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Discarica Casorezzo/Busto Garolfo. Trezzani: “Sala e Città Metropolitana fermino il progetto ma dal Comitato ci aspettavamo toni più decisi”

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CASOREZZO/BUSTO GAROLFO – “Ci fa piacere che il Comitato antidiscarica abbia finalmente scritto a Giuseppe Sala, sindaco della Città metropolitana di Milano nonché l’unico ente che ha rilasciato le autorizzazioni necessarie per far partire i lavori della discarica, restiamo solo un po’ perplessi sul tono utilizzato in questa lettera”.

E’ intervenuto così in una nota odierna il Consigliere regionale della Lega Curzio Trezzani. “Infatti mentre contro Regione Lombardia, che si è espressa più volte sia recentemente sia nel corso degli anni in modo contrario a una discarica nel Parco del Roccolo e sulla quale comunque non ha alcuna competenza in materia, il Comitato e i sindaci di Busto e Casorezzo non perdono tempo a scagliarsi duramente pare proprio che per rivolgersi a Giuseppe Sala(PD) i toni siano notevolmente più pacati, quasi da richiesta “con il cappello in mano” si direbbe. È strano visto che, essendo uno dei principali responsabili dell’avvio lavori nell’ATEg11, ci saremmo aspettati una presa di posizione più forte e decisamente più dura. Comunque sia, anche la Lega si unisce, nuovamente, all’appello del Comitato e chiede, per l’ennesima volta, a Città metropolitana che vengano revocati i permessi per la realizzazione di una discarica tra Casorezzo e Busto Garolfo e che Sala, prestando fede alle proprie parole, non presenti nessuna memoria difensiva sul ricorso presentato dal PLIS e dai comuni interessati.

Nel frattempo in Regione ci siamo mossi e infatti – ha proseguito Trezzani – durante l’approvazione delle linee guida al nuovo piano gestione rifiuti, attualmente in fase di gestazione alla DG Ambiente di Regione, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato un emendamento a firma Lega che prevede l’introduzione di un nuovo criterio escludente per l’insediamento di attività di trattamento e smaltimento rifiuti. Questo nuovo criterio è individuato nei corridoi primari della rete ecologica regionale, che si somma ai parchi naturali, alla rete natura 2000, ai monumenti ambientali etc. L’area in questione è interessata proprio da un corridoio primario della rete ecologica regionale, quindi qualora il TAR dovesse accogliere i ricorsi e annullare le autorizzazioni, la ditta nel ripresentare la documentazione a Città Metropolitana dovrà rispettare questo nuovo criterio”.

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