ROMA/BOLLATE – Renato Vallanzasca resta in carcere: la prima sezione penale della Cassazione ha confermato la decisione del tribunale di sorveglianza di Milano che, nel giugno 2020, aveva respinto la richiesta di Vallanzasca – condannato a 4 ergastoli e detenuto nel carcere di Bollate – di poter accedere alla liberazione condizionale o alla semiliberta’. La Suprema Corte, con una sentenza depositata oggi, ha rigettato il ricorso di Vallanzasca contro l’ordinanza emessa dai giudici milanesi.
I comportamenti di Vallanzasca non sono allo stato “oggettivamente tali da riflettere il definitivo ripudio del passato stile di vita e l’irreversibile accettazione di modelli di condotta normativamente e socialmente conformi”.
Lo sottolinea la Cassazione nella sentenza, depositata oggi, con la quale ha rigettato il ricorso di Renato Vallanzasca, il quale chiedeva di essere ammesso alla liberazione condizionale o alla semiliberta’.
I giudici del ‘Palazzaccio’ condividono quanto gia’ messo in luce dal tribunale di sorveglianza di Milano – che, nel giugno 2020, respinse le istanze di Vallanzasca – e, in particolare, la “mancata emersione di atteggiamenti del condannato che segnino, nei confronti delle numerosissime vittime degli innumerevoli e gravissimi reati, anche al di la’ di risarcimenti di tipo economico, pur possibili alla luce della non seriamente contestata percezione di somme di denaro per pubblicazioni, diritti di autore, anche per lo sfruttamento cine-televisivo dell’esperienza di vita del condannato, un’evidente ed effettiva resipiscenza”.