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Dall'archivio:

‘++Est Ticino, è allarme medici di base.. e banche. Chiude (anche) la BPM di Robecco

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ROBECCO SUL NAVIGLIO – Sono due, ormai sempre più evidenti, le attuali emergenze nel territorio dell’est Ticino. Quella relativa alla carenza dei medici di base (si pensi ai recenti casi di Cuggiono o Marcallo con Casone, ma anche di altri paesi) e quella, ormai davvero preoccupante, della progressiva e inarrestabile chiusura degli sportelli bancari.

Chiude Banca Intesa a Bernate, chiudono sportelli a Robecchetto e Canegrate, la piccola Cassinetta rimane persino senza Bancomat: l’ultimo caso in ordine di tempo riguarda la chiusura dell’agenzia BPM, l’ex Banca Popolare di Milano, in piazza XXI Luglio a Robecco.

Giù la saracinesca, dopo anni di presenza in pieno centro del paese, dal 21 maggio scorso. E niente più Bancomat, ovviamente (un costo elevato, per gli istituti di credito).

Rimane, in un paese da poco meno di 7mila residenti, lo sportello di Mps, la gloriosa ex Banca Agricola Mantovana e soprattutto ex Banca Popolare di Abbiategrasso. Per clienti e correntisti, rimarrà a disposizione l’agenzia BPM di Magenta.

NUMERI PREOCCUPANTI

La chiusura delle filiali delle banche italiane ha assunto dimensioni ragguardevoli. Come evidenziato nell’ultima Relazione Annnuale della Banca d’Italia, “Tra il 2008 e il 2018 il numero di sportelli è sceso di un quarto (a 25.400) e quello degli addetti di poco meno di un quinto (a 280.000). La ristrutturazione della rete distributiva ha interessato quasi esclusivamente le banche appartenenti ai primi cinque gruppi; a questi ultimi è riconducibile anche il 90 per cento della riduzione del numero dei dipendenti. Le altre banche hanno diminuito il numero degli sportelli e dei dipendenti a partire dal 2014, sebbene a un ritmo inferiore rispetto a quello dei primi cinque gruppi.” Uno sportello su quattro, pertanto, non ce l’ha fatta a sopravvivere ed il trend di riduzione è destinato a proseguire, nel corso del prossimo triennio, forse in misura ancora maggiore rispetto a quanto sperimentato nel recente passato.

A spingere la chiusura degli sportelli bancari c’è anche la questione relativa alle commissioni. Nel 2020 sono stati effettuati 510 milioni di prelievi per un controvalore di 80 miliardi. Calcolando una commissione di 2 euro si tratta di uno spostamento di denaro da 1 miliardo. Costi tutti a carico di chi usufruisce del servizio di prelievo fisico, che spesso decide di non usufruirne preferendo il pagamento digitale perché privo di costi.

Ma un’altra riflessione si impone, nei nostri territori; con un’età media sempre più avanzata, e una quota di over 65 che ormai supera il 32-33% dei residenti in quasi tutti i nostri Comuni (un residente su tre), spingere sui pagamenti elettronici, l’home banking e fare progressivamente sparire le vecchie agenzie bancarie porterà evidentemente a un anch’esso progressivo caos.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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