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Economia, Magenta. Stf Balcke- Durr: perché STF ha ancora un futuro

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MAGENTA –   Incontriamo Christophe Renaud nel suo ufficio presso quella che fu la STF di Franco Trifone in Strada per Robecco. E piace come prima considerazione la scelta stilistica fatta da questo brillante manager transalpino di origine nizzarde che pur nell’evoluzione post fallimento di STF, ha voluto dare continuità a quella capacità imprenditoriale, a quel genio tutto suo che fu di Franco Trifone. “Vede – ci mostra Renaud – l’ufficio del Sig. Franco, ora sala riunioni, è rimasto come prima, con i suoi quadri e i suoi libri”.

Nulla, infatti, è stato toccato, così come – a testimonianza che la classe non è acqua – la scelta di Renaud di usare la vecchia scrivania da lavoro di Trifone. “Un giusto segno di riconoscenza – sottolinea il CEO di STF Balcke Durr – per chi con le sue idee, la sua inventiva e la sua competenza industriale ha saputo raggiungere risultati importanti con la sua azienda e non solo in Italia”.

D’altronde, il recente passato di STF è conosciuto ai più. Per anni a Magenta e nel territorio dell’Alto Milanese STF è stato sinonimo di sviluppo e imprenditorialità, di lungimiranza e di capacità di aggredire e conquistare mercati esteri importanti. Non a caso, ad un certo punto, nella sola sede magentina di Strada Robecco dava lavoro a circa 250 persone. Altri tempi si dirà.

Ma già il fatto di essere riusciti dopo il fallimento a dare continuità a questa realtà storica, seppur in uno quadro economico fortemente compromesso, è un segnale di speranza.

A questo proposito, insieme a Renaud abbiamo ripercorso le principali tappe che hanno portato Mutares – un fondo d’investimento specializzato nel rilevare e rilanciare aziende in difficoltà – attraverso la sua controllata Balcke-Dürr, che produce e fornisce servizi per aumentare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni per il settore energetico e l’industria chimica, a firmare l’ accordo per l’acquisizione della divisione Heat Transfer Product (HTP) di STF (Salvatore Trifone e figli) dalla famiglia Trifone.

Fu questa la prima transazione di Mutares in Italia da quando la holding company aveva aperto la sua sede a Milano nel giugno 2017. “Un’operazione – commenta Renaud – che aveva la sua logica in considerazione del fatto che l’obiettivo di STF Balcke Durr era di sviluppare il suo mercato in Francia (nell’ambito energetico e delle relative centrali di produzione ndr) dove, peraltro,  STF prima del fallimento operava da tempo con una propria divisione”.

Dunque, un progetto nato nel 2017 e che aveva la sua ratio di fondo. Ma che, inevitabilmente, ha dovuto fare i conti con la tempistica dei nostri tribunali. E così l’acquisizione definitiva del ramo d’azienda è datata ottobre 2018. “Il closing – ricorda Renaud – in pratica è avvenuto un anno fa di questi tempi. Siamo partiti con 35 persone della vecchia struttura e in questi primi dodici mesi siamo arrivati a 45”.

Pertanto, segnali di crescita incoraggianti che sono e stanno andando di pari passo con l’obiettivo di allargare il mercato della vecchia STF.  All’epoca infatti l’azienda della famiglia Trifone operava in Francia rispetto ad un unico cliente EDF, il tutto con i relativi rischi del caso. “La strategia pertanto è stata subito quella di allargare il portafoglio clienti. Da qui le nuove collaborazioni con General Eletric e con Arcelor Mittal”.

E’ interessante la lettura che il CEO di STF Balcke Durr dà al mercato italiano e non solo dell’energia. “Purtroppo l’esperienza di questi primi mesi mi ha fatto comprendere come le molte difficoltà burocratico amministrative che ci sono nel vostro Paese spesso si trasformano nel colpo di grazia per aziende già in difficoltà”.

Una situazione a tratti paradossale, rispetto a quanto accade in Francia dove accanto ad un modello di welfare decisamente più solido del nostro, c’è anche una cultura del lavoro e della sua difesa di cui il nostro Paese pare esser ormai sprovvisto.

“Ho notato che non c’è coordinamento tra i diversi livelli istituzionali”. Scarsa attenzione, così come – al di là delle dichiarazioni di facciata – poca sensibilità da parte della politica. “Come STF Balcke Durr sono qui da oltre un anno ma nessuno dell’Amministrazione comunale mi è venuto a trovare, non ho avuto contatti in pratica con nessuno, eppure la mia porta è sempre aperta…” evidenzia  Renaud che poi aggiunge: “Per fortuna si è fatto avanti qualche imprenditore privato che pur non avendone titolo diretto, ma solo come forma di cortesia, mi ha permesso di entrare in contatto con altri soggetti che operano in questo territorio”.

Una considerazione per certi versi disarmante. Ma che non riguarda solo Magenta. “Abbiamo sul tavolo i dossier di almeno altre sette aziende con caratteristiche più o meno analoghe ad STF che vivono un momento di grossa difficoltà”.  Da qui l’idea del Gruppo di allargarsi facendo altre acquisizioni in Italia. Una strategia della Company che ha anche una sua funzione etica. “Sì perché – rimarca Renaud – in Italia ci sono  competenze a livello industriale, esiste know how unico, che non può andare disperso. Ci sono professionalità a questo proposito che in Francia non esistono. Occorre allora cercare di preservare queste storie imprenditoriali di successo spesso nate in una dimensione famigliare com’è stato anche per STF all’inizio”.

 

Sempre in quest’ottica e grazie agli incoraggianti risultati ottenuti dal “Management” di STF Balcke Durr  l’idea di  integrare la società Balcke Durr Italiana già presente sul territorio italiano con sede a  Fontignano nei pressi di Perugia dove sono impiegate circa 55 persone.

“La nostra idea – conclude Renaud – è quella di acquisire più clienti e contestualmente, portare avanti più produzioni. Solo così si può resistere al meglio ai diversi cicli industriali che, gioco forza, sono soggetti a fluttuazioni”.  Dentro a questo contesto, e magari con una maggior attenzione da parte degli interlocutori istituzionali, STF  – seppur in questa versione 2.0 al momento ridotta – potrà scrivere ancora una pagina significativa nella storia industriale di questo territorio.

 

 

Fabrizio Valenti

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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