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Dopo il successo di “Amici”, intervista al giovane talento musicale e cinematografico Luigi Strangis. A cura di Monica Mazzei

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LUIGI STRANGIS: LE INFINITE SFUMATURE DI UN ARTISTA

Intervistare Luigi Strangis è come avere difronte due anime, se hai abbastanza profondità per recepirle. A tratti è un ventenne come tutti gli altri e lui ci tiene moltissimo a rimanere ciò che era.
A tratti, esattamente come nella sua voce, quando canta, emerge in superficie l’adulto, quasi il “vecchio”. È un po’ l’effetto che fa la sua voce da brividi, che già ti prende da qualche nota nel trailer del film “Il Talento di Mr. Crocodile”, live-action per famiglie, con il quale sarà al cinema dal 27 ottobre prossimo.
Non è la sola novità per questo giovane talento uscito vincitore dall’ultima edizione conclusa del talent “Amici”: il 21enne polistrumentista e cantautore che ha già all’attivo molte date live e diversi singoli, esce su tutte le piazze musicali domani, 14 ottobre, con l’album composto tutto di suo pugno “VOGLIO LA GONNA” (Etichetta 21co e distribuito da Artist First), per la bellezza di dieci tracce che raccontano l’amore e la libertà secondo Luigi.
“Stai Bene su Tutto” è il singolo che ne ha anticipato l’uscita.
In previsione un tour e la sua prima volta live a Milano.
 

Perché il titolo “Voglio la Gonna?”. È così anticonformista secondo te?

Non è tanto per essere anticonformista, quanto per affermare il mio diritto ad essere libero di desiderare ed essere qualunque cosa.
È un messaggio generalizzabile alla nostra generazione ma non solo. È un discorso di libertà che si espande ad ogni ambito e ad ogni pregiudizio di una volta, come la ragazzina di 15 anni che oggi può studiare matematica per diventare ingegnere.

In quale periodo hai scritto i brani di questo album?

Risalgono tutti allo stesso periodo. Giugno, luglio, agosto. Alcuni brani addirittura risalgono ancora a quando ero dentro “Amici”. Infatti il disco è molto energico perché rispecchia quel mio periodo li, in cui si registrava a volte sul momento e c’era un grandissimo entusiasmo.

Come dicevi tu, anche a me questa gonna fa pensare ad un concetto di libertà. Ma questo anche all’interno del rapporto d’amore, del quale il tuo disco racconta in tutte le sue sfumature, sino alle “cicatrici” finali. Come ti poni in un rapporto amoroso? Ti vedi più come colui che travolge o come colui che è più dolce e viene travolto?

Devo dire che dipende molto da chi ho davanti. In realtà questa gonna è semplicemente qualcosa che io amo indossare e che non dovrei nemmeno spiegare.

 

Ti piaceva la musica anni Ottanta?

Si un sacco! Ottanta e Novanta. Ascolto solo quella (sorride).

Come hai lavorato sull’aspetto musicale? Tu hai detto che è stato un lavoro contratto nel tempo fin da “Amici”, quindi forse è stato un momento di maggiore irruenza, di grande esplosione.

Si, diciamo che è stato tutto… Non voglio dire “veloce”, perché sarebbe l’impressione non sia stato curato abbastanza, ma è stato tutto molto spontaneo e molto carino, anche perché sono riuscito a dare le mie direttive. Non del tutto precisamente perché ero sempre in giro per lavoro, ma sono riuscito a suonare e anche a comporre dentro le musiche delle produzioni.

Infatti hai passato un’estate dividendoti tra vari palchi, infatti ti abbiamo visto molto in giro a suonare. Come è stato suonare su quei palchi che fino a poco tempo fa vedevo solo in televisione?

Infatti è ancora tutto come se fossi dentro ad un sogno: lo sto facendo ma è come se ancora non me ne accorgessi.

Da quando hai concluso la tua partecipazione ad “Amici”, non hai ancora trascorso tanto tempo fuori come quello che hai trascorso dentro… Stai ancora cercando un tuo equilibrio fuori?

