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Da quella regione povera del Marocco un po’ tutti sono venuti a Magenta: la storia di Rachid

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MAGENTA – Caldo asfissiante. Sono ben pochi quelli che frequentano il cimitero a Magenta in questi giorni. Qualcuno in più la domenica, poi in settimana quasi nessuno. Verrebbe da dire scherzando che son di più i marocchini fuori sul piazzale che quelli che entrano a trovare i loro cari. Anche i marocchini sono pochi in questi giorni, a dire il vero. Chi ha potuto ed è riuscito a mettere insieme i soldi è partito. Rachid non ce l’ha fatta e rimane sotto quel misero lembo di ombra ad aspettare che qualcuno si fermi a comprare. Non è uno che infastidisce Rachid. Qualcuno che si ferma con lui c’è sempre. Proviene da Bni Yakhlef, una decina di chilometri da Khourigba, 100 chilometri a sud di Casablanca. In questi anni ci siamo accorti che sono tantissimi i marocchini che provengono da quella zona. È una delle più povere. Rachid El Mdaik ha 26 anni, allarga le braccia e dice: “Ai tempi si era sparsa la voce che qua si stava bene. Da noi si faceva la fame. Oggi anche qua non si sta bene. Da noi si dice, ridendo, che i primi che sono venuti qua han fatto i soldi, i secondi han fatto i documenti. E i terzi han perso la testa. Tra questi ultimi ci sono io”. Ride Rachid, ma gli piacerebbe fare altri discorsi. “Ai turisti che arrivano in Marocco fanno vedere solo le cose belle. – continua – Non distante da dove abito io c’e’ un paesino sulle montagne dove la gente muore di freddo. Perché d’inverno da noi si muore di freddo, mica lo sanno i turisti. Io sono venuto qua a 14 anni perché ho sentito da altri del mio paese che almeno si riesce a campare. Da noi non c’è nulla. C’e’ tutto per chi ha i soldi che può diventare ancora più ricco. Chi non ha niente è destinato a rimanere povero. E a nessuno da noi gliene importa niente dei poveri. Perche’, altra cosa che nessuno sa, da noi in Marocco c’e’ tanto razzismo. Non ci vogliamo bene. Nessuna pensione, la sanità la paghi tutta. Mio papà è malato e io ogni tanto mando 100, 150 euro. Sabato scorso ho guadagnato 65 euro a lavorare per un giorno. Ogni tanto ci riesco, ma non sempre va bene e allora vengo qua. I vigili ci controllano sempre. Non faccio male a nessuno, ho i documenti in regola. Ho preso anche la patente qua. Adesso spero di riuscire a metter via i soldi e riuscire ad andare in Marocco a gennaio”.

Graziano Masperi

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