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Disturbi alimentari, Borghetti (Pd): “A Ville Turro posti letto a rischio e richieste in crescita: Regione risponda”

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Cosa sta accadendo al Centro Disturbi del comportamento alimentare dell’Irccs Ospedale San Raffaele Turro di Milano? Lo chiede con un’interrogazione a risposta scritta, appena depositata, Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e vicepresidente d’Aula, che ha ricevuto informazioni preoccupanti sul funzionamento della struttura.

“Chiedo al presidente regionale e all’assessora al Welfare se corrisponde al vero la notizia che è prevista la riduzione di posti letto per i ricoveri di pazienti affetti da disturbi alimentari a Ville Turro, e nel caso come intenda agire Regione Lombardia fa sapere Borghetti . E vorrei capire se davvero, contestualmente alla scelta di dismettere 15 posti letto del reparto, sono pervenute le dimissioni volontarie del responsabile. Perché se così fosse, la situazione è davvero pesante dentro una struttura così importante a livello cittadino, ma anche regionale”.

Per questo, tra l’altro, Borghetti chiede anche “quanti sono in Lombardia i posti letto per i ricoveri di pazienti affetti da disturbi alimentari nelle strutture pubbliche e in quelle private; quante strutture pubbliche e private si occupano di disturbi alimentari; l’andamento storico delle liste d’attesa per la presa in carico di questi pazienti; l’importo dei fondi stanziati per i Dca”.
A Ville Turro gli specialisti si occupano di anoressia nervosa, bulimia nervosa, sovrappeso, obesità da alimentazione incontrollata, e il Centro si avvale di un approccio multidisciplinare che prevede la collaborazione integrata di diverse figure terapeutiche con l’obiettivo di realizzare un programma personalizzato adattato alle specifiche esigenze del paziente.

“A seguito della pandemia i disturbi del comportamento alimentare sono aumentati tra gli adolescenti, soprattutto l’anoressia nervosa, e sono più che raddoppiate le richieste di aiuto e presa in carico, mentre si sono acuiti i disturbi alimentari preesistenti. Prova ne è che il Centro del San Raffaele ha raddoppiato le prime visite. Dismetterne una parte proprio ora sarebbe deleterio”, conclude Borghetti.

 

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