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Crisi idrica/2: per la CIA occorre puntare sull’innovazione

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MILANO – “Manca l’acqua, non piove da mesi sulla Pianura Padana, ma è da tempo che gli agricoltori hanno iniziato a fare i conti con i cambiamenti climatici. Da sempre – spiega il presidente di Cia Agricoltori Italiani Provincia Centro Lombardia Paolo Maccazzola – il meteo affianca la quotidianità del lavoro della terra, e in questi ultimi lustri il diverso regime delle piogge ha già accompagnato l’evoluzione del settore. Il ruolo degli agricoltori custodi dei beni comuni acqua, aria, terra e paesaggio è fondamentale e in continua evoluzione”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per le coltivazioni del riso, una delle produzioni tipiche della pianura lombardo piemontese, si sta nuovamente intensificando la semina in acqua, dopo decenni di tendenza verso quella in asciutta. In cambio di una maggiore attività degli agricoltori, vi è una forte riduzione di uso di acqua, migliori resa e qualità, e un riapprovvigionamento delle prime falde freatiche.

Per il ciclo del latte sono in corso una serie di azioni per i vegetali necessari all’alimentazione dei bovini (razione composta da mix di mais, erba medica, fieno).

Mais. E’ anticipata la semina, per cercare di sfruttare l’umidità residua dell’inverno e le attuali temperature, anticipando così di alcune settimane il raccolto, riducendo dunque l’irrigazione nella stagione più calda quindi con maggiore richiesta. Inoltre gli agricoltori stanno dotando i campi di impianti di sub irrigazione a goccia anziché in superficie a scorrimento.

Coltivazione di erba medica. C’è un incremento rispetto al mais, a questa produzione basta infatti la pioggia per svilupparsi. Gli allevatori stanno modificando la razione dei bovini aumentando la percentuale di questa pianta al posto del granoturco.

Fieno. Per i prati stabili si registra un calo della produzione già dallo scorso anno, quindi le quotazioni del fieno, già alte, potrebbero avere una considerevole impennata, già dal maggengo (il raccolto di maggio, il primo dell’annata) qualora dovesse proseguire l’attuale situazione siccitosa. Vi sono sempre più richieste di preventivi per dotarli di impianti di sub irrigazione (35 cm sotto terra) anziché a pioggia, ma la redditività rispetto al mais è più bassa, quindi non si trova un equilibrio economico.

Ortaggi, non ci sono stati finora particolari problemi, la terra è lavorata velocemente dagli agricoltori per non disperdere l’umidità e si adottano tecniche moderne, che prevedono l’erpicatura, anziché l’aratura. Si muove la terra solo in superficie e non in strati più profondi, lasciando quindi più umidità. Per incamerare acqua sta aumentando la pratica del sovescio, l’interramento di piante prima della semina di quelle per il raccolto. Questo sistema apporta acqua e frazione organica, che consente a sua volta di mantenere più lungo l’umidità.

C’è ovviamente timore per l’estate. Gli agricoltori più avanzati stanno iniziando a installare sensoristica, così da irrigare in modo più preciso in base alle condizioni meteo e alla tipologia di piante, questo sistema migliora anche le rese perché aumenta l’assorbimento.

Frumento e orzo. I raccolti dei cereali invernali hanno bisogno di irrigazione per poter concludere il proprio ciclo, situazione che ne aumenterà i costi e che complica la situazione perché il sistema irriguo è ancora in asciutta per l’ordinaria manutenzione annuale.

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