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‘++Corbetta/Vismara: ha vinto Ballarini, e grazie al Cielo anche l’onore dell’Arma dei Carabinieri- di Fabrizio Provera

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CORBETTA – “Questa vicenda – ha dichiarato il primo cittadino – ha tanti punti di domanda e poche risposte, sono tanti gli elementi che non tornano, a partire dalle modalità in cui la comandante è stata fermata fino alla notizia finita sui giornali solo poche ore dopo il fermo dando il via a una vera e propria macchina del fango nei confronti della dottoressa Vismara e anche dell’amministrazione comunale di Corbetta”.

Rilette oggi, 13 aprile 2021, queste parole di Marco Ballarini pronunciate a gennaio del 2020, pochi giorni dopo il via alla clamorosa indagine sul comandante della Polizia Locale Lia Vismara, appaiono profetiche. E anche coraggiose. Il primo cittadino di Corbetta, che politicamente spesso si è comportato e si comporta come un elefante in cristalleria, ha vinto su tutta la linea. 
La difesa del comandante di Polizia Locale che Ballarini ha fortemente voluto a capo dei ‘ghisa’, e che ha sempre preservato dai virulenti attacchi giunti da molte parti da 1 anno a questa parte, evidentemente corroborato dal prosieguo delle indagini, ha sortito l’effetto sperato e pervicacemente voluto dal primo cittadino.
Rileggiamo un’altra dichiarazione del gennaio 2020: Ballarini ha confermato che il capo dei vigili rimarrà al suo posto e ha lanciato anche pesanti accuse: “E se la droga fosse stata piazzata lì da qualcuno?”  Mentre le indagini proseguono per capire come mai la 31enne avesse nella propria auto le dosi di cocaina, il sindaco di Corbetta è irremovibile: Lia Vismara – ha dichiarato – continua a svolgere le sue mansioni. Fino a quando non verrà chiarita la sua posizione, resta comandante della polizia locale di Corbetta. Ieri mattina è stata sottoposta al test del capello per capire se abbia fatto uso di sostanza stupefacenti in passato, i risultati arriveranno tra alcuni giorni. Nel frattempo nessuno sarà sospeso: io sono garantista e fino a prova contraria la dottoressa Vismara è innocente”.
Giusto sventolare la bandiera garantista, e giusto tenere la barra dritta. Per fortuna,e con grande sollievo, da questa vicenda ai confini del teatro dell’assurdo esce del tutto scagionata l’Arma dei Carabinieri, di coloro che indossano la stessa divisa di Salvo D’Acquisto, del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e di chi ha sempre difeso lo Stato. I Carabinieri, per ora appare chiare, furono tratti in inganno da una telefonata e da una messinscena orchestrata a tavolino. Così dicono le indagini. Certo, il garantismo- non dimentichiamolo- vale anche per Salvatore Furci, la cui immagine viene fortemente infangata dalla notizia di cronaca più clamorosa, per l’est Ticino, di questi primi mesi disgraziati del 2021.
Le indagini affidate a un magistrato di elevato spessore come Alessandra Dolci, impgnata da anni nel contrato alle  infiltrazioni mafiose a Milano e Lombardia, appaiono solide e suffragate da una serie indiscutibile di fatti, eventi e circostanze.
Adesso però toccherà a un Giudice terzo pronunciarsi nel corso di un regolare processo. Sino ad allora, ma ci verrebbe da dire anche dopo, sul campo resta un solo vincitore assoluto: Marco  Ballarini. Assieme all’onore di una giovane donna, Lia Vismara, che indossa una divisa. 
Ai confini dell’indicibile, invece, i capi d’accusa che hanno portato in carcere un altro uomo in divisa. Ma sotto la divisa, naturaliter e concludiamo, ci sono sempre uomini e donne. Con le loro grandezze  ma anche le paure e le miserie.
Fabrizio Provera

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