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Dall'archivio:

Dasvidania tovarisch

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

La prima volta che lo incontrai, immagine nitida, accadde nella redazione di Città Oggi. Era una sera che andava in nottata. Entrò, occupando con la sua gran mole l’atrio, mi si piazzò davanti, stavo scrivendo non so più cosa, e mi guardò. Gli dissi di spostarsi che mi faceva ombra e seguitai a scrivere. Si era avvezzi che entrassero tutti in redazione anche chi sembrava scappato dallo zoo. Disse che voleva collaborare da Bareggio, disse dell’altro e finì affermando che lui era un comunista. Allora lo guardai, accesi una sigaretta, e gli dissi che non si preoccupasse per così poco, che in ogni famiglia, ancorché nobile, si trova la sua puttana ed il suo impiccato. Montò a furia arrossendo sotto quella barba allora nerissima e annaspò storcendo un pacchetto di MS, vuoto. Scoppiò a ridere. Era un guascone e gli passai un pacchetto delle mie (che mi restituì al primo ‘stipendiuccio’ che si era meritato). Scriveva con la Bic su bloc notes mignon, una bizzarria sua. Quei foglietti parevano francobolli nelle sue manone. Ed era anche un pignolo. Nessuno si lamentò mai di inesattezze e non fece mercimonio del suo ruolo per baratti sottobanco. Capita spesso. Mai lui, che in un regime sarebbe passato direttamente al capestro o alla Vorkuta, e non sappiamo dire quale sarebbe stato meglio, viveva così. Onestamente. Duramente. Faticosamente ma fieramente. Ci siamo voluti bene e ci siamo stimati. Per Città Oggi ha fatto il cronista.

Ha fatto il distributore, in giro di notte a portare le copie alle edicole dopo esserle andate a prendere in tipografia con il furgone Opel Combi bianco. Ha fatto anche i traslochi. È morto oggi. Si chiama Gian Piero Bersani. Era vedovo. Sua moglie Roberta l’ha aiutato tanto, nel giro della notte, nella conta delle rese e nelle riscossioni. Una ragazza fragile nel fisico ma tanto buona. Lui era così, ti esponeva il suo punto di vista con leale franchezza e ascoltava il tuo. Non denigrava la persona, discuteva, sino all’irrisione, dell’idea. Poi Città Oggi è finito e ci siamo perso di vista ritrovandoci negli anni nella vetrina Facebook. Oggi, primo gennaio 2017, è morto.13558880_10207182741669075_6250826208292936667_o

Quando si tornerà a fare sul serio, un bel giorno dovrà accadere, e si andrà a scrivere, per davvero, una tesi di laurea sulle realtà giornalistiche territoriali sorte all’inizio degli anni Novanta e vissute un decennio, Gianni Bersani, meriterà un medaglione. Il mio compagno Gianni è andato in avanguardia e quando lo raggiungerò, presto, nell’aperto dell’eterno ci saluteremo e non mi stringerà la mano ma mi abbraccerà, come l’ultima volta che lo vidi, quasi a farmi soffocare. Come oggi, in questo dolore. Dasvidania tovarisch.

 

E.T.

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