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Dall'archivio:

Ciao Ire, collega e amico: un colpo bruttissimo per la squadra di Ticino Notizie

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MAGENTA – “Nella nostra vita spesso ci sono coincidenze, o semplicemente per chi crede in un disegno più grande e alto, può capitare che anche una sola all’apparenza, banale telefonata, possa rappresentate l’Alfa e l’Omega.  L’inizio e e la fine. Per il sottoscritto è stato così. Diversamente questo nostro incipit a pochi sarebbe chiaro.

Ma veniamo ai fatti. Da stamani Ticino Notizie, il nostro quotidiano on line, è orfano del suo responsabile commerciale, del suo amministratore delegato, ma più ancora di un amico vero e leale, sempre disponibile. Ireneo Irtelli non c’è più. Morto improvvisamente.

Un infarto lo ha stroncato di prima mattina. Non c’è stato nulla da fare, i soccorsi quando sono arrivati hanno potuto soltanto constatarne il decesso. Purtroppo, il cuore di Ireneo, per tutti noi ‘Ire’, già di recente gli aveva tirato qualche brutto scherzo. Ma lui con l’ottimismo, l’entusiasmo, la voglia di fare e la positività che ci metteva nel lavoro e nella vita, aveva tirato avanti, come se nulla fosse.

Del resto vivere o sopravvivere, come canta Vasco Rossi, questa è la grande differenza. E Ire aveva scelto con decisione la prima delle due opzioni, temprato da una esistenza, che già aveva messo a dura prova lui e sua figlia Floriana a cui siamo particolarmente vicini in questo tragico momento. 

 

 

Data la notizia, che ci ha lasciato basiti -io e il mio socio fraterno Fabrizio Provera ci sentiamo in queste ore come due pugili suonati da un doppio montante anche se non sia al tappeto, statene certi…. – credo sia giusto tornare alla quella telefonata e soprattutto a quella persona, Marco Maerna, un altro amico fraterno di lunga data, che ci ha permesso di conoscere Ire e che stamani, purtroppo, ci ha dato la notizia che mai avremmo voluto sentire. Era la primavera del 2017 e all’epoca il nostro quotidiano on line era ancora lungi dal diventare quello che è oggi, di fatto, il giornale era, senza alcun intento da megalomani, il ‘giornale dei Fabrizi’ (Provera e Valenti ndr). Stop. Nulla di più e nulla di meno.

Facevamo tutto, dagli articoli alla raccolta pubblicitaria, alla faccia di qualche solone incollato alla poltrona di qualche cazzo di inutile Ordine dei Giornalisti, che pensa che oggi esista ancora la professione del giornalista come la si intendeva 20 o 30 anni fa (peccato che nel frattempo codesti abbiano svuotato le casse dell’INPGI con le loro prebende dorate e che gli pseudo cronisti vengano pagati meno di una colf), tuttavia, lucidamente ci rendevamo conto che visti i nostri obiettivi la prima cosa da fare era trovare un commerciale d’esperienza uno di quelli con due “palle quadrate” che non si facesse intortare da qualche commerciante scafato e con un po’ di pelo sullo stomaco che va avanti con i pagherò (a proposito l’Ire su questo si vantava con orgoglio di non aver mai preso una “sola”). “Senti c’è questo mio amico che per una vita si è occupato di marketing, adesso ha del tempo a disposizione, lo vuoi incontrare per un caffè?”.

Ricordo ancora le parole di Maerna. “Certo Marco perché no, del resto di te mi fido e in questi mesi a questo campanello hanno suonato un po’ tutti, neanche ci fosse scritto fuori Caritas…”. 

L’impatto fu subito positivo, molto onesto e trasparente, come è stato il nostro Ire in questi anni. Magari non simpatico a tutti. Ma lui non era un lecca culo, odiava i millantatori e si fidava abbastanza poco dei politici, anche perché tra questa categoria di ‘venditori di fumo’ obiettivamente ce n’è in abbondanza. Era così prendere o lasciare. 

“Vengo da altre esperienze come commerciale, fatemi fare un po’ di ‘visite’ (come amava chiamarle lui con un certo stile anni Novanta….) poi vi potrò dare una risposta esatta”.  Fu così effettivamente. L’Ire tra l’aprile e l’estate del 2017 si era messo a battere tutto il territorio del Magentino Abbiatense e Castanese totalizzando almeno un centinaio di ‘visite’. Si era tuffato anima e corpo in questa nuova avventura, tanto è vero che esattamente a luglio di tre anni fa  -forse qualche settimana prima ma il periodo era grosso modo lo stesso – mi trovavo sempre qui nella mia casa di montagna, e dopo una lunga telefonata mettemmo le basi per ridare slancio ad un progetto imprenditoriale di Ticino Notizie che già nel 2013 noi due ‘Fabrizi’ avevano tentato di realizzare.