In realtà l’equilibrio l’ho trovato. Vivo tutto con leggerezza senza pensarci troppo su.

A Milano hai già suonato o è una prima assoluta? Come sarà scaletta ecc?

No, non ho ancora mai suonato a Milano. Sarà tutto suonato, suoneremo tutto il disco, e volevo inserire nella track list dei momenti acustici. È come se volessi portare il Luigi in cameretta, che adesso suona ad un pubblico più grande di allora.

Tu derivi dall’esperienza di “Amici” che hai vinto. Quali sono le differenze che riscontri nel vivere professionalmente la musica all’interno di un contesto televisivo e in tutti gli altri ambiti?

Diciamo che fondamentalmente quando faccio musica è sempre un po’ lo stesso mondo. Certo, “Amici” da la possibilità di far conoscere anche la persona oltre all’aspetto musicale. È inevitabile del resto che ci sia questo aspetto.

Qual è l’insegnamento più grande che ti è rimasto da questa esperienza?

Ce ne sono tanti in realtà. In 8 mesi, a parte l’aspetto musicale visto che è una scuola vera e propria di musica e di canto, penso di aver imparato a non fermarmi mai davanti all’apparenza. Vivere per tanto tempo con molti ragazzi che sono molto di altri posti, sembra scontato ma in realtà, fa capire molte cose della vita dei ragazzi e di come vivono, in base anche ad un luogo diverso, e non bisogna fermarsi mai nemmeno di fronte alle semplici parole.

Ho letto che tu sei polistrumentista ma a livello di voce non hai fatto questa grande scuola, eppure hai una voce straordinaria e lo dico senza piaccioneria: ho sentito come tutti i colleghi il tuo album in ore-ascolto e poi ho sentito il trailer del film, è l’altra cosa bellissima che hai fatto e sarai al cinema dal 27 ottobre con la tua interpretazione, perche hai dato la voce per la parte italiana in “Il Talento di Mr. Crocodile”. La tua sembra quasi una voce più adulta. Come l’hai sviluppata, dal momento che non hai fatto nessuna scuola specifica?

Inizialmente l’ho sviluppata cantando ed esercitandomi a più non posso da solo. All’inizio ero in una band fans, poi ho scritto un disco in inglese da solo. E infine ho iniziato a suonare nei locali della mia città. In quei momenti ho iniziato a capire come funzionava la mia voce. Il mio punto di forza e’ sicuramente cercare di migliorare sempre. Non sono mai andato a lezioni di canto perché avevo paura che qualcuno potesse snaturarmi. Poi ho scoperto che in realtà era un mio timore infondato, perché fortunatamente ci sono tanti insegnanti bravi. Poi sono arrivato ad “Amici” e anzi, non solo non mi hanno snaturato ma mi hanno aiutato a tirar fuori di più i miei punti di forza e a svilupparli al meglio. Infatti sono insegnamenti che non dimentico mai.

Quanto è cambiata la tua vita dopo la tua vittoria del 16 maggio? E come è stato tornare in Calabria per le vacanze? E c’è qualcuno dell’attuale edizione in cui ti rispecchi?

La mia vita è sicuramente cambiata. Ma vivo tutto come se fossi il solito Luigi.
Di vacanze in realtà ce ne sono state poche. È stato bello però appena possibile rivedere i miei amici, anche se ci restavano male perché poi me ne dovevo sempre andare via dopo poco tempo. Ho fatto un po’ di avanti e indietro. Però per me è bello così. Sono ancora quello a cui piace passeggiare per le strade della propria città.
Riguardo a quella di quest’anno è sicuramente una bella classe, ma è ancora presto per me per dare una valutazione. Sicuramente avranno tempo per mostrarsi ancora di più. “Amici” è un percorso che ti da spazio se sai starci proprio dentro. Bisogna solo stare attenti che non dia alla testa.

 

Quanto è stato bello vedere l’Ippolito di Lamezia pieno per te, il 25 agosto?

