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Corbetta, le opposizioni in coro: ‘Alla Rsa Don Cozzi NON è andato tutto bene, caro sindaco’

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CORBETTA No, non è andato proprio tutto bene.  I dati pubblicati il 12 Giugno da un giornale locale  sui casi di Covid nella RSA della nostra zona  e anche di Corbetta mostrano un quadro preoccupante. Ricordate la  reazione di Ballarini alle nostre legittime domande su questo tema? Stizzito per il solo fatto che qualcuno osasse chiedere dati precisi su un argomento che è stato tra i più caldi di tutta la vicenda della pandemia. Ora i numeri dimostrano la fondatezza delle nostre preoccupazioni.

Analizziamoli questi dati:

Nella RSA don Cozzi ci sono stati 16 decessi per COVID sospetto o accertato,  su un totale di 19 decessi  nel periodo della pandemia. I casi sospetti/accertati sono stati 26, pari al 34% degli ospiti.  Significa che più di 1 su 3 degli anziani ospitati hanno presentato i sintomi dell’infezione, e che tra coloro che l’ hanno contratta più del  50%  sono deceduti. Il COVID è stata la causa accertata o presunta di  decesso nel periodo della pandemia in  quasi l’85% dei morti nella RSA (16 su 19).

Quali dati avevamo fino ad ora? Nessun dato comunicato spontaneamente dal sindaco né dall’Assessore ai Servizi  Sociali che in tutto il periodo della pandemia non hanno ritenuto di fare UNA comunicazione specifica che riguardasse la RSA, lodevolmente impegnato il primo, naturalmente in favore di telecamera, a far visita ai corbettesi in quarantena, nonostante il tema dei focolai epidemici dentro le RSA lombarde fosse all’ordine del giorno. Gli unici dati “ufficiali“ sono quelli contenuti nella risposta del sindaco alla interrogazione presentata dall’opposizione, in particolare dal Consigliere Scarfò il 7 Aprile e che, nonostante fosse “urgente“, ha trovato risposta il 28 Aprile : 3 ospiti positivi; 7 positivi tra il personale sanitario; 3% la percentuale di tamponi effettuati tra i degenti; 9.8% i tamponi effettuati tra il personale .

Nel dare i numeri il sindaco ha ben imparato la lezione di Gallera! Questi numeri infatti significano poco o nulla se non legati alle situazioni specifiche: i 3 casi positivi   sono solo quelli accertati da tampone (perchè probabilmente sono pazienti che sono stati ricoverati e hanno fatto il tampone in Ospedale). Sarebbe stato corretto aggiungere, anche se non richiesto esplicitamente nella interrogazione, che non erano stati effettuati tamponi su altri 23 pazienti che avevano presentato sintomi sospetti! Quindi cosa significa che i tamponi effettuati sono stati il 3% dei degenti?

I 16 decessi ascrivibili a “polmoniti” probabilmente da COVID non meritavano una comunicazione?

Come in tutte le RSA della Lombardia  ed in tutto il territorio Regionale, appare chiara la discrepanza tra i casi certi e quelli sospetti: l’impossibilità di eseguire i tamponi nelle RSA, come nelle case, ha caratterizzato tutta la gestione disastrosa regionale lombarda della pandemia, creando le condizioni per la diffusione del contagio, di cui ancor ora, a giugno inoltrato, stiamo vedendo le conseguenze. Questo fa sorgere numerose domande: nella impossibilità di identificare in modo certo gli ospiti contagiati, come è stata gestita l’epidemia dentro la RSA? Sono state create aree Covid separate? Il personale  addetto ai pazienti  sospetti per COVID era dotato di DPI (dispositivi di protezione individuale)? Lo stesso personale girava sia nei reparti “puliti” che in quelli COVID? Quali misure di isolamento degli ospiti sono state adottate? Come si sono gestiti gli spazi comuni? Sempre nella risposta alla interrogazione della minoranza, il sindaco dice che si sono seguite le regole dettate da ISS e OMS…….Non abbiamo elementi per metterlo in dubbio, ma come risposta è un po’ vaga, non trovate? Quali azioni di controllo ha svolto l’Amministrazione su una RSA che pur gestita da una cooperativa esterna, è comunque COMUNALE, come  ben dovrebbe sapere l’Assessore Giovannini?

Abbiamo capito che il sindaco si infastidisce  quando  deve rispondere nel merito. Chiariamo che le domande non le facciamo per gettare colpe nè sull’amministrazione comunale, nè tanto meno sugli operatori della RSA, che pensiamo abbiamo cercato di fare tutto quanto era nelle loro possibilità, affrontando una pandemia senza precedenti, certo non aiutati in questo dalle decisioni confuse e a volte pericolose della Sanità Regionale. Ballarini ha la responsabilità di una gestione politica opaca di tutta questa vicenda: la polemica costante verso coloro che osavano correttamente porre qualche domanda, il suo ininterrotto spot pubblicitario arricchito anche dalla foto di rito con l’assessore alla sanità Lombarda così tanto discusso, il non aver mai alzato una voce critica rispetto alla gestione Regionale non perdendo invece occasione per usare il suo ruolo per polemizzare con le scelte governative (si è perfino lamentato all’inizio che fossero i Comuni a dover gestire i fondi stanziati dal Governo…… Dove avrebbe mai trovato fra l’altro i 200 Euro per chi ha fatto un abbonamento alla palestra e non ha potuto sfruttarlo per il lockdown? A proposito  è  così necessario  e irrinunciabile questa sorta di rimborso?).

La responsabilità politica più grave è stata quella  di far scomparire  dagli schermi dell’informazione locale la realtà della RSA, mai entrata nelle comunicazioni del sindaco che di comunicazioni negli ultimi 3 mesi ne ha fatte fin troppe.

Non dimentichiamo che, durante tutto il periodo della pandemia e tutt’ora, l’ingresso dei familiari nella RSA E’ VIETATO per tutelare gli ospiti: possiamo solo immaginare l’ansia e l’angoscia  che crea il non poter vedere i propri  cari.

 Proprio per questo il Sindaco avrebbe dovuto dedicare  almeno un comunicato settimanale  alla situazione interna alla RSA, diventando  gli occhi  di chi là dentro non ci  poteva entrare ed esercitando così il suo diritto-dovere di controllo e verifica  della situazione reale.

PARTITO DEMOCRATICO

SINISTRA PER CORBETTA

LISTA CIVICA IL GABBIANO

MOVIMENTO 5 STELLE

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