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Cuggiono: la mostra “Artistinsieme” a Palazzo Clerici

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CUGGIONO –  Costruire un linguaggio comune, fare in modo che attraverso l’arte si costruiscano relazioni tra mondo della disabilità e scuole del nostro territorio, così da promuovere una diversa consapevolezza e una vera cultura nelle nuove generazioni rispetto ai temi della fragilità.

Sono   queste le motivazioni principali che da nove anni a questa parte ispirano il progetto ‘Artistinsieme’ portato avanti dai Centri Diurni Disabili, RSD e SFA di Fondazione Mantovani Sodalitas e che anche quest’anno avrà come sua location d’eccezione Palazzo Clerici a Cuggiono dove la mostra inaugurata sabato mattina alla presenza –  tra gli altri, accanto al Direttore Generale di Fondazione Mantovani Sodalitas Michele Franceschina e alla coordinatrice Gabriella Calloni , dell’On.le Lucrezia Mantovani, del vice sindaco di Cuggiono Cristian Vener con l’assessore Giuliana Soldanino – è in corso di svolgimento fino a questa sera alle 18,30.

La rassegna ‘Note di colore’ è il frutto della positiva contaminazione tra i ragazzi del CDD ‘Il Seme’ di Busto Garolfo, con la Scuola Primaria ‘Mazzini’ di Buscate e la ‘Mozzoni’ di Cuggiono, del CCD di Castano Primo “Vicolo dei Fiori” con la Primaria ‘Falcone e Borsellino’ di Castano Primo, quindi, della RSD “Progetto Diamante” di Arconate con la Primaria ‘Maestri d’Arconate’ di Arconate.

Hanno, inoltre collaborato attivamente all’iniziativa i CDD ‘L’Arcobaleno’ di Trezzano sul Naviglio, “Il Faro” di Cogliate, il CDD di Magnago e lo SFA ‘L’Aurora’ di Inveruno.

 

“Si è trattato – spiega la Coordinatrice Gabriella Calloni insieme alla sua vice Cristina Marchesi – di un lavoro avviato con l’inizio dell’anno scolastico durante l’orario settimanale dedicato a questo genere di laboratori”.

Ancora una volta l’arte, ma anche la musica che ritorna spesso nelle ‘creazioni’ che saranno esposte a Palazzo Clerici, è il filone conduttore di queste oltre quarante opere realizzate.

“Molto importante – sottolineano Calloni e Marchesi – è anche il lavoro preparatorio che facciamo con i bambini. Prima di iniziare l’attività vera e propria, infatti, cerchiamo attraverso esperienze di natura sensoriale, motoria e cognitivo-comunicativo, di fare immedesimare i più piccoli in quella che è la realtà quotidiana vissuta da un disabile. In questo modo, oltre a facilitarne l’incontro, diventa naturale sviluppare il sostegno al compagno: nasce quella che noi definiamo come relazione d’aiuto”.  A questo proposito, la più bella immagine che evidenziano Calloni e Marchesi è quella del bambino che aiuta con la mano il disabile nel gesto artistico. Un’istantanea che vale più di mille discorsi.

“Questo progetto – rimarcano le due responsabili – ha svariate valenze educative, perché non solo sensibilizza i più piccoli rispetto alle problematiche connesse alla fragilità, ponendo le basi perché diventino adulti più responsabili, ma fa in modo che anche i bambini oggi in difficoltà, riescano ad inserirsi meglio nel contesto scolastico”.

 

 

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