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Esclusiva di TN. Intervista a Massimo Garavaglia: “Qui è tutto da rifare…”

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MARCALLO CON CASONE –  Scuola, economia, gestione della pandemia – che oltre ad essere sanitaria è oggi più che mai economica – ma anche il pericolo, giustamente adombrato, di un modello di società che sta cambiando profondamente a causa del Covid, ma soprattutto della sua (mala) gestione.

In questa intervista a tutto campo concessa a Ticino Notizie, l’On. le Massimo Garavaglia, parlamentare della Lega, già Vice Ministro all’Economia e rappresentante del nostro territorio a Montecitorio, parte proprio dall’argomento educativo, che è uno di quelli che da sempre gli sta più a cuore.

Massimo Garavaglia è stato Vice Ministro all’Economia nel cosiddetto governo giallo verde, sotto con l’ex Sindaco di Vigevano Andrea Sala, quando, la strada Vigevano Malpensa pareva cosa fatta.

“Le scuole – esordisce Garavaglia –  parlo delle elementari e medie sono sempre state un presidio per la salute, uno dei luoghi più sicuri in assoluto. Sotto quest’aspetto, le strutture scolastiche hanno lavorato molto e si sono fatte trovare pronte all’appuntamento di settembre. Diversa la questione per le Scuole Superiori dove il problema, evidentemente, non sono le scuole, in quanto tali, ma la dimensione dei comuni e, quindi, il numero di studenti che vi arrivano ogni giorno. Il tema perciò è il Trasporto Pubblico Locale, che come ben sappiamo avrebbe dovuto essere gestito diversamente da chi di dovere”.

Dunque, si sarebbe potuto e dovuto fare qualcosa di più….

“Certamente, con un po’ di creatività e voglia di fare le soluzioni si sarebbero potute trovare. Ma in Italia abbiamo, per esempio, un grosso problema sindacale, con i sindacati che fanno tutt’altro che tutelare il lavoro. Quella col Covid è come una guerra e quando si è in guerra, non si devono difendere posizioni di privilegio fini a se stesse.  Anche il posto di lavoro, deve essere visto secondo un’altra prospettiva, che è quella dell’utilità per la comunità e il suo benessere.  Ecco, perché credo che si sarebbero potute, individuare alternative concrete, utilizzando compagnie di trasporto normalmente dedicate ad altre linee, ma che visto il momento di eccezionalità, avrebbero potuto e dovuto andare a potenziare le tratte di norma fruite da studenti e pendolari. Il secondo punto, che è consequenziale a questa rigidità, è la sciagura dell’ideologia centralista. Serve l’autonomia. Perché su tematiche del genere non esiste una ricetta uguale dappertutto.  Sui trasporti e non solo, servono poteri a livello regionale. La ‘prova provata’ è che le cose oggi non funzionano e difficilmente potranno funzionare se si continua con questo approccio”.

A proposito, il tema dell’autonomia dov’è finito? Si sono pronunciati con quel famoso referendum milioni di Italiani. Dalla Lombardia, al Veneto all’Emilia Romagna….

 

“Oggi ci troviamo davanti a due scenari. Il primo: ragioniamo bene e vediamo cosa fare senza polemiche e senza voler per forza dare la colpa a qualcuno. Peccato che chi sta al governo (scenario b), sapendo che le cose sono andate male, ha la necessità di dare la colpa a qualcuno per forza. E allora la cosa più semplice qual è? Prendersela con le regioni. C’è stata la guerra  diamo la colpa ai caporali…assurdo.  Lo scenario di buon senso, è un altro: prendiamo atto che c’è stata una guerra e vediamo cosa fare per migliorare la situazione. Indubbiamente se la soluzione è più centralismo, mi domando: facciamo tutti come la Calabria, che è commissariata? Vogliamo i Commissari anche in Lombardia? Naturale che la strada da seguire sia un’altra.  Visto che la pandemia – prosegue Garavaglia –  per Costituzione è di competenza dello Stato, cerchiamo di capire dove lo Stato ha fatto dei buchi, dove ci sono falle. Il punto, allora, non è tanto l’aggiornamento o meno del Piano Pandemico, questo è un dettaglio rispetto a tutto il resto: la cosa grave è che si è puntato su un sistema commissariale che non ha funzionato.  Peraltro, è un film già visto. Ogni volta, che lo Stato è intervenuto sulla Sanità regionale ha commissariato e il risultato tangibile è stato unicamente quello di produrre dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza ndr) ancora più bassi di quelli presenti in quella regione. Prendiamo atto che le cose così non vanno e chi sta al governo abbia l’onestà intellettuale di cambiare rotta”.

In tutto questo commissariamento è stato sminuito parecchio, per non dire peggio il ruolo del Parlamento. Abbiamo un governo che va avanti a colpi di DPCM, che non pare avere una prospettiva.