È stato bello anche perché io non lo avevo mai visto, se non un paio di volte. L’ho visto pieno come di una grande famiglia riunita. Lamezia mi ha supportato davvero tanto.

Hai fatto molte altre date live. Quali artisti ti piacerebbe incontrare? Quali di quelli incontrati ti hanno lasciato qualcosa di più?

Non tutti ti lasciano qualcosina. Non tutti hanno una personalità singolare e non da tutti prendi qualcosa. Ho conosciuto Nek splendida persona, con Alex Britti ci siamo visti anche dopo.

Tre aggettivi per descrivere quest’album?

Quest’album è l’inizio di un nuovo percorso. Sono sempre io perché non è passato chissà quanto tempo. Però c’è già una nuova dimensione musicale, come dicevo prima sul messaggio di libertà.
I tre aggettivi sono: energico ma leggero e a tratti profondo.

È davvero nell’aria una collaborazione con Fedez come si mormora su web?

Penso siano solo voci (ride).

Il fatto che grazie ad “Amici” tu ti sia fatto conoscere anche a livello personale, è stato un vantaggio che ti ha permesso di sfruttare anche i mezzi social non po di più? I fan dopotutto vogliono qualcosa di più oltre alla musica da un artista?

Questo aspetto dipende un po’ come te la vivi. Può essere un vantaggio ma solo con la gente che riesce a capirti un po’ di più. Ma solo in questo caso. È un po’ uno svantaggio per me, perché io sono poco socievole. Quindi non sempre me la vivo bene però mi sto impegnando per essere un po’ più presente a livello social. Sicuramente è un vantaggio ed e’ anche bello che gli altri ti conoscano e si ritrovino in te.

 

 

Nel brano “Stai bene su tutto”, è iniziata con una risata. Come mai questa scelta?

Quella risata era vera. Stavamo registrando e probabilmente avevo sbagliato qualcosa che mi ha fatto ridere. Simone l’ha tagliata e l’ha rimessa ad inizio brano. Non ha nessun particolare significato: è bella solo perché è una risata aperta e vera.

Come è stato lavorare nel cinema in questa parte?

A livello del mio lavoro, trattandosi di canto, ero comunque nella mia confort zone. La cosa più particolare però è stata che io dovessi sottolineare con la voce anche un semplice gesto o movimento di un coccodrillo alto due metri.
Inizialmente mi ci sono dovuto un po’ abituare, poi ci ho preso la mano ed e’ andato tutto liscio. È stata la mia prima volta e ho dato il massimo che potevo dare.

Cosa hai pensato quando ti hanno chiamato per questo nuovo lavoro nel cinema? Hai avuto dubbi o ti sei buttato subito?

È stato un po’ particolare calarmi nel personaggio. Ho dovuto immedesimarmi prima di tutto nel contesto della storia. Per il resto però non era così lontana da un pezzo che potevo fare ad “Amici”. Anche quando faccio una cover a me piace capire da dove arriva il pezzo che è stato scritto. Ogni brano, anche una cover, diventa un po’ tua de si lega ad un ricordo particolare del momento in cui l’hai cantata.
Del coccodrillo erano più difficili in realtà i movimenti veri e propri è l’espressione delle labbra.
Del fatto che mi avessero chiamato a fare questa interpretazione, non potevo crederci… Soprattutto quando ho sentito i nomi degli interpreti in lingua originale!… E alla fine è stato davvero figo!

 

 

Qual è oggi la tua filosofia di vita?

Ad oggi (e la sua voce diventa all’improvviso più calda), la mia filosofia è continuare ad essere così come sono e rimanere libero, semplicemente. Libero di poter cambiare quando voglio, di poter ascoltare quello che voglio, e di poter andare avanti. Il mio pensiero è che “tutto scorre e va via… È vero… ”. (Un attimo di commozione e per un attimo è il Luigi adulto che parla). Grazie per questa domanda!

A cura di Monica Mazzei
Freelance culturale
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