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‘+++ESCLUSIVO – Anas ‘rimette in marcia’ la strada per Malpensa: progetto definitivo e Conferenza di Servizi, si procede+++

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

MAGENTA ABBIATEGRASSO – Sono passati solo pochi mesi dalla doccia gelida con cui il Tar della Lombardia aveva congelato (appunto) il progetto definitivo della superstrada Vigevano-Bià-Magenta-Malpensa.

Le variazioni finite nel mirino dei giudici amministrativi, 9 per l’esattezza, richiedevano un aggiornamento della valutazione di impatto ambientale. Il Ministero dell’Ambiente si era già espresso negativamente a Luglio 2019 e la questione era anche arrivata al Parlamento Europeo. Nella sentenza si leggeva  dell’accoglimento del ricorso dovuto alle modifiche tra le due fasi progettuali, oltre a mancanze in merito alla riattivazione dell’esproprio e alla valutazione costi-benefici.

Ma nel pieno emergere del coronavirus gli uffici romani di Anas devono aver lavorato di gran lena, perché con un documento ufficiale che reca la data del 2 marzo 2020 Anas Spa ha richiesto la nuova approvazione del progetto definitivo della strada di collegamento con Malpensa, l’autorizzazione paesaggistica e l’assegnazione dei fondi necessari.

Gli enti destinatari della corposa richiesta (decine e decine) sono essenzialmente il Ministero della Infrastrutture (a cui si chiede via libera e fondi), quello all’Ambiente (ottemperanza alle prescrizioni), quello ai Beni Culturali (si chiedono eventuali valutazioni di competenza), Regione Lombardia e ovviamente tutti i Comuni interessati dai 3 tronconi dell’opera (per un totale di circa 18 chilometri), che NON sarà una Tangenziale (come erroneamente qualcuno va ripetendo da anni) ma una strada categoria C1, extraurbana secondaria, formata da due corsie di 3.75 metri e due banchine laterali da 1 metro e 50.

L’iter, insomma, riparte ufficialmente cercando di colmare gli errori burocratici e le manchevolezze che il Tar ha evidenziato nella sentenza dei mesi passati.

I Comuni potranno avanzare osservazioni e proposte di modifica migliorative entro il termine perentorio di 60 giorni. 

Verosimilmente questa prima ‘nuova’ fase si concluderà entro il mese di giugno, e impegnerà la seconda parte dell’anno per esaurire l’iter, magari beneficiando dell’accelerazione che la Lombardia vorrebbe imprimere in vista delle Olimpiadi 2026.

Se così fosse, e non subentrassero ulteriori impedimenti (Comitati e Comuni del NO, di certo, dissotterreranno l’ascia di guerra), l’opera che l’est Ticino attende da oltre 40 anni potrebbe vedere l’apertura dei cantieri entro il 2021 (di mezzo ci sono anche appalto e assegnazione dei lavori).

Considerati i precedenti, tuttavia, la prudenza s’impone.

 

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