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ESCLUSIVO Abbiategrasso, crisi sfiorata: Nai batte i pugni, Lovati fa retromarcia. Pace armata (per ora)

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ABBIATEGRASSO – Radio palazzo (che non è quella dei bravi e simpatici Maiorana e Bertelli) ha diffuso venti di guerra.

‘Siamo andati vicini alla crisi. Vicinissimi’, ci rivela dietro richiesta di anonimato un componente della maggioranza di centrodestra.

I fatti. O quello che sappiamo (oppure che possiamo e vogliamo dirvi): Cesare Nai ha preso male, malissimo, il voto di mercoledì su Marco Tagliabue. Roberto Albetti, in politica dal 1975, scuoteva la testa verso la mezzanotte post consiglio, pensando al grado di dilettantismo di certa parte della maggioranza.

E allora sono volati messaggi caldi sulle chat, e ipotesi di gesti clamorosi. Estremi. Rottura vicina? Voto anticipato? Forse no, dal momento che ‘dopo la tempesta viene sempre il sole’, ci ha detto un consigliere comunale di raffinata saggezza.

Così però non si può andare avanti, i muri di piazza Marconi hanno tremato.

E allora, nel pomeriggio di ieri, si prepara un comunicato stampa riparatore.

“Quello che è andato in scena mercoledì 12 Dicembre è parte di una dialettica e sensibilità tutta interna alla maggioranza che probabilmente a chi citato risulta sconosciuta. Pertanto, nell’ambito di quanto detto va circoscritto l’episodio, nessuno di coloro che siedono tra i banchi della maggioranza ha mai inteso o intenderà per i prossimi anni mettere in dubbio o sottrarsi al patto reciproco, leale e continuo confronto, siglato tra di noi e con i cittadini che ci hanno votato. Ribadiamo, quindi, il nostro convinto sostegno al sindaco e alla giunta da lui presieduta”.

Noi ci vediamo, specie nelle righe di mezzo, la mano e la penna di Flavio Lovati. Peraltro con qualche scazonte espressione lessicale. E poi chissà perché è arrivato proprio ieri, questo essenziale comunicato stampa…

E’ fuori discussione che il documento, firmato Lega e Lista Nai, sia bivalente. La Lega tutto sommato è sempre stata fedele nonostante i sussulti e la esperienza zero dei suoi due assessori, tuttavia ha espresso l’unico vero leader assieme a Nai ed Albetti, ossia Andrea Scotti, unico homo novus di classe adamantina. Inoltre la Lega ha voti e consenso proprio, Lovati consenso circoscritto e condiviso con altri. 

E poi c’era anche Mauro Dodi. Il manager di livello internazionale che dopo nemmeno 1 anno ha salutato tutti, congedandosi. E sebbene non lo ammetterà mai, neppure sotto tortura,  prossemica e linguaggio del corpo di Dodi tradivano un malcelato imbarazzo di chi, dalle stanze di multinazionali con fatturati da decine di miliardi di euro, si è ritrovato in un gruppo che  esprime personale politico ai confini del dilettantismo puro.

Lovati è uno dei pochi membri di questi consigliatura che si ascolta con piacere. Ma cosa vuole, in realtà? Quali obiettivi lo muovono? Forse la polemica di mercoledì sul parco inclusivo, smontata pezzo per pezzo dal suo ex sindaco, Roberto Albetti?

Consigliere della Lega con Alberto Fossati (2002), candidato non eletto alle provinciali del 2004 sempre col Carroccio (passaggio cruciale), vicesindaco con Albetti nel 2007, si dimette, vede passare Agnese Tacchini in Provincia nel suo stesso collegio del 2004, diventa vicesindaco col centrosinistra, si dimette pure da  lì, poi torna con Marco Tagliabue (che se potesse parlare..), quindi mercoledì scorso fa un intervento di puro terzismo, e alla fine spuntano 5 schede bianche.

Tanto, troppo. Cesare Nai, questa è la verità, spesso amara per chi fa politica, ha un milieu, personale e familiare, diverso da tutti o quasi i membri della maggioranza. Ha un rapporto vero coi poteri forti della città, che contano e votano (e i cui voti si pesano, non si contano).  E’ uno che chiama deputati e assessori regionali senza che questi gli mettano giù il telefono.

Lovati può contare sulla fedeltà di Eleonora Comelli, giovane assessore con doti di rilievo, ma che a questo punto dovrà scegliere da che parte stare. In politica l’unica morale è una (certa) assenza di morale.

Nai, Liceo classico a Vigevano, il figlio di Franco Nai, il presidente per anni di Fondazione Per Leggere su consenso bulgaro e bipartisan, stoppa ogni possibile velleità di Lovati, che se sgambetta troppo rischia di venire isolato dalle forze che si riconoscono saldamente nell’asse Nai Albetti. 

Asse che Lovati può al massimo subire, perché se dovesse rialzare la posta allora la crisi sarebbe un’opzione reale, e altro che ‘rimaniamo fedeli per non consegnare la città alla sinistra’.  Parole e formule vecchie, coeve di un’epoca in cui Lovati cullava ancora (come ogni politico, mica è il solo ci mancherebbe..) ambizioni e sogni. Che oggi ha dovuto, gioco forza, riporre in un cassetto.

E al massimo può fare il grillo parlante, peraltro sempre interessante da ascoltare. Ma senza mai poter andare oltre un perimetro (politico) disegnato da altri, e non da lui.

Flavio Lovati è persona di buone letture. Ma dubitiamo abbia letto il libro ESSENZIALE per chi fa politica, L’Arte della Guerra di Sun Tzu. E allora gli rinfreschiamo la memoria.

Conoscere l’altro e se stessi – cento battaglie, senza rischi; non conoscere l’altro, e conoscere se stessi – a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l’altro, né se stessi – ogni battaglia è un rischio certo

La strategia è la via del paradosso. Così, chi è abile, si mostri maldestro; chi è utile, si mostri inutile. Chi è affabile, si mostri scostante; chi è scostante, si mostri affabile.

Esistono tre tipi di nemici. Il più debole, e allora aggrediscilo. Quello di pari forza, e allora combattilo con astuzia. Quello dotato di forza maggiore, e allora datti alla fuga

Fabrizio Provera

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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