Perchè l’idea un po’ pazza e visionaria, di costruire una società, un quotidiano on line – non un blog per riempire il tempo e fare i cazzari o roba simile… – che facesse informazione e offrisse servizi di comunicazione continuava a balenare nelle nostre teste. Qualcosa di serio, affidabile, indipendente, libero. Dove certo ognuno avesse le sue idee politiche, senza mai nasconderle, ma dove prima di tutto ci fosse il rigore di una società che potesse e soprattutto dovesse crescere. Beh quel progetto con l’impegno, l’abnegazione di Ireneo e di chi ha creduto nella lucida follia di noi due ‘Fabrizi’ (Aldo Mainini, Andrea e Marco Rocchitelli, ndr), nel giro di pochi mesi era realtà. A novembre si firmava dal notaio, la Ticino Notizie Srl, era ufficialmente nata.

Da allora è iniziata una lunga cavalcata, certamente faticosa, a tratti stressante e non senza preoccupazioni – perché malgrado le voci da strapaese, del popolino che non ha un cazzo a cui fare e pensare, Ticino Notizie va avanti con i soldi incassati dall’attività commerciale, fine delle trasmissioni – dentro la quale ognuno aveva e ha un compito preciso, e quello di Ire era certamente complicato oltre che strategico. Come tutti, benché magari a 60 anni fosse ancor più complicato – ma l’entusiasmo l’abbiamo detto e scritto sopra era quello di un trentenne –  anche Ire si era abituato a dover essere ‘multitasking’ o come piace dire a noi, ad avere un pensiero laterale particolarmente sviluppato. Raccogliere la pubblicità, vendere i servizi, far quadrare i conti, amministrare la società, occuparsi di mille grane e incombenze burocratiche. Un lavoro talvolta oscuro, ma preziosissimo. Essenziale per una Società che aveva deciso che il principio base fosse l’autosostentamento economico.  Tradotto niente baracconi senza fondo con il politico di turno o l’imprenditore che mette la pezza a fine anno per far quadrare i conti.

A parte la start up iniziale, quanto entrava era la base di quanto poteva uscire. Regole d’ingaggio cristalline fin dall’inizio. L’Ire era un martello, indubbiamente come tutti noi, come già scritto, aveva il suo carattere, era un gran testone, difficile fargli cambiare idea. Però, quella rigidità che era anche sinonimo di caparbietà, spesso era anche la sua forza. Il confronto con lui da parte nostra era costante. Anche per noi ‘Fabrizi’ era un parafulmine importante.

L’anno scorso non lo aveva fermato neanche un ‘infartino’ – dopo un piccolo ‘pit stop’ – era tornato alle sue grandi passioni: Ticino Notizie e il volontariato nel mondo dell’AICIT.  Il Coronavirus e il blackdown forzato di questi mesi, non avevano intaccato la fiducia e la positività di questo ‘ragazzo’ di 63 anni che aveva ne suo passato anche l’avventura con Radio Portici Magenta. “A maggio ragazzi ho ricominciato le ‘visite’ dai nostri clienti e pensavo che le cose sarebbero andate molto peggio. Vedrete che per settembre ci rimetteremo in carreggiata, del resto con il Coronavirus siamo diventati i più letti in assoluto…”. Questo il contenuto di una chiacchierata recentissima, con il sottoscritto e con Fabrizio Provera. Poi questa mattina è arrivato ancora quella telefonata sempre da Marco Maerna. E il cerchio almeno su questa terra – perché altrove non si chiuderà mai – si è chiuso. “Fabri, ti devo dare una bruttissima notizia. (Avevo già capito quasi tutto perché a volte il nostro pensiero sa leggere oltre). Hanno trovato morto questa mattina l’Ire….”.

Silenzio, sentimento di smarrimento, tanto più per una persona che avevamo visto in redazione solo venerdì mattina e il cui vocale mi aveva raggiunto ieri pomeriggio sul mio cellulare qui tra le montagne della Valle d’Aosta. Rincresce solo aver perso quella telefonata, perché l’Ire era anche un gran chiacchierone, e senz’altro dopo aver sbrogliato la questione lavorativa, ci sarebbe stato spazio anche per altro, ci saremmo messi a parlare, programmare le scadenze della prossima settimana. E invece no, mi/ci restano i suoi vocali, numerosissimi, che sono la prova provata di quanto tenesse al nostro giornale. Perché un giornale, sia esso cartaceo o on line, poco cambia, ha valore e una dimensione che vanno ben oltre quella economica e monetaria. Abbiamo scritto queste righe di getto, pur avendoci meditato su per qualche ora, anche se la prospettiva non ci è ancora per nulla chiara, e siamo comprensibilmente frastornati su quello che sarà il domani. Sappiamo solo che dobbiamo andare avanti. Da oggi abbiamo un motivo ancora più forte per farlo. E lo faremo”.

 

Fabrizio Valenti

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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