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Cisliano, elogio al sindaco Durè e allo scatto d’orgoglio contro la protervia dei manettari

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Da sostenere- senza se e senza ma- l’azione di forza, a tutela della propria onorabilità, del sindaco e dell’Amministrazione del piccolo comune Abbiatense

 

CISLIANO – “Due sono i tipi di mafia: la mafia e la mafia dell’antimafia. Non avendo obblighi di diplomazia, ecco, la dico chiara. L’esito della lotta alla mafia, al netto del teatrino cui s’è ridotta, è quello di una tenaglia stretta intorno alla Sicilia.Due sono i tipi di mafia e l’unica fabbrica operosa di Sicilia è quella dell’antimafia fatta mafia. E’ la madre di tutte le imposture.

E’, appunto, un teatrino la cui regia è la malafede e il cui pezzo forte – orgoglio del cartellone – è la pantomima degli inganni.

Ho preso a prestito la categoria del dopoguerra, quella sulla distinzione di Leo Longanesi dei due fascismi ( “il fascismo e il fascismo dell’antifascismo”, elevato a pretesto di una guerra civile ancora viva) perché è il binario obbligato dell’identità di una nazione, il cui tracciato, forgiato dalla natura arcitaliana, è quello inesorabile del conformismo. Dopo di che, la Sicilia. Certo, tutti hanno paura di tutti. Una cosa è la mafia, un’altra la mafia dell’antimafia e un’altra cosa ancora è la lotta alla mafia. E io, qui, lo so che mi ritrovo a prendere a mani nude le braci degli altri. Ma – come si dice? – così come finisce, un giorno si racconterà” (Pietrangelo Buttafuoco)

Sarebbero da mandare a memoria nelle scuole, a differenza di certi convegni pregni di conformismo imperante, le magistrali parole di uno dei massimi conoscitori di Sicilia (e quindi cose di mafia), Pietrangelo Buttafuoco.

luca dure ù

Non ne avremmo bisogno, se da qualche anno non fossimo ogni volta colpiti- sinceramente- dalla perentorietà delle parole e dal modus agendi di Piero Sebri, che conosciamo da lunga pezza (ed è per questo che la sua vena moralizzatrice ci pare curiosa assai: abbiamo letto parecchie pagine delle sue ‘deposizioni’ negli anni Novanta) e della Carovana Antimafia, sostenuta (tirate a indovinare a chi ci riferiamo, in palio un Ferrero Rocher) da certa stampa manettara e giustizialista.

E’ per questo che il 7 ottobre scorso eravamo a Cisliano, dov’è c’è un giovane consigliere comunale di grande spessore e valore (Andrea Reversi, la cui fidanzata è peraltro molto carina, e spesso gli dico che controbatte allo spettacolo di lui con tanto di barba incolta…), convinti che il sindaco Luca Durè (nella foto a fianco) avesse commesso un errore madornale, e fatto una figura barbina, concedendo alla Carovana Antimafia e a Sebri una sala e un palco- di proprietà comunale- da cui era partita, immancabile come il caldo a Ferragosto, la sequela di argomentazioni classiche. 

La più divertente (per noi, non certo per la vittima) fu la filippica contro l’assessore Glauco Spadoni, seduto in prima fila a fianco del sindaco, a opera di Sebri: lunghissima lettura di una telefonata intercettata nel 2008 (Spadoni NON era assessore) tra lo stesso Spadoni e il boss delle ndrine Fortunato Valle, in cui si parlava di macchine all’esterno della Masseria. 

Al termine, l’involontariamente comica chiosa di Sebri: ‘Vorrei precisare che Spadoni non risulta indagato’. 

