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Dall'archivio:

Da oggi nelle sale Hammamet, di Gianni Amelio e con un grande Favino. E recita pure il critico abbiatense Fabrizio Tassi

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MILANO – Esce oggi nelle sale l’atteso ‘Hammamet’, il film dedicato dal grande regista Gianni Amelio agli ultimi giorni di Bettino Craxi in Tunisia, nella sua casa-fortezza con moglie e figlia. Per fare questo si affida al talento istrionico di Pierfrancesco Favino, che grazie a un trucco prodigioso (5 ore al giorno), e’ identico all’ex leader socialista morto vent’anni fa.

    C’e’ la politica in questo film, ovviamente, ma nessuna presa di posizione o volonta’ di esprimere un’opinione sulla vicenda storica dell’ultimo grande leader della Prima Repubblica, fuggito in Tunisia per evitare il carcere e considerato da alcuni un “esule politico” e da altri un “latitante”.
Nelle sue note di regia, Gianni Amelio chiarisce subito l’intento del suo film: “Non volevo fare una biografia, ne’ il resoconto esaltante o travagliato di un partito – scrive il regista – e men che mai un film che desse ragione o torto a qualcuno. Volevo rappresentare comportamenti, stati d’animo, impulsi, giusti o sbagliati che siano. Cercando l’evidenza e l’emozione”, conclude.
    Per questo ‘Hamammet’, malgrado l’identita’ il protagonista, e’ soprattutto un film su un uomo solo, malato, orgoglioso, un uomo che un tempo ha avuto immenso potere e poi e’ scappato dal suo Paese per accuse che ritiene ingiuste. Il Craxi di Amelio – che nel film non fa alcun nome, neppure quello dell’ex leader socialista che chiama semplicemente Presidente perche’ “e’ fin troppo ovvio” – racconta a tutti la stessa storia che ha esposto in Parlamento quando si e’ difeso:
tutti i leader di partito prendevano soldi, perche’ “la democrazia ha un costo e la politica ha bisogno di soldi come la guerra di armi”.
    Il Craxi di Amelio non vuole tornare in Italia perche’ i magistrati lo arresterebbero e, come ha detto qualche pm (allusione ovvia al pool Mani Pulite), lo “sbatterebbero in cella e farebbero fondere la chiave”.
Nel film (notizia nella notizia..) recita anche il nostro collega giornalista Fabrizio Tassi, critico cinematografico (e direttore della Voce dei Navigli) di Abbiategrasso, che passa dal ruolo di spettatore e ‘recensore’.. a quello di ‘attore’ oggetto di recensione.
Fa un po’ impressione stare in quell’elenco, dall’altra parte della barricata
(Film enorme. Ma io sono di parte, quindi vi toccherà andarlo a vedere per verificare di persona), ha annunciato sulla sua pagina Facebook il nostro (bravissimo) collega, che interpreta il ruolo di un delegato al congresso del Psi nel 1989. E che ha potuto vedere da vicino la magistrale interpretazione di Pierfrancesco Favino.
Il Craxi di Amelio e’ anche quello che sostiene che “se una persona sta male la devi aiutare, ma non puoi farlo se sei un politico perche’ il politico deve aiutare tutti”.
    Il Craxi di Amelio, insomma, e’ un uomo orgoglioso che si sente il capro espiatorio del sistema travolto da un’inchiesta giudiziaria (“che non funziona visto che secondo i magistrati tutti hanno preso soldi meno il principale partito dell’opposizione”, sostiene) e che deve combattere contro il male che lo sta minando piano piano. Un uomo, a ben vedere, sconfitto. Con una moglie (Silvia Cohen) che gli sta vicino non si sa bene perche’, una figlia (che qui si chiama Anita ed e’ interpretata da Livia Rossi) che lo accudisce come un’amante e un’ex amante (Claudia Gerini) che non si rassegna ad essere stata abbandonata quando e’ fuggito in Tunisia.
    Nel film Amelio inserisce la figura di Vincenzo Sartori, un funzionario socialista (Giuseppe Cederna) che nel momento della riconferma plebiscitaria nel 1989 alla guida del Psi lo avverte che qualcuno sta indagando sul sistema di corruzione nel mondo politico. “La Chiesa ha sempre preso soldi nei secoli e nessuno ha mai detto niente”, risponde Craxi-Favino. “Ma noi non siamo la Chiesa – la risposta del compagno – siamo i cani che ci sono entrati. E con i cani si usa il bastone”. In seguito, lo stesso funzionario scrive in una lettera recapitata al Presidente dal figlio di Vincenzo Sartori, Fausto (Luca Filippi): “Davvero non sapevi che il morbo e’ diventato epidemia?”.

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