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Don Giuseppe Marinoni: due nuove sfide per la nostra Comunità

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MAGENTA – Chi ha avuto modo di conoscerlo in questi mesi, si è subito reso conto che la Divina Provvidenza evocata da Alessandro Manzoni  nei Promessi Sposi esiste eccome. Sarà un caso (per chi è agnostico…), ma sta di fatto che l’approdo a Magenta di don Giuseppe Marinoni, Prevosto della nostra Comunità Pastorale, ha portato con sé un nuovo fermento. Entusiasmo, voglia di fare, anche di confrontarsi con sfide difficili, a volte con scelte magari solo all’apparenza impopolari come quella di affidare ai nostri fratelli Cristiani Ortodossi la chiesa di San Rocco (il che non significa che non venga più utilizzata per le altre funzioni religiose, anzi).

Don Giuseppe è “uomo del fare” , ma è anche soprattutto persona capace di aggregare. Ha le idee chiare sul dà farsi. Basti vedere come procede il progetto di ‘Non di solo Pane’, dal refettorio di Comunità, all’ambulatorio sanitario avviato all’interno del Centro Paolo VI. A breve dovrebbero esserci altre novità. Il ‘don’ è il caso di dirlo,  una pensa e mille ne fa. Per lui ogni arrivo è sempre una nuova partenza. Consapevole del fatto che solo ‘facendo squadra’ con la città si possono tagliare nuovi traguardi. Alla mattina il ‘rito del caffè’ mai fine a se stesso, ma perché anche quello è un modo per rafforzare il concetto del ‘NOI’. Lo vedi al bar con il presidente della Pro loco, o il Maggiore della Guardia di Finanza o il Comandante della stazione dell’Arma dei Carabinieri. Perché solo “assieme” si può far crescere Magenta e la sua Comunità. E perché le grandi cose, nascono quasi sempre da quelle più piccole, solo all’apparenza banali, che rientrano nella nostra quotidianità.

E così il nostro Prevosto, come scrive nella lettera arrivata in questi giorni nelle case di molti parrocchiani, ha già bene in mente i prossimi obiettivi da raggiungere: il nuovo campo di calcio dell’oratorio di San Martino in erba sintetica e la sistemazione degli altri spazi dedicati alle attività sportive. “Perché le attuali strutture sono oramai obsolete e in alcuni casi non conformi alle norme in materia di sicurezza”. “Un investimento – scrive il Parroco –  da valutare soprattutto sotto l’aspetto educativo e pastorale, volendo fare un forte segnale di attenzione e vicinanza a bambini, ragazzi e giovani, che sono il futuro della nostra Comunità”. 

Altro capitolo il Santuario della Beata Vergine dell’Assunta. Una sfida da far tremare i polsi. Un progetto ambizioso per il quale servono un milione di euro,  ma che deve essere visto responsabilmente come un patrimonio di tutto il nostro territorio da salvaguardare. Non a caso, è nata la Onlus Pietre Vive Onlus che ha come sua principale missione quella del far proseliti e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.

A questo proposito don Giuseppe informa: “La prima fase dei lavori, ossia, il rifacimento del tetto della parte absidale della chiesa e della sacrestia, l’installazione di rilevatori di umidità di risalita, la messa in sicurezza e la parziale sostituzione delle vetrate, inizierà a ricevimento delle autorizzazioni da parte delle autorità competenti e, comunque, a breve”.  Dunque, avanti. Insieme.

F.V.

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