Indagato no, mascariato sì però; come dice sacralmente Giuliano Ferrara, la logica sottesa alla dialettica dei mozzorecchi è sempre la stessa. Sospetti, ricostruzioni artatamente messe insieme col Vinavil, atti d’indagine (spesso neppure sentenze di primo grado, spesso neppure processi, quasi sempre atti d’accusa o documenti dei Pubblici Ministeri: avvocati difensori mai, più rari di un vegano alla sagra della porchetta di Ariccia) a carico di pinco o pallo. Se poi si tratta d’un politico, magari di centrodestra, todos caballeros e tutti in pista. Altro giro, altro regalo.

Quel simpaticone di Piero Sebri, perché a chi scrive sta veramente simpatico (non è una battuta), deve amare talmente le Procure ed i magistrati per correre così spesso a fianco, a margine o a perpendicolo rispetto alla denuncia penale. Epico lo scontro col tecnico comunale di Abbiategrasso Ermenegildo Scalera (che si rivolse anch’esso alla Magistratura ritenendosi offeso), altrettanto memorabile la lettera di replica con cui 2 anni fa Marco Invernizzi, sindaco di Magenta, replicò a muso duro alle classiche iperboli della Carovana.

Qui a Cisliano, tuttavia, si è andati molto oltre: nel volantino della Carovana oggetto dell’esposto denuncia di Durè si parla di incendi (ed uno ha colpito proprio Durè) ed altre irregolarità, in una sorta di jambalaya del manettarismo in cui, ovviamente, rispunta fresca e scintillante la telefonata (di 9 anni fa!) tra Valle e Spadoni. Pregasi inoltre notare che il sequestro della Masseria- quindi successivo a tutte le attività criminose addebitate ai clan- risale al 2010, quando l’Amministrazione Durè era all’opposizione, e ovviamente chi oggi è opposizione era al governo.

carovana

Finalmente, dopo essere rimasto sotto il tacco pervicace della Carovana, ed essendosi sentito colpito nella propria onorabilità, Durè ha reagito con forza, presentandosi dai Carabinieri e denunciano questo atteggiamento che noi di Ticino Notizie abbiamo sempre ritenuto inaccettabile, di là dai rilievi penali o meno (che vengono dopo le considerazioni di carattere generale suesposte).

Non è tollerabile che qualcuno si erga a giudice senza processo, e senza neppure indossare la toga, e ogni volta che abbiamo partecipato a incontri della o con la Carovana abbiamo percepito esattamente questo: il desiderio di legalità che sfocia in qualcosa di bellamente, radicalmente diverso.

Confidiamo senza remore nell’operato dei magistrati, dei Carabinieri, dei poliziotti e degli agenti che combattono la mafia ogni giorno in assoluto silenzio, senza aspirare alla cattedra o alla pubblica censura. Ci fidiamo molto più di loro che di moralizzatori, censori o paladini della giustizia.

I presunti o cosiddetti ‘buoni’ ci suscitano l’orticaria quanto meno dal 1988, quando sentimmo per la prima volta un’illuminante e vecchissima canzone di Edoardo Bennato: ‘Arrivano i buoni ed hanno le idee chiare/ ed hanno già fatto un elenco/ di tutti i cattivi da eliminar… Così i buoni hanno fatto una guerra/ contro i cattivi, però hanno assicurato/ che è l’ultima guerra che si farà…..’

Pietrangelo Buttafuoco
Pietrangelo Buttafuoco

Bravo sindaco Durè, lei ha avuto il coraggio che altri amministratori- più pavidi di lei- non hanno avuto. E speriamo che TUTTI i politici, di ogni colore, sappiano prendere le distanze da un’organizzazione, da un’associazione, usa ad impiegare metodi che sinceramente facciamo fatica a definire, perché ancor quanto la lingua italiana sia ricchissima di espressioni ed aggettivi,  non ne troviamo uno per Sebri e compagni. A loro ribadiamo che l’unica carovana che ci piace è quella dei film western di John Wayne.  E, più seriamente, ricordiamo con tristezza- chiudendo sempre con il lisergico Buttafuoco- “il pegno di sangue di tanti innocenti, diventato pretesto di un mercato per le carriere dei vivi”.

Fabrizio Provera

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