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Eros e psiche: la coppia che non di aspetti

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Platone afferma nel suo Simposio che l’essere umano è diviso in due e non può trovare la sua felicità se non trovando l’altra metà da cui è stato separato. Fin dall’antichità il Soggetto viene proposto come intrinsecamente relazionale? Oppure solo incompleto? L’annosa questione è già stata affrontata da Freud, il quale afferma che si cerca un partner per non restare soli. Secondo Freud infatti l’individuo si sente incompleto quando è solo. 

 

 

Andando a monte della questione, che cosa è l’Amore?  Questa è una delle tante domande a cui si cerca una risposta nel libro “Familiar-mente: legami e prospettive che non ti aspetti” (E. Vincenti, F. Irtelli, Armando Editore, 2018).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta di domande particolarmente importanti oggi, epoca in cui il principio universale dell’amore per il prossimo, del coinvolgimento, si colora spesso di difficoltà, diventando amore per un “estraneo-straniero”, che magari giunge minaccioso da un altro presente, di miseria e di guerra.  Ce lo chiediamo nel ventunesimo secolo, quel secolo in cui si è assistito al tramonto della tradizione: la coppia spesso non è più retta dai dettami religiosi o sociali di un tempo, imposizioni secondo cui essa esisteva e si costituiva anche in funzione di un’autorità sovraordinata “prescrittiva”, garante di stabilità.

 

Se oggi nell’ambito della Psicologia sappiamo che mille sono i motivi per formare una coppia, l’identità dell’Amore resta ancora in parte misteriosa.  Molti sono stati i concetti con cui è stato confuso l’Amore e altrettanti i modi con cui è stato definito.  Cercando una definizione più generale, di qualcosa che rimane comunque di per sè insondabile e in parte davvero inspiegabile, ci addentriamo nel campo della Psicologia sociale per tentare di far luce. l’Amore viene definito in questo modo: Man mano che si sviluppa una relazione essa può evolvere in un rapporto affettivo profondo, caratterizzato da interazioni frequenti e forte influenza reciproca. Quello che si intende come amore sembra corrispondere a un desiderio di vicinanza e intimità con un particolare Soggetto; se si crea quindi un rapporto affettivo profondo, il partner diventa in un certo senso “parte integrante del sé”, e ogni partner ricompensa a suo modo l’altro, per mostrare il suo amore e la sua sollecitudine. Da ciò nasce un forte coinvolgimento emozionale. Si ha la sensazione di sapere esattamente cosa pensa l’altro, si conosce molto della sua vita, si condividono prospettive e si modella il proprio comportamento tenendo conto dell’altro (Smith,2004). Un’accezione diversa per intendere l’amore per alcuni è invece intimità, ma si può considerare l’intimità come parte integrante dell’amarsi; l’intimità consiste nel tessere un legame emozionale virtuoso, che comprende sostegno, confidenza, supporto e rispecchiamento reciproco profondo. Tuttavia, forse non tutto ciò che è scambiato per intimità poi è tale.  Alcuni cercano di sintonizzarsi con il partner parlando delle proprie speranze, esperienze, ansie, altri mostrandosi sotto aspetti regressivi, o creando un interesse comune, altri ancora svelando rabbia, odio, mancanza di inibizioni, perversioni, e si arriva così a forme di “intimità” che tendono naturalmente scemare con il passare del tempo. Si cerca allora una persona nuova, un estraneo da trasformare in “intimo”.

Fatta questa premessa, ci possiamo chiedere:secondo quale alchimia le persone consolidano una coppia? 

La scintilla spesso scatta con l’innamoramento.  Durante la fase adolescenziale si sperimenta in genere il primo innamoramento: buona occasione per mettersi alla prova con se stessi e provare a “camminare con le proprie gambe”; infatti quando si passa dalla fase puerile a quella adolescenziale i bisogni dell’altra persona possono finalmente venir considerati tanto quanto i propri, si va oltre una prospettiva completamente “autocentrata”, e si sviluppa il gusto del dare, non solo del ricevere. Amando si può dunque uscire da narcisismo ed egocentrismo. Si può iniziare così a sperimentare un nuovo senso di solidarietà e incontro con l’altro. Più spesso in questa fase del ciclo di vita si vive l’innamoramento “per tentativi”, forma diversa e per certi versi un po’ lontana dall’ innamoramento che poi, in genere, si tramuta in un legame “per la vita”.

L’innamorarsi è sicuramente un’ottima occasione per rielaborare il proprio mondo affettivo e si tratta di un’esperienza di intimità improvvisa, un processo non razionale, non intenzionale.  Si sa, l’innamoramento è per sua stessa natura una fase di breve durata ma il sentirsi amati per come si è, attiva un nuovo modo di vedere se stessi, e se si riesce ad accettare di esser amati, e questo processo psicologico può sfociare nell’Amore per la vita.  Dopo che lo “sconosciuto” è diventato “intimo” la persona amata appare nota come se stessi, e forse, come afferma il noto psicologo Fromm, paradossalmente allo stesso tempo essa rimane sconosciuta, nel suo insondabile mistero. Addentrarsi in questo mistero è sicuramente importante per poter capire meglio la scelta reciproca del partner. Si può pensare che il motivo per cui ci si innamora è perchè l’altro, in un certo senso, risponde alle nostre domande e bisogni. Come?  Nell’innamorarsi ciascuno si sente preso sul serio: si tratta di un’accettazione reciproca incondizionata e di un rinforzo reciproco del proprio modo di essere; è bellissimo quando l’altro ci fa sentire accettati, prendendo sul serio i nostri desideri: allora ci si sente vivi e pieni.

