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Dall'archivio:

Busto Arsizio, conversazione sull’arte con Annalisa Mitrano

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

L’iniziativa è a cura del Centro Artecultura Bustese, appuntamento venerdì 31 marzo in Galleria Borgagno

La storia del centro

BUSTO ARSIZIO – Il Centro Artecultura Bustese (CAB) è un’associazione costituitasi nell’ormai lontano 14 luglio 1977 con lo scopo primario di creare occasioni sempre nuove per far conoscere e diffondere l’arte a tutti i suoi livelli. Se questo ha significato, alle sue origini, organizzare in particolare mostre collettive ed estemporanee per i suoi soci, quasi tutti artisti, quarantacinque anni dopo si conferma una realtà consolidata nel panorama artistico di Busto e dintorni ed una realtà formativa nel campo delle arti applicate. Molto conosciuti e frequentati sono infatti i corsi di pittura, disegno, acquerello, vetrata Tiffany, ceramica intarsio ligneo.

Perché conversazione sull’arte?

La divulgazione della passione artistica è uno dei capisaldi dello statuto del CAB.
Ci siamo ripromessi di far conoscere le realtà artistiche del territorio attraverso un confronto aperto al pubblico, che può interagire ponendo domande all’artista protagonista.
I temi sono la sua storia personale, il suo percorso, la sua visione dell’arte. Dal 2018, fatto salva la pausa Covid, il CAB sta promuovendo questo tipo di evento.

Gli artisti

Il secondo appuntamento è con Annalisa Mitrano affermata artista nel campo dell’arte visiva che ama dire di sè:
“Disegno labirinti per ritrovare l’uscita e grovigli di matasse da dipanare, racconto il dramma del taglio, dello strappo, delle lacerazioni, ma anche l’armonia delle note musicali e dei passi di danza. Racconto emozioni, situazioni, stati d’animo che sono nel mio intimo ma anche universali, perché è con l’umanità che voglio dialogare. I miei pensieri vagano, diventano creativi in modo esponenziale, con rigore e onestà. Il mio alfabeto è semplice, fogli , biglie, corde, simboli di un codice che racchiude metafore. E quando è il momento di realizzare l’esecuzione è un rito che voglio assaporare. Manipolo le argille, scolpisco ed accarezzo il legno, il gesso, perseguo l’espressività dei materiali, combino elementi di materia contrastanti perché possano esaltarsi a vicenda, cerco di liberare dal peso del piombo o del ferro sottili lastre di plexiglas che come l’anima hanno voglia di perdere gravità.”

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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