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Dall'archivio:

E il 2019 porterà in dote il primo libro su Alberto Clementi, eclettico ‘anarchitetto’ di Bià..

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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ABBIATEGRASSO – L’abbiamo incontrato ieri sera, in un locale del centro, alla festa di un’abbiatense molto conosciuta. Impossibile non riconoscerlo: un cappotto blu che sarà spuntato da una Londra del 1975, con delle graffette fissate sul bavero sinistro.

Alberto Clementi, superata da qualche anno la ‘linea’ immaginaria dei 60, è quello di 40 e più anni fa: il ragazzo inquieto e ribelle che vede i Rolling Stones la prima volta a 14 anni, al Palalido. Che incrocia Joe Strummer in una birreria di Londra. Che fa il fotomodello a New York, partecipa alle feste dello Studio 54 di Andy Warhol, va ai party in compagnia di Jerry Hall, che conosce la Loredana Bertè dei primi anni Ottanta, quella che fa impazzire Bjorn Borg.

 

 

 

 

 

Loredana Bertè

 

 

 

 

 

 

 

Jerry Hall

 

 

 

 

 

 

Tante le vite percorse da Alberto Clementi, che presto- è la notizia dei primi giorni dell’anno- saranno raccolte in un libro dedicato alla sua vita di architetto, fotografo, ideatore di locali, organizzatore di mostre. La definizione migliore per Alberto è forse quella di ‘Anarchitetto’: passato tra gli anni della contestazione, vissuti sino in fondo gli anni 80 del disincantato riflusso, Alberto Clementi ha lasciato di sè tantissime tracce nella sua Abbiategrasso, lui figlio di commercianti molto noti, anni fa.

Sarà Federico Scarioni, già autore della biografia di Omar Pedrini, a curare il volume. Col concorso di Francesco Oppi, figlio di uno dei più importanti uomini di cultura dell’Est Ticino dal Dopoguerra ad oggi: quel Daniele Oppi dalla cui vena creativa scaturì l’utopia del Guado di Robecchetto.

Alberto Clementi e le sue opere sono stati ripresi da molte riviste di style e design. Come quando a Bià, nel cuore del Parco del Ticino, una riseria di circa 1300 mq è stata trasformata in una dozzina di grandi  appartamenti e in sei piccoli studi. L’architetto Clementi ha voluto conservare l’estetica industriale del complesso rendendo molto funzionale l’immobile, per esempio introducendo il riscaldamento a serpentina nel pavimento o isolando meglio i tetti ma lasciando le tegole marsigliesi.

L’appartamento qui pubblicato è, quindi, uno dei più belli di una lungimirante operazione di ristrutturazione che gode di una magnifica v sta sul parco e sovrasta una ex fossa viscontea. Dall’ingresso si entra direttamente nel living e si coglie con uno sguardo quasi tutta la casa: il soggiorno, la sala da pranzo, la cucina e due soppalchi, uno destinato alla camera da letto dei padroni di casa e un altro destinato a studio e libreria. Vicino alla cucina si apre una porta verso un ex silos, ora trasformato in due camere da letto e bagno per i due figli della coppia.

Tante vite in una, tante passioni per una vita mai banale e mai scontata: Alberto Clementi sta arrivando. Stay tuned, stay rock..

 

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