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Coronavirus, quando finirà l’epidemia? La risposta arriva dal simulatore: “Solo con il ‘metodo Cina’ a Pasqua si potrà tirare un respiro di sollievo”

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GENOVA – L’unica “scorciatoia” per rallentare la moltiplicazione dei contagi è il rispetto ferreo delle regole. Misure drastiche, che tutti stanno sperimentando nel lavoro e nella vita personale, quelle del Dpcm varato lo scorso 11 Marzo e che coincidono tutto sommato con il “metodo cinese”.

Un metodo che funziona: così dicono i primi riscontri numerici anche in Italia e così conferma uno speciale programma informatico che simula i possibili scenari del futuro, messo a punto a Genova dall’esperto in scienza dell’Informazione e modellistica Agostino Banchi, dal professor Andrea De Maria (Malattie Infettive Università di Genova) e dal professor Flavio Tonelli (Gestione delle Operations e Simulazione sistemi complessi). 

Dopo la sottovalutazione iniziale, Pechino impone la chiusura per quarantena dell’intera provincia dell’Hubei. E’ la svolta: si decide il blocco totale dell’economia, si fermano i collegamenti di trasporto; obbligo assoluto di restare a casa, di misurarsi la febbre ogni volta che si entra o si esce, di fare la spesa in modo razionalizzato. Il tutto sino ad oggi, quando il peggio (fatto salvo il rischio del “contagio di ritorno”) sembra passato. 

Il simulatore creato dagli esperti genovesi, che ora conta su un team di una dozzina di specialisti, indica la strada per vincere, nel più breve tempo possibile, l’aggressività del Covid-19: applicare le stesse regole e gli stessi accorgimenti che hanno consentito a Wuhan di neutralizzare la diffusione esponenziale del virus.

Il software è stato messo a disposizione gratuita di Regioni, Università ed enti di ricerca, grazie alla disponibilità degli sviluppatori e del Rotary Club Genova San Giorgio, del quale lo stesso Banchi è presidente. Si tratta di un programma che fornisce una simulazione numerica dello sviluppo del Coronavirus e, allo stesso tempo, delinea le possibilità che potrebbero materializzarsi nel futuro, compreso il grado di “sofferenza” per il sistema sanitario e il sovraccarico delle Unità di Terapia Intensiva. Uno strumento che si profila subito profondamente prezioso per assumere decisioni efficaci. Perché senza decisioni draconiane e rapide (e anche questo il simulatore lo conferma nettamente), si rischia di “tirare avanti” senza risultati apprezzabili e di prolungare l’agonia economica di un intero Paese.  

“Non è un modello prettamente matematico, ma un vero simulatore che analizzando diverse variabili riesce a riprodurre l’andamento del Coronavirus – spiega Agostino Banchi, amministratore di Helpy Software Engineering – Avevamo cominciato già mesi fa, studiando quanto accadeva in Cina e tracciando la propagazione esponenziale del nuovo virus. Quando in Italia è scattata l’epidemia, abbiamo subito tracciato l’onda corta dei contagi, modellando il nostro programma sui dati più attuali. E’ nato come un progetto a scopo didattico, che avrebbe dovuto essere al centro di una conferenza dal titolo ‘Pandemonio o Pandemia?’, una conferenza che avrebbe confrontato i numeri matematici con la realtà…”.

“E invece la realtà ha subissato i propositi iniziali. Il programma riusciva a prevedere con uno scarto del 2% la mortalità in Cina e si è rivelato subito altamente affidabile anche per il caso italiano. Da quel momento, si può dire dal 25 Gennaio, convenzionalmente data dell’infezione importata dal ‘paziente 0’, ci siamo impegnati per mettere insieme tutti i dati e rendere il software più performante”. 

“In un primo momento – prosegue Banchi – c’è stata quasi l’impressione che fosse un virus diverso perché, comparando quello che era avvenuto nella zona di Wuhan e quello che stava accadendo nei cluster della Lombardia, la virulenza in Italia si dimostrava superiore di oltre un punto. Questo è spiegabile con il fatto che da noi le interazioni umane sono più ravvicinate, dalle strette di mano agli abbracci. Se la diffusione che si è verificata in Cina si fosse riprodotta anche solo nelle regioni settentrionali italiane, ora saremmo in una situazione molto più preoccupante”.

Da qui si capisce l’importanza delle misure di contenimento, per quanto rigide. Il simulatore espone tre scenari, che poi coincidono con quelli proposti dalla Ragioneria di Stato: uno di base, uno peggiorativo e uno migliorativo. La morale che ne esce fuori è semplice: con le attuali misure del decreto “pienamente osservate” dalla popolazione si può ragionevolmente pensare di uscire dall’incubo Covid-19 a ridosso di Pasqua. Al contrario, anche soltanto la parziale inosservanza di queste misure nei prossimi dieci giorni guasterebbe gli sforzi fatti; e si prolungherebbe la pena delle restrizioni, con tutti gli effetti di dissesto economico e sanitario facilmente immaginabili.

“Lo scenario migliorativo è quello che vede l’applicazione delle regole comportamentali che sono state attuate a Wuhan, in modo rigoroso – chiarisce Banchi – Se invece disattendiamo le regole, ci trascineremo con blocchi e chiusure sino a fine aprile. Prima ci comportiamo bene e prima la finiamo con le misure inflessibili. Il simulatore prevede l’andamento del virus con una attendibilità del 7%. Ne esce fuori un messaggio evidente: se ci barricassimo in casa tutti quanti, uscendo solo per stretta e vera necessità o per fare le spesa ogni quattro giorni, per Pasqua saremmo fuori pericolo”. 

E’ il metodo che la Cina ha messo in pratica per correre ai ripari. Quando i contagi hanno superato quota 80 mila nel Paese orientale, il presidente Xi Jinping ha definito norme inderogabili, anche per lo shopping. “Perché una spesa fatta in modo intelligente, evitando di entrare nei supermercati e mettere le mani sugli scaffali, può fare la differenza”, sottolinea Banchi.

I modelli predittivi del software elaborato dagli studiosi genovesi, quindi, premiano il “modello Cina” che è stato recepito dal Decreto italiano appunto ribattezzato #iorestoacasa. “Con l’osservanza delle norme comportamentali siamo in grado di interrompere la propagazione del virus, abbatterlo sino alla conta di 200 o 300 casi, che sono gestibili, proprio come stanno facendo i cinesi. Per un po’ di mesi dovremmo convivere con giuste precauzioni, ma non cadremmo in un vortice più restrittivo”.

“Mettiamo a disposizione gratuita il simulatore, grazie ai professori De Maria e Tonelli, grazie all’Università di Genova e al Rotary Club, perché sia una risorsa nella lotta contro l’epidemia”, conclude Agostino Banchi.

articolo tratto dal nostro sito partner www.vigevano24.it

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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