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Dall'archivio:

Dalle steppe orientali arriva sul Ticino lo Storno roseo

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MAGENTA – Una nuova specie di grande interesse ha fatto la sua comparsa nelle scorse settimane nella Valle del Ticino: lo Storno roseo. Si tratta di un lontano parente dello Storno, specie da noi molto comune e frequentemente nidificante sugli edifici e nelle cavità degli alberi. Questa specie ha però la caratteristica di vivere abitualmente in Russia ed Asia centrale, e solo raramente nidifica in Unione Europea, in particolare in Ungheria e Bulgaria. Ogni tanto però (non tutti gli anni) questa specie orientale tende ad “invadere” l’Europa con migliaia di individui, per lo più alla ricerca di cibo, rappresentato in particolare dai frutti dei gelsi. In questi giorni numerosi storni rosei stanno comparendo qua e là sul territorio italiano, non succedeva da decenni, e per la prima volta sono apparsi anche nel Parco della Valle del Ticino. Il loro piumaggio è decisamente inconfondibile per la tinta generale rosa vivace alternato a un nero lucente e  per  una distintiva cresta, non presente nello Storno comune. “L’impegno speso nella conservazione del patrimonio naturale e nella sostenibilità degli interventi ha reso questo  territorio protagonista, contribuendo  concretamente alla protezione della natura-  commenta il presidente Gian Pietro Beltrami -. L’individuazione dei siti di interesse comunitario, finalizzati a garantire la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali tutelate dalle normative europee, hanno consentito  l’equilibrio tra sviluppo economico e qualità ambientale del territorio. Fattore indispensabile per il mantenimento di tale equilibrio è la salvaguardia del patrimonio di biodiversità, la sua trasformazione in un grande valore naturale e culturale rende possibile  la conservazione di questo prezioso patrimonio naturale”.

 

La prima comparsa dello Storno roseo nel Parco del Ticino è stata documentata nell’ambito delle attività di monitoraggio ornitologico del Progetto LIFE “Ticino Biosource”, co-finanziato da Commissione Europea e Fondazione Cariplo, che vede il Parco del Ticino come ente capofila e Fondazione Lombardia Ambiente e GRAIA quali partner scientifici. Uno stormo di circa trenta individui ha infatti deciso nei giorni scorsi  di trascorrere la notte nei canneti delle vasche di fitodepurazione del torrente Arno, a Castano Primo, frammisti a numerose centinaia di storni comuni, un ambiente che permette loro di sentirsi al sicuro rispetto a eventuali predatori terrestri.

“La scelta di implementare in modo importante l’attività di monitoraggio, operata dall’Ente alcuni anni fa, è stata più volte premiata da osservazioni particolarmente significative, che confermano ogni volta di più il ruolo del Parco dl Ticino come corridoio ecologico ma anche come area in cui nuove specie possono trascorre parte dei loro cicli vitali – aggiunge il consigliere Fabrizio Fracassi -.Ciò sottolinea l’estrema valenza naturalistica del nostro Parco per la cui analisi non si deve trascurare il contesto territoriale in cui è inserito: siamo nel pieno della industrializzata e agricola pianura padana, a pochi chilometri da Milano e dal suo hinterland . Tutto ciò depone assolutamente a favore della gestione operata dal Parco nei suoi oltre 40 anni di vita”.

 

 

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