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Dall'archivio:

Clete Bradley and the Mood – “Too Many Chiefs (Not Enough Indians)” (2022). By Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Ripeto spesso un adagio: riconosco pochissimi meriti, soprattutto in campo musicale, alla digitalizzazione esasperata delle nostre vite, ma se ne esiste uno è proprio quello di avermi fatto conoscere il sottobosco della musica americana.
 

Certo, la rete e i cosiddetti social, hanno fatto danni enormi alla qualità dell’offerta musicale, ma dall’altro lato hanno permesso che, artisti che sarebbero rimasti giocoforza locali, diventassero nazionali o addirittura globali.

Tramite i servizi streaming ho potuto esplorare questo mondo pagando il giusto e non dovendo per forza comprare dischi che avrei poi dimenticato sullo scaffale.

Non avete idea di quanti CD abbia in cantina, quanti soldi spesi sperando di aver trovato l’oro e invece era piombo.

Ora sono un collezionista e compro vinili quasi unicamente da artisti indipendenti di cui già conosco almeno qualcosa e di certo comprerò il vinile di questo artista se mai ne produrrà uno.

 

Ho scoperto Clete Bradley and the Mood in maniera casuale attraverso uno dei tantissimi gruppi social di appassionati e mi sono subito innamorato della copertina e del titolo di questo suo esordio. Titolo geniale e scelta di grafica e colori assolutamente azzeccata.

Dicono di non giudicare un libro dalla copertina, ma l’avessi fatto per questo album non avrei di certo sbagliato, anzi.

Questo disco è un concentrato esplosivo di country, rock e soul blues, una spruzzata di honky tonk e tanta passione. 10 pezzi che aspettano solo di essere scoperti e che non lasceranno presto le playlist degli amanti della musica indipendente.

Subito dal primo pezzo verrete immersi nella terra natia di Clete Bradley, un suono che più texano non si può con Get Gone, sapore di outlaw country e polvere del deserto.

La voce è davvero intensa e profonda al punto giusto, la chitarra suona come quella delle grandi band che hanno solcato le assi dei grandi locali texani, ritmo honky tonk e storie di vita vera.

La produzione poi di un grande della console come Jeff Saenz è garanzia di assoluta qualità.

Blowing Smoke ha un irresistibile groove soul, con un grandissimo intreccio chitarra e tastiera, un ritmo che non vi lascerà facilmente. L’assolo ha un sapore di anni ’70 e suona proprio come una canzone degli anni d’oro.

 

Il riff di chitarra che inizia Corinthians è avvolgente e dal sapore soul rock, il pezzo avanza è sorretto da un grandissimo lavoro della band di supporto e dalla voce di Bradley, una vera scoperta!

Prima del bellissimo assolo di Nik Lee, c’è la frase che dà il titolo al disco e che per quanto mi riguarda riassume molti dei problemi della società moderna. Il bellissimo pezzo finisce con un assolo di tastiera davvero fantastico.

Volete una ballata intensa, un pezzo lento, ma dalla potenza espressiva notevole? Ecco, Last Kiss fa per voi e ancora una volta la prestazione della voce di Clete Bradley fa la differenza. Il soul e il blues avvolgono il sound della band fra organo e chitarra, come fossimo in una jam session a Muscle Shoals negli anni d’oro.

Avete detto anni d’oro? Like Jesus è country anni settanta e di quelli buoni! Waylon Jennings è passato di qui e ha lasciato impronte ben visibili, d’altronde siamo o non siamo in Texas?

Riuscitissima la ballata country Only Thing Is Missing You, malinconica al punto giusto e con il controcanto femminile di Sam Watson di grande impatto che rende questo pezzo davvero bellissimo, come i duetti del passato.

La mia preferita è The Divorce un pezzo polveroso, di outlaw country che sfiora quasi il southern, dove la voce è intensa, ma le chitarre sporche graffiano gli speaker e il ritmo incalza. L’armonica è un tocco blues e la tastiera ricama un bellissimo groove che ti prende subito e non ti molla più. Bellissima!

Il lavoro si chiude con un’altra ballata dal sapore country, Lake Of Fire,  che dimostra al mondo che qualità vocale abbia Clete Bradley e soprattutto che qualità abbia il suo songwriting, mai banale, mai ripetitivo e ispirato in maniera positiva ai grandi texani del passato.

Un disco davvero bellissimo, 10 canzoni che non stancano mai e che rendono giustizia ad una cover davvero splendida e ad un titolo geniale. Immaginatevi in un locale storico del Texas, un saloon infuocato da anime in cerca di emozioni e divertimento, ecco al ritmo di questi 10 pezzi non potreste sognare una serata migliore.

 

Scoprite l’esordio di un grande artista che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il Texas ha un serbatoio infinito di musica di qualità e senza alcun timore potete aggiungere Clete Bradley and the Mood ai nomi da non lasciarvi sfuggire se amate la musica indipendente di quella vera.

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link: https://trexroads.altervista.org/too-many-chiefs-not-enough-indians-clete-bradley-and-the-mood-2022-english/

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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