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Estate 2020: italiani scelgono Italia, mancano gli stranieri (-75%)

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MILANO – Nonostante il coronavirus e la crisi, gli italiani non rinunciano alle vacanze. Scelgono però di non allontanarsi troppo da casa. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Confturismo-Confcommercio e Swg di luglio.

La spesa media? Di 1.022 euro a famiglia, circa 680 euro a persona.
Pesa sull’estate 2020 l’assenza dei turisti stranieri che, tra giugno e settembre, saranno circa 25 milioni in meno rispetto all’anno scorso e praticamente solo di origine europea. In termini di flussi si tratta del 75% in meno, con una perdita ancora più alta in termini di spesa, visto che a mancare saranno i ‘ricchi’ turisti intercontinentali americani e asiatici.
Saranno vacanze dedicate al ‘non fare’, con al primo posto il riposo e il contatto con le persone più care. Visite a musei, monumenti e mostre scendono dal 33% dello scorso anno al 15%, lo shopping dal 21% al 5%, il wellness dal 12% al 9%.
Le mete privilegiate? Puglia, Toscana e Sicilia con un mix di mare, enogastronomia, benessere e itinerari green. Perdura pesantemente la crisi delle città e luoghi d’arte, al quarto posto fra le preferenze degli intervistati, menzionate dal 15% contro il 22% dello scorso anno. Per il 7% che invece opterà per mete estere, la scelta non può che restringersi al panorama europeo dove a Grecia, Francia e Spagna, già in auge lo scorso anno, si aggiunge come new entry l’Austria che sostituisce l’Inghilterra, normalmente presente fra le destinazioni top dell’era pre-Covid.
In tanti ancora non prenotano per problemi economici e indisponibilità di ferie. Sale a quota 65, tre punti in più di giugno, l’indice di fiducia che misura la propensione degli italiani ad andare in vacanza, ma a smorzare l’entusiasmo per questo piccolo segnale positivo c’è sia il confronto col passato (a giugno 2019 l’indice era a quota 72, quindi ben 7 punti più in alto,) sia l’alto numero degli incerti: il 34% degli intervistati intenzionati a partire entro settembre non aveva ancora prenotato a fine luglio e un ulteriore 8% addirittura non intende farlo e punta a trovare sistemazioni una volta giunto a destinazione. Un atteggiamento ‘attendista’ che fa sorgere molti dubbi sul fatto che questa ‘voglia di vacanze’ si concretizzi davvero in una o più partenze.
“In epoca normale – commenta il presidente di Confturismo-Confcommercio Confturismo, Luca Patanè – il quadrimestre giugno-settembre valeva il 60% delle presenze turistiche e della spesa di tutto l’anno in Italia, senza contare l’outgoing, che faceva spendere agli italiani 11,5 miliardi. Di tutto questo, l’estate 2020 salverà forse il 25%. Questo mentre l’andamento degli indici epidemiologici e i focolai individuati a macchia di leopardo sul territorio nazionali fanno notizia molto più dell’egregio lavoro che operatori del settore e comunità locali compiono ogni giorno per garantire ai turisti una fruizione serena delle loro vacanze. Basta con questo approccio autolesionistico, e al via da subito una serie di misure importanti e con forti stanziamenti dedicati al settore”. Poi ammette: “Si prenda atto, una volta per tutte, che il turismo è già da tempo colonna portante dell’economia italiana, non una vaga chance per il futuro. E’ concretamente a rischio un milione di posti di lavoro”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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