Perché poi si consolida la coppia e perdura, dopo la fase dell’innamoramento? Si può consolidare una coppia per i più svariati motivi.

Freud sosteneva che una delle cause è il desiderio di non restare soli, perché l’individuo si sente incompleto quando è solo, e forse ne ha paura; il tema è stato largamente approfondito nei decenni. Molte sono state le altre teorie psicologiche coniate in merito alla coppia.  Un noto Psicoanalista, Roberto Losso parla della coppia come occasione per: avere una conferma del proprio valore; soddisfare bisogni d’amore, protezione, gratificazione sessuale; esprimere la propria aggressività (in una situazione sicura dove ci si sente compresi e tollerati); ricercare indipendenza dalla famiglia d’origine e dipendenza da qualcuno con cui si può abbandonare la “maschera sociale”; necessità di possesso; appagamento di fantasie di immortalità, attraverso la continuità e il significato del procreare figli; necessità di curare le proprie ferite familiari; la possibilità di un progetto in comune; i lmito della mezza mela ecc.

In fondo, da una analisi più approfondita, si potrebbe dire che il partner è come uno specchio che ci rimanda quello che siamo, e suscita dentro di noi emozioni e affetti che ci appartengono a monte. Se riuscissimo a cogliere questi aspetti, tramite un processo di consapevolezza di questa dimensione, ci sarebbe una vera accettazione reciproca nella coppia.  Il partner ci dice qualcosa di noi, ha aspetti simili a noi e accettarlo tuttavia spesso non è così semplice.

Come sostengono Vincenti e Irtelli, la coppia non è un traguardo da raggiungere ma potrebbe essere l’inizio di un processo, per aiutarsi a vicenda conoscere le proprie modalità d’essere, le proprie caratteristiche che si sono sviluppate nella storia personale e nei rapporti, in modo da poter evolvere nella ricerca di nuove modalità per aprirsi al futuro, in modo più libero e aperto.  Non sempre comunque i legami di coppia permettono tali possibilità poiché è frequente che la coppia sia un traguardo che si impone e cristallizza. Per evolvere e vivere la coppia come occasione di crescita è necessario affrontare la paura della solitudine che inevitabilmente ci tocca quando tentiamo di fare i conti con noi stessi, altrimenti l’Amore diventa solo un possesso infantile e regressivo. Quando due partner si mettono insieme, al fine di crescere assieme grazie all’Amore che li lega,se l’Amore è progressiva scoperta di se stessi tramite l’altro, esso è l’unica forza che permette il traguardo della durata nel tempo del legame. Ricordiamo che, come afferma il noto sociologo Bauman (nella foto in basso),, prendersi cura del benessere di un Altro, accresce anche la sensazione di benessere del Soggetto che si prende cura.  L’Amore può durare solo se diventa un’occasione di crescita per entrambi i partner, come strumento per cogliere la propria interiorità: allora nell’intimità si può cogliere aspetti sconosciuti e insospettabili di se stessi. L’Amore si sostanzia nella decisione di unire la propria vita a quella di un’altra persona, non è solo sentimento. Amare è una scelta, una promessa, un impegno. Se l’amore fosse solo un’emozione non vi sarebbero i presupposti perché duri, perchè l’emozione è fluttuante.  Questo amore è l’Amore vero che può durare nel tempo. Tuttavia

Tante altre cose sono accadute lungo la strada dell’individualizzata società liquido-moderna che hanno reso gli impegni a lungo termine sempre più rari, il coinvolgimento durevole un’eccezione e l’obbligo di reciproca assistenza “qualunque cosa accada” una prospettiva né realistica né ritenuta meritevole di grandi sforzi.

Bauman, 2006

 

Oggi appare quanto sia difficile amare qualcuno che non sia uguale a se e alle proprie aspettative, infatti è molto frequente il Don Giovanni moderno: colui che crede che ciò che conta sia andare alla ricerca di un emozione dopo l’altra; ha così luogo la ripetizione, la compulsione a sperimentare, che non gli permette di sperimentare l’Amore stesso. Oggi si approfitta infatti spesso di relazioni di breve durata con i siti di appuntamenti su Internet, che non sono la ultima spiaggia, ma spesso la prima scelta.  Questa modalità presenta i vantaggi della “caccia veloce”, che gli appuntamenti “ad personam” non possono offrire: si è certi del fatto che si può sempre tornare all’avventura e fare altre brevi incursioni di quello che è stato chiamato “shopping sentimentale”: un gioco frivolo in cui si sfogliano le pagine di un catalogo digitale, senza alcun obbligo di acquisto. Facili emozioni per tutti, relazioni veloci in cui si può dirsi: “Non ti amo, non ti odio, mi piaci, per ora”.

Quali sono le conseguenze di queste novità iper-moderne sulla coppia e sulla famiglia? Si cercheranno delle risposte nel libro. Una cosa è certa: venendo meno la stabilità nelle relazioni affettive oggi spesso si cerca la relazione in qualcuno che può, come noi, decidere in ogni istante, rapidamente, di spostare le sue attenzioni altrove, facendoci ripiombare nella solitudine, per poi ripartire da capo. Risulta quindi evidente ciò che afferma Bauman, ossia che: La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto sembra fare la relazione sentimentale. In una relazione puoi sentirti altrettanto insicuro di quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia. Bauman, 2006

 

A cura di Enrico Vincenti e Floriana Irtelli

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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