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Covid & vaccinazioni. Fiat Vax, l’intervista a Maria Cristina Migliarese

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Si sono prestati a dare aiuto alla campagna di vaccinazione e hanno poi raccolto le esperienze vissute
 

A cura di Massimo Moletti

 

COME HA PASSATO QUESTO PERIODO DI CORONAVIRUS?

All’inizio della pandemia devo essere sincera ho sofferto molto sotto due aspetti:
Il primo per la paura di questa infezione di fronte alla quale eravamo inermi senza conoscenze. I bollettini televisivi erano sconfortanti e le difficoltà per organizzare la normale vita quotidiana erano molte.
Il secondo per la forzata inattività a cui ero sottoposta. Abituata a lavorare anche solo in regime di ricerca non retribuita, a contatto con il pubblico, mi sentivo una persona inutile. Mi telefonavano i miei pazienti per sapere quando avrei ripreso e la mia risposta era “non lo so”. In Ospedale ogni piccolo spazio era stato adibito a ricovero urgenza. E poi non potevo permettermi di rischiare di ammalarmi perché a casa ho un familiare fragile che supportavo e supporto. Non sopportavo chi non si atteneva alle regole imposte (mascherine e distanziamenti). Poi dopo avere superato la paura di “uscire” mi sono quasi abituata a convivere con mille precauzioni e rinunce. La vita ha avuto una svolta il giorno in cui La direzione di Presidio mi ha chiamata per sapere se fossi disponibile per fare le vaccinazioni. Invito a nozze, gioia immensa per potermi rendere utile per la comunità. Rientravo finalmente a lavorare seppure con la paura di non essere all’altezza del compito e di potere contrarre la malattia. Iniziare ha significato rimettersi a studiare vaccini, delibere, indicazioni e controindicazioni: una materia che non era la mia, considerando che ho fatto l’anestesista rianimatrice per una vita intera. Non è stato un problema mettere in moto il cervello.
Esperienza irripetibile perché con un gruppo di colleghi volontari, tutti in pensione ,abbiamo passo passo , scritto delle linee guida atte a fare di noi dei bravi vaccinatori. Da soldati in trincea siamo diventati un esercito regolare e ordinato. Al momento attuale ho ripreso quasi tutte le mie attività e vivo realizzata , seppure con le dovute precauzioni. Mai fermarsi. Vita è movimento del pensiero e del corpo. L’uomo è stato creato per comunicare con gli altri e per potersi arricchire di tutte le esperienze.

 

OSPEDALE DI NIGUARDA

DA CHE COSA È NATA L’IDEA DI FARE QUESTA INIZIATIVA SCRITTA?
E’ stato un nostro collega che ha pensato di fare scrivere ad ognuno di noi un racconto sull’ esperienza vaccinale. Eravamo ad una cena a giugno fra noi “veterans” e ci ha proposto questa iniziativa. L’adesione è stata unanime da parte nostra. Il libro sarebbe stato visibile on line e poi si sarebbe visto che cosa fare. Non ho esitato e ho scritto subito la mia esperienza.
Al momento attuale gli sviluppi sulla divulgazione di questo manoscritto sono stati notevoli grazie al grande lavoro della dott.ssa Testa e del dott. Bossi. Sono orgogliosa di avere partecipato a questa iniziativa davvero singolare.

UN MOMENTO BELLO DELL’ESPERIENZA DELLA VACCINAZIONE.
Per me è stato il giorno in cui dopo essere riusciti ad avere un contratto regolare come volontari , abbiamo ricevuto da parte del Direttore Generale la comunicazione della premiazione per l’alto contributo nella fase vaccinale di tutto il personale di Niguarda. Con la presenza di fotografo ci è stata consegnata una targa al merito e una lettera di encomio. Ero emozionata e commossa. Dopo lunghe battaglie il nostro lavoro come volontari era stato riconosciuto. Mi sento orgogliosa per avere iniziato per prima a fare questa richiesta. Dico questo perché quando hanno dovuto inserire nei turni il personale medico retribuito, non ci volevano riconoscere come personale effettivo. Non eravamo tutelati dall’ospedale a livello assicurativo e non rientravamo in nessun contratto.
Quando, sono tornata a casa ho messo in evidenza la targa e mi sono detta “anche noi abbiamo contribuito a tutelare tutti i nostri colleghi che avevano lavorato indefessamente durante tutta la pandemia a loro rischio e pericolo”.