“Di sicuro, il governo non ha una strategia. In sede di Bilancio il Centrodestra che è unito, diversamente da quanto si vorrebbe fare credere agli Italiani, farà una proposta comune che non posso anticipare per evidenti ragioni. Qui quelli divisi sono nel Centrosinistra, supponendo che oggi esista un Centrosinistra e che Il Movimento 5 Stelle abbia una posizione diversa da quella di tenere le poltrone…. Questo governo – aggiunge il parlamentare del Carroccio –  non ha un’idea di Paese, di  tenuta sociale, di rapporti con le opposizioni, questo è un governo largamente minoritario, che non pensa alla coesione sociale. E che dulcis in fundo, pensa di poter decidere per i prossimi vent’anni con i soldi del Recovery Fund: è chiaro che siamo al delirio di onnipotenza. Ovvio, che chi arriva dopo spianerà tutto perché tutto è obiettivamente senza senso”.

In questo scenario già critico c’è anche lo spettro della patrimoniale, questo governo potrebbe avere il coraggio di metterla?

“Il tema di fondo è che questa cosa è demenziale, perché prima di tutto fa scappare gli imprenditori e fa scappare la voglia di quello che gli Italiani hanno sempre fatto: l’ingegno e la nostra creatività che sappiamo mettere nel lavoro. Qui occorre tornare ai fondamentali: noi siamo i primi  per risparmio al mondo. Adesso, invece, ci raccontano che il modello di società è un altro:  che si deve fare debito,  pensiamo anche all’ultima novità del cash back… Il passaggio intergenerazionale secondo la visione di chi ci governa non ha più valore, non si capisce perché i nostri genitori hanno lavorato e risparmiato per una vita intera. Questa è la logica assurda della patrimoniale. C’è chi pensa che sia una “genialata” vivere in affitto senza avere nulla, che un conto virtuale sia il massimo. Mi viene da fare una battuta: speriamo che non vada via la corrente… ”.

Un modello di società totalmente diverso dal nostro tradizionale e che rischia di stravolgere il Paese.

“All’estero ci invidiano e ci attaccano proprio per questo, perché in Italia c’è la proprietà immobiliare diffusa. La casa è sempre stato un appiglio nei momenti di difficoltà. Pensare di svalutare la casa è folle, in questo modo con la patrimoniale, l’immobile viene svalutato almeno del 20% di base. In un Paese come il nostro dovremmo fare la rivoluzione contro una cosa del genere”.

 

Eppure, ciononostante, noi Italiani ci stiamo comportando bene, fin troppo bene….

“Onestamente, facendo la spola Milano Roma ho capito una cosa in questi mesi: che questi DPCM  come sempre, li rispetteranno sempre i soliti. Ma il problema di fondo è un altro: pensare che ci debba essere un manovratore che ti dice cosa è giusto e cosa è sbagliato. Oggi una persona responsabile sa che è meglio evitare il cenone di Natale che finire in ospedale. Non è necessario imporglielo per decreto….”.

Tornando ai temi territoriali la Vigevano Malpensa che fino ha fatto? C’è qualcosa da sperare? Oppure dopo l’ultima uscita del Ministro De Micheli è definitivamente affossata?

“La strada non si fa per un motivo molto banale: perché i 5 Stelle non la vogliono sul territorio. Pertanto, finché questo governo ha questo componente al suo interno, è impossibile pensare che le cose andranno avanti. Siccome sono ottimista di natura, e dato che questa è un’impostazione idiota, sono convinto che alla fine le cose si aggiusteranno. Certo, spiace perché stiamo perdendo del tempo prezioso rispetto ad un’opera strategica per il nostro territorio e la sua economia. Poi che il PD appoggi questi posizioni per una questione di mero opportunismo, questo è un problema loro e dovranno fare i conti con l’urna alla prossima tornata elettorale. Ma fin quando sono lì comandano loro, questa è la democrazia, piaccia o meno, queste sono le regole del gioco. La gente oggi tuttavia sa chiaramente chi non vuole la strada: Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico che gli tiene bordone”.

Ultima domanda, come giudica la ricandidatura di Beppe Sala a Milano ?

“La ricandidatura di Sala a Milano non era cosa affatto scontata. Personalmente, a rischio di essere politicamente scorretto, dico che uno così è sprecato in quel ruolo, specie se si considera il contesto. Con il delirio di incompetenze e d’incapacità che ha il PD a livello nazionale, tenere Sala a Milano, beh è davvero un non senso. Dopodiché, anche noi come centrodestra stiamo cercando un candidato di alto profilo e di qualità per il Comune di Milano. Concedetemi questa ultima battuta, forse Sala è troppo sveglio e scomodo per il livello nazionale del Partito Democratico”.

Fabrizio Valenti

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