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Del Gobbo sui seggiolini anti abbandono: “Norma giusta ma che non può ricadere sulle spalle delle famiglie”

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MILANO –  “Condivido il senso della norma, non le tempistiche e il rischio che i costi ricadano solo sulle famiglie. È assurdo e ingiusto”.

Durissimo Luca Del Gobbo, consigliere regionale in Lombardia di Noi con l’Italia, che commenta la notizia, confermata dal ministero dei Trasporti, dell’entrata in vigore oggi, 7 novembre, dell’obbligo di installare il dispositivo anti-abbandono sui seggiolini per auto destinati ai bambini sotto i 4 anni.

“È giusto l’obiettivo della legge – chiarisce Del Gobbo –: evitare che riaccadano episodi di abbandono di minori in auto. Ma non esiste annunciare l’obbligo, con una circolare del ministero dell’Interno, il giorno prima della sua entrata in vigore. E a poco serve dire che sul sito del Ministero dei Trasporti si avvertiva, il 29 ottobre, con ben 9 giorni di anticipo, il via all’obbligo. Sono tempi strettissimi. Le famiglie sono attonite e preoccupate: ci si attendeva un margine di tempo superiore per adeguarsi, il 6 marzo 2020, mentre alla data del 7 novembre sarebbero dovute diventare obbligatorie le sole caratteristiche tecniche, cui produttori e acquirenti dovevano conformarsi, lasciando 120 giorni alle famiglie per mettersi in regola”.

Sui costi da sostenere, Del Gobbo solleva un altro problema. “Ci sono gli incentivi, è vero. Ma non è ancora chiara quale sia la procedura di richiesta. L’unica certezza è che le risorse disponibili per alleggerire i costi sono insufficienti. I soldi a Bilancio coprono incentivi per l’acquisto di 500mila dispositivi, ma è stato calcolato che i bambini di età fino ai 4 anni, in Italia, siano quasi 2 milioni (dati Istat) per un totale di 3,2 milioni di seggiolini da mettere a norma (stima Assogiocattoli). Ergo. Lo Stato annuncia un obbligo 24 ore prima della sua entrata in vigore, dice alle famiglie: pagate subito, ti rassicura che gli incentivi ci sono, ma non chiarisce né come né dove richiederli e soprattutto non stanzia risorse sufficienti. È da irresponsabili”.

Del Gobbo conclude augurandosi “che lo Stato provveda a rimediare e a correggere il prima possibile le conseguenze di un caos vergognoso”.

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