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‘+Crisanti: Italia come Inghilterra in 2 mesi. Zambon: Cina nascose Covid ad Oms

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MILANO Quando arriveremo anche in Italia alle immagini della Spagna e di Madrid? “Io non guardo alla Spagna, guardo a Israele e all’Inghilterra. E penso che, nel giro di 2-3 mesi, potremo stare in una situazione molto simile a quella dell’Inghilterra”. Crede nella possibilità di un agosto più libero il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, intervenuto ad ‘Agorà’ su Rai3. “Poi ovviamente – avverte – c’è la sfida di rimanere tali”, mantenendo il traguardo raggiunto.

 

”Il Covid è stato segnalato in Cina il 31 dicembre 2019 quando l’ufficio Oms di Pechino venne a conoscenza di circa 27 casi di polmonite di eziologia sconosciuta. Ci è stato però detto che non c’era alcuna prova di trasmissione da uomo a uomo. L’Italia non era del tutto impreparata a un’epidemia quando arrivarono le prime notizie dalla Cina. Nel 2006, dopo la prima di epidemia di Sars il ministero della Salute e le regioni hanno approvato una preparazione nazionale contro l’influenza pandemica. La pianificazione, tuttavia, è rimasta più teorica che pratica”. Così, a Repubblica, l’ex ricercatore dell’Oms Francesco Zambon, che definisce i paragrafi a pagina 2 – in cui aveva segnalato i ritardi italiano e dell’Oms – nel report del rapporto dell’Organizzazione mondiale della Sanità “una sfida senza precedenti, la prima risposta dell’Italia al Covid”.
      Zambon afferma di aver capito ”il 21 febbraio” cosa stesse succedendo: ”L’Oms faceva documenti ogni giorno e fino a quel momento erano stati segnalati solo nove casi. Improvvisamente sono diventati 76: Vo’, Codogno, i focolai erano troppo distanti uno dall’altro. La situazione era incontenibile, eravamo già spacciati. Le date sono una traccia importante. Il 21 gennaio l’Oms aveva comunicato che esisteva un virus che si trasmetteva da uomo a uomo. L’Italia aveva un piano nazionale pandemico, seppur datato al 2006 e mai aggiornato. Ma c’era. Ecco, io penso che da gennaio al 21 febbraio si potessero fare tante cose che non sono state fatte. Piuttosto che donare le mascherine, era necessario stoccarle, verificare il magazzino italiano, formare il personale sanitario. L’Italia non si sarebbe salvata dalla pandemia, ma avremmo potuto ridurre di molto i danni”.

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