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Dall'archivio:

Diritto & Rovescio: a proposito di vu cumprà. Anzi no di V.A.S (Venditori Abusivi di Spiaggia)

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Lo so, tutta la popolazione italiana li chiama vu cumprà , ma per non passare per razzisti, xenofobi , fascisti o , peggio ancora leghisti li chiameremo V.A.S. – venditori abusivi da spiaggia. I primi sono comparsi alla fine degli anni ’80 – primi anni ’90 e sono stati guardati dai bagnanti italiani con simpatia e curiosità. Non erano molti e sotto gli ombrelloni ci fu un certo interesse per questi extracomunitari che vendevano direttamente le loro merci vicino alle sedia sdraio. Spesso si creavano delle specie di assembramenti  dove un folto gruppo di signore sceglieva vestitini e costumi da bagno.

L’avvocato Giovanni Marradi

Uno dei primi che girava sulla spiaggi di Marinella di Sarzana si chiamava Mohamed ma, per praticità era conosciuto come Giuseppe. Giuseppe è molto simpatico e durante l’inverno viveva a Torino nella zona di Porta Palazzo. All’inizio vendeva principalmente orologi, in particolare Rolex farlocchi che, però, avrebbero ingannato anche uno scippatore napoletano. Il suo motto commerciale era il seguente:  “Hai la mia garanzia , se non funziona lo butti via”. Giuseppe oltre che un grande commerciante era uno che vedeva lontano e dopo due o tre anni aprì una filiale nella sua città, Casablanca. In sostanza d’estate si riciclò a vendere vestiti per le Signore , ottenendo alla prima sanatoria utile una licenza da venditore ambulante. Durante l’inverno andava a Casablanca , dove aveva aperto un negozietto frequentato dai turisti italiani che visitavano il Marocco. Attualmente i suoi figli gestiscono a Marinella un ristorante sempre pieno di avventori. Fu certamente grazie a personaggi come Giuseppe se i V.A.S. hanno goduto di molta tolleranza anche da parte delle amministrazioni comunali , dei gestori degli stabilimenti balneari e delle Forze dell’Ordine. Poi, come succede sempre in Italia, si esagera e ormai, in certi giorni ci sono più V.A.S. che bagnanti . Anche i V.A.S. hanno la loro categoria del “lusso” tanto che qualche anno fa, per evitare i rari sequestri , alcuni si erano organizzati a Forte dei Marmi con dei veri e propri cataloghi. Avvicinavano sotto i tendoni da Euro 2.000,00 al mese le ricche signore che villeggiavano al Forte e mostravano un catalogo contenente praticamente tutte le griffe esistenti sul mercato. Le signore trattavano il prezzo , facevano l’ordinazione e il giorno dopo il V.A.S., puntuale come un orologio svizzero consegnava la borsa farlocca, direttamente in spiaggia. Il mercatino si è spostato anche sui vialetti che permettono l’accesso agli stabilimenti balneari ovvero nelle zone del porto frequentate dai passanti. Vi sono luoghi dove i negozi di scarpe da ginnastica di Corso Vittorio Emanuele di Milano sembrano dei mercatini rionali, tutte le marche sono rappresentate e le scarpe sono, ovviamente copiate e non originali . Come ho detto l’atteggiamento nei confronti dei V.A.S. è piuttosto tollerante ma ha anche qualche eccezione. Il comune di Cervia, benché governato da un Sindaco del PD ha dichiarato guerra ai V.A.S. e l’organizzata Polizia Locale della località adriatica ha avuto ragione del fenomeno. In molte altre località si fa quella che possiamo definire: “ la retata fumo negli occhi”.

Uno dei primi giorni di Agosto le forze dell’ordine locali e nazionali si scatenano su di una spiaggia: fermi, sequestri, denunce per violazione dell’Art. 515 del Codice Penale. Dal giorno successivo e per tutto il periodo delle vacanza spariscono. Quello che ho detto fino ad ora non è scritto da cittadino di un Paese normale e civile . Il cittadino di un Paese normale e civile dovrebbe preoccuparsi molto per il fenomeno . In primo luogo tutta la merce è venduta “in nero” con una evasione fiscale che raggiunge dei picchi impressionanti. Inoltre la merce venduta dai V.A.S. non è certamente di loro produzione e, quindi si riforniscono da dei grossisti che praticano a loro volta la vendita in nero. Proprio una delle icone della sinistra, lo scrittore Saviano nel suo libro Gomorra spiega come le scarpe fasulle vengano importate a Napoli su dei veloci motoscafi e stivate in locali nei pressi del porto che sembrano delle normali case di abitazione ma, in realtà sono state sventrate all’interno e trasformate in magazzini. Ovviamente senza il consenso o la fattiva collaborazione della camorra l’operazione sarebbe irrealizzabile. Ora, ammesso pure che lo stato italiano possa infischiarsene di questa gigantesca evasione fiscale vi è una palese ingiustizia nei confronti dei commercianti regolari, i quali pagano salatissime tasse e devono avere il permesso anche , si fa per dire, per arieggiare i loro negozi. Non solo, pensate come è contento il commerciante di, ad esempio, Marina di Carrara che vende le Adidas o le Nike originali e che sa che a 300 mt. dal suo negozio i commercianti abusivi vendono sul marciapiede le stesse scarpe ma farlocche. Vi è, peraltro, un altro aspetto che dovrebbe proprio stare a cuore a molti che proteggono i V.A.S. Spesso gli stessi V.A.S. vendono giocattoli o giochi da spiaggia che finiscono, ovviamente, nelle mani dei bambini. I sequestri della Guardia di Finanza hanno dimostrato che questi giocattoli non danno alcuna garanzia, provengono dal Sud-Est asiatico e sono realizzati con materiali tossici e, quindi, gravemente pericolosi per i bambini. Dunque, anche nel caso dei V.A.S. gli italiani devono fare una scelta e la scelta è tra due corni del dilemma, la legalità o l’illegalità . Scegliete .

Giovanni Marradi

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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