IL MOMENTO PIÙ FATICOSO
Il momento più faticoso lo ricordo all’inizio delle vaccinazioni per gli anziani. Mese di febbraio, pioggia e freddo. Eravamo entrati puntuali sapendo che quel giorno ci sarebbero state molte presenze. Sapevamo inoltre che i tempi di anamnesi che normalmente erano scorrevoli sarebbero stai più lunghi vista la presenza di persone anziane ,sorde in carrozzina . Ma per un errore della ditta incaricata delle prenotazioni anziché dare gli appuntamenti ogni 10 minuti li aveva dati ad ogni minuto. Lascio immaginare la fila che si è formata fuori. Pioveva e faceva molto freddo. Non si potevano lasciare fuori anziani e fragili. Ci è stato chiesto di accelerare anamnesi e vaccinazioni. Nel corridoio, carrozzine e barelle di invalidi trasportati dalle ambulanze. ll caos più totale, senza contare che tutti dovevano aspettare 15 minuti dopo la vaccinazione.. In tale occasione è stata allertata la protezione civile che nel giro di poco ha allestito tendoni per mettere al riparo queste persone. Mi ricordo che noi medici siamo usciti dagli ambulatori e abbiamo iniziato a fare le cartelle nella saletta d’aspetto nei corridoi , e talora utilizzando come superficie d’appoggio i muri, pur di accelerare. Anche noi medici ci siamo messi a vaccinare. A fine mattinata avevamo vaccinato 900 persone. Ricordo un episodio divertente. Mentre si aspettava il defluire di quanti dovevano essere vaccinati un signore che pensavo fare parte del servizio d’ordine mi si avvicina e con toni gentili mi chiede se non fosse possibile proseguire con la compilazione delle cartelle da parte di noi medici. La mia risposta fu secca” non vede la fila di persone che aspetta la fase di inoculazione dei vaccini?. Appena smaltita ricominceremo.” Non ci fu risposta. Era il Direttore Generale Dott. Bosio in persona. Tra me e me ho pensato: ”Cristina ti sei giocata il posto”. Ad oggi lavoro ancora presso il centro vaccinale!!!!

ANZIANI IN CODA PER IL VACCINO TICINO NOTIZIE

 

A CHI È RIVOLTO QUESTO SCRITTO?
Questo scritto è rivolto a tutti. Tutti devono sapere quanto sia importante vaccinarsi e devono rendersi conto di quanto ci sia dietro ad un momento così singolare. Ritengo che sia doveroso che si sappia che dietro un lavoro vaccinale che a volte diventa ripetitivo ci sono dei medici che hanno anch’essi delle fragilità e che percepiscono situazioni umane, paure e perplessità. Non siamo delle macchine da guerra.

AVETE ALTRE PROSPETTIVE EDITORIALI IN CANTIERE?
Per il momento essendo il lavoro solo on line ci limitiamo a divulgarlo ad amici e conoscenti .Poi so che ci saranno iniziative per avere una maggiore visibilità. Penso che a questo testo seguiranno altri racconti e altre esperienze . Il collega Prof. Bossi e la Dott.ssa Testa al momento hanno fatto veramente tanto e li ringrazio . Ognuno di noi cercherà di dare le proprie idee e il proprio contributo affinché questa linea divulgativa possa proseguire.

GLI ITALIANI SONO DILIGENTI DURANTE LE VACCINAZIONI…SONO MATURATI ???

Si gli italiani si sono dimostrati motivati e diligenti durante le vaccinazioni. Abbiamo avuto una grande adesione. Questo denota senso di responsabilità nei propri riguardi e verso la comunità. Rispetto alla fase iniziale dove non venivano accettate le regole ora sono più maturi. Dalla mia esperienza ci sono ancora molte persone che non dicono di essere NO VAX ma che con molte scuse vogliono aspettare. Questi non matureranno mai e saranno di cattivo esempio per tutti coloro che hanno titubanze.

 

A cura di Massimo Moletti

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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