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Dall'archivio:

Comunità Pastorale Magenta: “Levate i vostri occhi, contro l’individualismo dilagante”

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“Anno della paura nera”: così il rapporto CENSIS 2020 (l’istituto di ricerca socio economico italiano) ha definito l’anno appena trascorso. Ci sono cento ben note ragioni per giustificare il senso di incertezza e timore, tra risentimenti e speranze, acuiti dalla pandemia che ci ha travolto. Un’annotazione del sopra citato rapporto mi colpisce: “L’individualismo è stato il miglior alleato del virus”.
È un’alleanza che occorre spezzare. Si ripongono giustamente molte attese sull’effetto dei vaccini contro il Covid19, ma parallelamente occorrerà contrastare l’altro nemico: l’individualismo, il pensare prevalentemente a se stessi.
Occorre più che mai farsi attenti, non indifferenti, anche a ciò che accade intorno a noi; ma non solo nel nostro territorio circoscritto (ricadendo ancora in una sorta di “miopia individualistica”).
Occorre allargare lo sguardo…
L’ondata di notizie su situazioni preoccupanti irrompe. Non solo per la pandemia planetaria (che richiederà una cura planetaria, per non essere ancora miopi): la crisi umanitaria in Yemen o Etiopia a motivo della lunga guerra, le proteste represse nella violenza in Myanmar, l’ “economia del conflitto” in Congo, la povertà estrema e la mancanza di libertà in molti paesi del centro America, dell’Asia, dell’Africa;
l’orrore per i moltissimi bambini segnati irrimediabilmente da una fame cronica e la condizione umiliante in cui vivono molte donne…


Stando così le cose non conviene guardarsi troppo attorno! Ma se lo sguardo si fa più attento si possono riconoscere dei germogli che sanno di primavera.
Penso all’impegno di una moltitudine di donne e uomini che ogni giorno sono all’opera per umanizzare questo nostro mondo, anche a rischio della vita come recentemente l’ambasciatore Luca Attanasio o molti operatori sanitari.
E ciascuno di noi, con il proprio apporto, può fare la differenza. Penso ai giovani della parrocchia Sacra Famiglia di Gaza, in Palestina, che hanno intenzione di sposarsi scegliendo di rimanere in quella terra, per garantire la presenza cristiana in una condizione molto complicata, provando a costruirsi un futuro familiare e lavorativo anche grazie al sostegno economico che invieremo attraverso l’iniziativa “Quaresima di carità” della nostra Comunità Pastorale.
Penso a Carlo Ambrogio, uno dei bambini nati in questi giorni nella nostra città: una scommessa sul futuro che chiederà l’attenzione educativa di un’intera comunità.
E come non guardare con stima e speranza all’ardore apostolico che sta animando papa Francesco nel viaggio delicato e profetico in Iraq che si sta svolgendo mentre leggiamo questo scritto? Costruire ponti che collegano, superare pregiudizi che generano sospetto, ascoltare e parlare con uomini e donne
di ogni cultura e religione solo perché membri della stessa umanità, offrire gesti di speranza, incoraggiare e scuotere gli animi in nome del Dio di Gesù.
Ho avuto la possibilità di visitare alcuni luoghi toccati dal papa nel suo viaggio: quanta sofferenza, quante contraddizioni, quanta miseria e violenza; ma anche quanto coraggio, quanta fede, quanta speranza, quanta generosità solidale.
“Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura…” (Gv 4,35)

don Davide

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