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Dall'archivio:

Cosa succede all’ospedale di Magenta? I nostri lettori chiedono trasparenza

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MAGENTA –  Facciamo una premessa di fondo: non è lo stile di questo giornale on line fare del sensazionalismo, né tanto meno di chi vi scrive. Però ci piace la trasparenza, tanto più in un momento storico così delicato e difficile come quello che stiamo passando.  A tratti senza precedenti. Comprendiamo, peraltro, l’esigenza di chi sta dall’altra parte di non creare ulteriore panico, però, ci rendiamo conto che se, come si chiedono, comportamenti responsabili ai cittadini, così sarebbe anche opportuno dare ai cittadini tutte le informazioni del caso.

La domanda che da più da parti ci arriva in questi giorni  concitati in redazione è sempre la stessa: cosa sta succedendo dentro all’ospedale “Giuseppe Fornaroli”? Ci sono e quanti sono i malati ricoverati per il Covid 19? Si stanno riorganizzando altri reparti? Accanto alle domande di chi ci segue, ci sono le telefonate degli operatori sanitari. Che, comprensibilmente, vogliono rimanere anonimi.

Ma che ci descrivono una situazione, comunque, di difficoltà,  esprimono timori e tutta la loro preoccupazione e in parte incolpano anche noi media di non fare fino in fondo il nostro mestiere. Noi dal canto nostro, gli facciamo presente che esiste il reato di Procurato Allarme articolo 658 del Codice Penale che così recita: “Chiunque, annunziando disastriinfortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità , o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio,  è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro”. 

Che va da sé non intendiamo compiere.  Siamo sempre passati attraverso i canali istituzionali, le cosiddette ‘fonti ufficiali’, ma ad oggi da questi canali non si cava granché.  La prudenza è d’obbligo. E così dobbiamo accontentarci di discorsi generici,  mezze parole, sottintesi. Lo abbiamo scritto e ripetuto, capiamo il momento. Non c’interessano gli scoop. Però, in questo momento occorre che la gente sappia.  Dire che la situazione è sotto controllo, che tutti i protocolli vengono rispettati, scusate ma è dire tutto e dire niente. E considerato che l’ospedale non si trova sull’iperuranio, ma è un luogo fisico che, seppur oggi con ancora più la dovuta attenzione –  (*sono state sospese tutte le prestazioni ambulatoriali differibili compresi i ricoveri (vedi https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi-e-informazioni/cittadini/salute-e-prevenzione/coronavirus/sospensione-attivita-ambulatoriali) – viene frequentato da moltissime persone, forse, un po’ più di trasparenza non guasterebbe. Anche per aiutare il lavoro dei nostri Sindaci.

Da queste colonne, nei giorni scorsi, abbiamo criticato il nostro primo cittadino, per aver omesso nella sua comunicazione quotidiana, il fatto che una dott.ssa del ‘Fornaroli’ sia risultata positiva al tampone per il coronavirus. Pur non risiedendo il medico a Magenta, siamo ancora oggi fermamente convinti che quell’informazione il nostro primo cittadino l’avrebbe dovuta dare.

Ma quello che è stato è stato. Quello che però non si capisce è il perché in una città come la nostra che ospita un nosocomio importante, il secondo per servizi dopo quello di Legnano per l’area dell’Ovest Milano, non si debba sapere di preciso quanto accade al suo interno.

Questo non facilita il lavoro di noi operatori dell’informazione, che non possiamo certo basarci su semplici segnalazioni, ma nemmeno quello dei nostri amministratori locali, a quali non può essere certo fornito il semplice bollettino quotidiano dei concittadini contagiati. Serve maggiore condivisione, perché questo non è il momento delle reticenze e dei silenzi. 

 

F.V.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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