano capitale” ha evidenziato come “per la prima volta dopo decenni, nel 2016 la Commissione Europea a Bruxelles ha proposto l’agenda urbana europea”. Un passo che porta dritto a una constatazione: “La consapevolezza dell’Europa – prosegue –  è che i problemi si vivono soprattutto nelle città, dal trasporto pubblico all’immigrazione, dalle politiche ambientali all’housing sociale”. E correda la disamina con un esempio concreto: “A Milano – spiega – dei 95 milioni per un progetto di riqualificazione delle periferie, 60 provengono dall’Europa, è uno degli esempi di come Europa e città si possano riavvicinare; non è vero che i soldi non ci siano, bisogna saperli portare a casa dall’Europa con progetti concreti e mirati”. Toia ha dal canto suo ricordato come “qualche volta si pensi, sbagliando, che il Parlamento europeo si occupi di cose sciocche come le zucchine e le vongole; se ci si occupa di questo è invece perché si ha attenzione verso la correttezza delle politiche alimentari e al ripopolamento ittico fondamentale per il nostro ecosistema”.

Letta ha avviato il suo discorso con una sottolineatura netta: l’Europa unita vince, quella divisa perde. “E lo dimostra – ha detto – il fatto che l’Europa, ponendosi compatta contro le politiche protezionistiche di Trump, sia stata in grado di opporsi a lui efficacemente”. Per Letta, dialogare con Stati Uniti e Cina è sacrosanto ma con un’Europa forte e non suddita né ballerina di fila. E vede in quello che chiama “umanesimo tecnologico” la sfida in cui il vecchio continente si dovrà mobilitare negli anni a venire: “tutti abbiamo il telefonino che è come una nostra seconda identità – dice – in esso sono contenuti i nostri contatti, il nostro mondo comunicativo, viviamo in un’epoca in cui qualche realtà senza scrupoli si vuole impossessare di questi nostri dati per usarli per i suoi scopi economici e propagandistici che non hanno nulla a che fare con il rispetto della dignità delle persone e vogliono invece condizionarne vita e scelte ; la nuova sfida si gioca sul contrastare queste insidie che vengono ora da Stati Uniti e Cina e per fare questo occorre un’Europa coesa”.

       Cristiano Comelli     

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