Con la siccità il costo del riso è volato alle stelle. L’analisi della Camera di Commercio di Pavia

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PAVESE – Le premesse c’erano già dallo scorso luglio, in piena emergenza siccità nelle risaie, ma ora che la raccolta si è conclusa con il temuto calo della quantità di prodotto i prezzi stanno proseguendo la corsa al rialzo. Dalla “Analisi trimestrale sui prezzi e sul mercato del risone”, realizzata dalla Camera di commercio di Pavia con la collaborazione tecnico scientifica di Bmti (Borsa merci telematica italiana), relativa al terzo trimestre dell’anno (con le rilevazioni a ottobre), emergono infatti “forti rincari” in particolare “per i classici risi nazionali da risotto”: Carnaroli +118%, Arborio +113% e Roma +94%.
 

“La causa – spiega l’analisi camerale – è da attribuire ad una ridotta disponibilità di prodotto, inferiore alla domanda dell’industria, dovuta alla siccità e alle alte temperature degli scorsi mesi. Il mercato è stato segnato così da scambi limitati, come confermato dalla riduzione dei trasferimenti di risone (il riso greggio da cui si ottiene il riso bianco) dai produttori alle riserie, in calo di oltre il 30% rispetto alla scorsa annata”.
I rincari sono più contenuti per le tipologie di riso meno compromesse dall’emergenza idrica: “Prezzi più stabili – conferma l’analisi trimestrale – per i risi del gruppo Lungo B, i cosiddetti risi indica dal chicco più allungato, poiché hanno beneficiato di una maggiore disponibilità di prodotto. Tuttavia, anche per questi risi, è stata registrata una crescita del +47% rispetto a un anno fa. Meno accentuato il rialzo del prezzo del riso Selenio, riso a grana tonda utilizzato in particolare per la preparazione del sushi (+27% su base annua)”.

E sono solo i prezzi di avvio della stagione 2022/2023, con “una situazione che sta generando tensioni tra gli operatori di mercato – riferisce l’analisi camerale in merito in particolare alle aspettative degli operatori -. Le informazioni raccolte da un panel di testimoni privilegiati del settore risicolo evidenzia che, nonostante i prezzi siano già elevati, potrebbe esserci spazio per ulteriori apprezzamenti, dettati dalla mancanza di prodotto. Alcuni operatori sottolineano che il tema centrale attualmente è se la domanda dell’industria potrà assorbire questi prezzi. Al tempo stesso, c’è preoccupazione per i forti rincari dei prezzi al dettaglio (+26% su base annua toccato a settembre), che potrebbero limitare i consumi di riso”.

 
L’analisi camerale prosegue con le rilevazioni delle importazioni, in forte rialzo: “Nei primi sei mesi del 2022 aumentano del +73% le importazioni italiane di riso, grazie all’impennata degli acquisti oltrefrontiera di riso lavorato, quadruplicati rispetto ai primi mesi del 2021. Un incremento che è dipeso soprattutto dalla crescita esponenziale degli arrivi dal Myanmar (da 1.200 a 72.000 tonnellate), dal Pakistan (da 9.000 a 13.800 tonnellate) e dalla Thailandia (da 2.100 a 9.100 tonnellate)”. Esportazioni in aumento, ma solo dell’11%.”

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