Lo aveva promesso in campagna elettorale e lo ha fatto. Subito. Trump ha firmato un ordine esecutivo che ritira gli Usa dal Trans Pacific Partnership (Tpp), l’accordo di libero scambio con 11 paesi che si affacciano sul Pacifico (tra cui Giappone, Australia, Canada e Messico).
Obama lo considerava un successo politico, dopo oltre due anni di lavoro diplomatico. Per Trump era un pericolo mortale per l’industria Usa e nel primo giorno alla Casa Bianca lo ha disintegrato. Per sua fortuna il Ttp non è mai stato ratificato dal congresso Usa, perciò The Donald ha potuto stralciarlo.
Non tutti, però, nel Partito Repubblicano, sembrano d’accordo col presidente. Queste le parole del senatore John McCain, ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel 2008 contro Obama: “Queste misure radicali sono dei gravi errori. Le conseguenze saranno dure per l’economia statunitense e ci vorrà molto tempo per porvi rimedio”.
Infatti, dopo il Ttp, sembra che nel mirino di Trump ci sia anche il Nafta, l’accordo di libero scambio tra Usa, Canada e Messico, in vigore dal 1994, per iniziativa di Bill Clinton. Nafta che ha fatto crescere le esportazioni statunitensi del 258%. Un suo stralcio provocherebbe 31mila posti di lavoro, calcolano dal Center for Automotive Research (Ong indipendente di studi politici).
Marco Crestani