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Colombini CISL: primi importanti passi concreti per fronteggiare il dramma degli infortuni sul lavoro

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MARCALLO CON CASONE –  Pur non potendo ancora, come Paese, considerarci fuori dal pericolo rappresentato dal Coronavirus, al di là degli effetti drammatici che si prolungheranno per molto tempo, soprattutto in termini di sanità pubblica, economia e lavoro, il picco inaccettabile dei casi di infortuni mortali registrati nell’ultimo mese ci ha chiamato tutti, istituzioni e Parti sociali ad un’attenzione straordinaria al fenomeno, mai comunque abbassata, che ha portato le organizzazioni sindacali a promuovere una campagna nazionale di mobilitazione sul tema e su quanto di urgente c’è da fare.
L’analisi dei dati sugli infortuni sappiamo che in questo periodo, confrontato specialmente con i dati del 2020 e del 2019, è quanto mai influenzata dai casi di contagio da Covid-19, tenuto conto che per i datori di lavoro è previsto l’obbligo di denuncia come infortuni sul lavoro di tutti i casi di lavoratori risultati contagiati nel periodo di svolgimento dell’attività lavorativa.

Difatti, l’INAIL ha tenuto a sottolineare tale fattore ogni volta che in questo ultimo anno sono stati pubblicati i dati degli accadimenti infortunistici. A fronte di ciò, però, non si può trascurare che nell’ultimo mese i casi di infortunio mortale per evidenti ragioni non riconducibili al contagio da virus sono stati rilevanti, sia per numero complessivo che per dinamica di accadimento, considerato che in più situazioni si sono avuti più decessi per la medesima causa. Non ritenendo di dover minimamente accettare il binomio tra ripresa delle attività lavorative, in particolare in presenza, e impennata di infortuni mortali e gravi sul lavoro, si è ritenuto come Cgil, Cisl, Uil nazionali di avviare una Campagna nazionale sui temi della salute e sicurezza sul lavoro.

 

Pur concentrata nell’arco di due settimane (dal 12 al 24 maggio), con la presentazione pubblica di una piattaforma riepilogativa degli interventi urgenti da porre in essere ai diversi livelli, da quello nazionale a quello locale, così come nei diversi contesti, dall’interlocuzione con le istituzioni e le associazioni datoriali a quello aziendale, promuovendo la contrattazione di secondo livello sui temi della prevenzione e tutela, si è posto le basi per un lavoro permanente nel corso del tempo.

Evidenziati 7 Punti cardine di impegno e di richieste, a partire da quella di sistema riferito alla necessità di giungere in tempi brevi a dotarsi come Paese di una Strategia nazionale di prevenzione, essendo gli unici in Europa a non averla ancora, si sono indicati i percorsi concreti per fronteggiare una piaga così drammatica che mina alla base il nostro sistema produttivo. Il riscontro positivo e confermativo di quanto posto in essere, da parte dei ministeri competenti, in specifico per voce dei ministri del lavoro e della salute, è stata una nota di rilievo nel rafforzarci nel proseguire la via del modello partecipativo di collaborazione con le istituzioni, auspicando che questo possa concretizzarsi anche con le associazioni datoriali, più tiepide ad oggi nelle reazioni.

Un primo segnale non si può non rilevarlo nella decisione presa di assumere duemila ispettori (nell’ambito degli interventi previsti dal PNRR) al fine di potenziare l’azione dell’ispettorato (nazionale e delle divisioni sul territorio) e di ricognizione del personale delle Asl, mirando a rafforzare l’azione di controllo, strumento non unico, ma di certo necessario per garantire le tutele e per “fermare le stragi sul lavoro” come abbiamo ritenuto di riassumere in una frase l’obiettivo della Campagna nazionale.

Di certo alle assunzioni andrà aggiunta la formazione per i nuovi ispettori e le agibilità, ma è sicuramente un primo segnale di impegno, così come quello, in tema di appalti, che ha visto stralciare le clausole del massimo ribasso e delle percentuali ampie del subappalto. Ci attendiamo, adesso, che si prosegua su questa linea e che si pongano in essere quelle riforme e disposizioni necessarie per cambiare passo.

 

Tra queste, nelle nostre richieste, l’introduzione del sistema della qualificazione delle imprese e della patente a punti, la rappresentanza dei lavoratori in ogni contesto lavorativo, l’addestramento e la formazione, sulla base dei ruoli svolti, per tutti gli attori della prevenzione aziendale, tra i quali, il datore di lavoro, ritenendo come CISL che il vertice dell’azienda, avendo la principale responsabilità della salute e sicurezza dei propri lavoratori, non può non avere alcune nozioni di base sui temi come la prevenzione, le tutele, la legalità.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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