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Covid, Bonaccini al Corriere: ‘Basta con chiusure e decisioni all’ultimo minuto’

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MILANO –  Le forniture del vaccino “dipendono dalle aziende produttrici, i contratti li ha firmati la Commissione europea per tutti gli Stati membri. Io confido nella forza della Ue e nell’autorevolezza internazionale del presidente Draghi, perche’ cessino i tagli e le dosi in arrivo si moltiplichino. Serve un deciso cambio di passo”. Lo dice in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che concorda con Prodi “quando propone che le imprese che detengono i diritti sui vaccini li rendano disponibili a chiunque sia in grado di produrli con efficacia”. I vaccini “devono essere un bene pubblico”.
    Le persone “sono esauste – sottolinea – il continuo entrare e uscire da zone colorate, senza che si riesca a piegare la curva in maniera strutturale, non aiuta. Ci sono attivita’ economiche che non sanno cosa accadra’ il giorno dopo, altre chiuse da troppi mesi. Occorre cambiare schema”. Al governo “chiediamo un confronto sulla revisione dei parametri e delle misure, per dare maggiori certezze a cittadini e imprese e rendere piu’ efficace l’azione di contrasto al virus”. Bisogna evitare “che dopo l’anno dell’unita’ e della solidarieta’, segua l’anno della rabbia sociale e della frustrazione. Chiediamo al Cts indicazioni piu’ chiare e al governo di riconsiderare l’impianto dei provvedimenti”. Draghi “ha convocato il Cdm e sembra andare verso un portavoce unico del Comitato tecnico-scientifico, credo sia la strada giusta. In ogni caso noi proponiamo una tempistica diversa per l’esame di dati, ordinanze, decorrenze. Non deve piu’ succedere che si prendano decisioni all’ultimo minuto”.    Comunque Bonaccini giudica “ottimo” il programma di Mario Draghi e spiega che le Regioni sul Recovery plan chiedono “condivisione. Il piano deve essere partecipato e aperto al Paese”.    In questa fase “il Pd ha dato prova di responsabilita’ per dare una guida forte e credibile al Paese. Dopodiche’, serve un partito piu’ grande in un centrosinistra piu’ largo, che vinca e convinca”.
“La struttura commissariale di Arcuri e’ stata l’interfaccia principale delle Regioni: molte cose non hanno funzionato, molte non avrebbero funzionato al di la’ di Arcuri. L’importante e’ che si decida: o si da’ fiducia o si cambia questa struttura commissariale”. Cosi’ il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ad “Agora’” su Rai 3. “Non possiamo stare due mesi nel limbo con una struttura commissariale che ogni giorno viene, di fatto, delegittimata sui giornali, ma che continua a detenere tutte le leve di comando”, conclude il governatore.

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