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Corbetta/caso Furci 2, il Gip: tentò di avvicinare colleghi della Procura di Milano

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CORBETTA -Sempre dalle indagini disposte dalla Procura di Milano sul caso Corbetta, emergono “inquietanti tentativi” da parte di Salvatore Furci di “avvicinare alcuni suoi colleghi” in servizio in Procura a Milano nell’inchiesta in cui il vigile e’ accusato di aver piazzato, con un complice albanese, cinque dosi di cocaina nella macchina di Lia Vismara, il comandante della polizia locale di Corbetta per vendicarsi in quanto era stato licenziato. Dosi fatte poi ritrovare grazie alla ‘soffiata’ di una inesistente fonte confidenziale.

      Lo scrive nel suo provvedimento il Giudice per le Indagini Preliminari Anna Magelli, che ha accolto la richiesta del pm della Dda Gianluca Prisco, aggiungendo che “il sospetto” e’ che Furci, lo scorso autunno, si fosse recato negli uffici al quarto piano del palazzo di Giustizia milanese per “acquisire informazioni sullo stato del procedimento” aperto nei confronti di Lia Vismara, comunque denunciata a piede libero per il sequestro di droga messo ‘ad arte’ nella sua auto, “nonche’ su eventuali procedimenti a suo carico” per cercare di interferire, si ipotizza, nelle indagini.
    Il gip ha respinto la proposta di arresti domiciliari per la fidanzata del vigile, la quale, si presume abbia fornito le informazioni sugli spostamenti di Lia Vismara in modo da poter occultare la droga nella sua macchina: entrambe le donne svolgevano allenamenti di pallavolo e partecipavano agli eventi conviviali collegati.
 Sempre secondo l’ordinanza, l’agente della polizia locale da stamani in cella, avrebbe adottato “particolari cautele” durante le sue conversazioni telefoniche – “lo stesso suggeriva ai suoi amici” – per evitare di essere intercettato – cautele che conosceva anche per aver svolto servizio presso l’Unita’ Contrasto Stupefacenti della Polizia Locale di Milano per diversi anni. Unita’ a cui appartenevano i 4 agenti ai domiciliari da ieri dopo il servizio delle Iene.
   Per il giudice Magelli, Furci, che ha le aggravanti di aver agito “per motivi abietti e futili legati a dissapori sorti in ambito lavorativo, per aver commesso il fatto contro il comandante della polizia locale di Corbetta e abusando dei propri poteri di pubblico ufficiale violandone inoltre i doveri”, ha “manifestato “un’allarmante pericolosita’ sociale”. E cio’ “tenuto conto della disinvoltura con la quale (…) ha utilizzato la propria qualifica di pubblico ufficiale, che attinge notizie di reato da fonti confidenziali, per calunniare un altro pubblico ufficiale”. Venerdi’ prossimo si terra’ l’interrogatorio di garanzia.

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