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Elezioni anticipate? L’Araba fenice. Di Fabrizio Garavaglia

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Giornali e telegiornali parlano con insistenza, in questi ultimi giorni, della possibilità della caduta del Governo.

Mes, gestione Recovery fund, riforma elettorale sono alcuni dei nodi dove, secondo i notisti politici e i commentatori, Conte potrebbe inciampare e andare sotto.

Vi posso assicurare che non è così, in Parlamento non si respira proprio aria di crisi, assolutamente.

 

Al di là delle dichiarazioni, ai messaggi cifrati inviati a mezzo stampa tra i partiti della maggioranza, e tra questi e i gruppi di opposizione, in realtà gli argomenti per non andare a casa sono ben solidi.

Intanto il Presidente della Repubblica è stato chiaro: se cade questo governo si va al voto. L’ipotesi Draghi, che circolava nei mesi scorsi, oggi non è più percorribile. Oltre ai 5Stelle da sempre contrari, oggi anche buona parte del Pd e gran parte del centrodestra sono contrari ad un governissimo.

Ci sono almeno tre solidi motivi per arrivare alla fine della legislatura, vediamoli.

  1. Il più concreto. Mettiamola così: chi di voi avendo vinto la lotteria butterebbe il tagliando vincente? Due terzi di questi impresentabili sono destinati a tornare a casa, all’oblio. Dovranno cercarsi un posto di lavoro o tornare, per chi aveva una occupazione, a vendere bibite allo stadio San Paolo-Maradona. Tra riduzione dei parlamentari e drastica cura dimagrante dei consensi i 5Stelle, ad esempio, si ridurrebbero, nel migliore delle ipotesi ad un centinaio rispetto ai 340 attuali. Così per Forza Italia, Italia Viva, etc. Vi pare che si votino contro?
  2. Il Governo e la maggioranza giallorossa devono procedere ad oltre 500 nomine in società ed enti. Anche qui vi pare che lascino “ai posteri” un boccone così ghiotto. Non di certo!
  3. Infine l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Nel gennaio 2022 scade il settennato di Mattarella. Da sempre, nella storia repubblicana, l’elezione del Capo dello Stato ha rappresentato l’apice della strategia politica, dietro l’elezione di ogni presidente si sono spese le migliori armi della politica, l’essenza stessa dell’arte politica, compresi grandi tradimenti e straordinarie convergenze.

Tornando a noi, vi pare possibile che questa maggioranza lasci ad un’altra, diversa maggioranza, decidere l’elezione del Presidente? Domanda retorica, mi rendo conto.

Forse voteremo nella primavera del 2022 o più probabilmente a scadenza naturale nel 2023.

Questo significa che nel centrosinistra, ma soprattutto nel centrodestra si dovranno ripensare le strategie, le alleanze e, non ultimo, il sistema elettorale da adottare. Non sono cose da poco.

Sic est.

Fabrizio Garavaglia

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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