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Dall'archivio:

Chi era Gilberto Benetton, l’uomo che portò Toni Kukoc a Treviso- di Oscar Eleni (da www.indiscreto.info)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Una delle cose di cui mi onoro maggiormente è la conoscenza e l’amicizia con Oscar Eleni e Werther Pedrazzi:  due grandi maestri, i due più grandi giornalisti di basket italiani su piazza, due dei più grandi di tutta la cronaca sportiva italiana degli ultimi 50 anni.

Pubblichiamo di seguito il bellissimo ricordo che Oscar ha scritto per le colonne ‘indiscrete’ dell’amico Stefano Olivari su Gilberto Benetton. Sull’uomo di sport, quello che portò Toni Kukoc, Vinny Del Negro e molti altri campioni alla leggendaria Benetton Treviso degli anni Novanta. Buona lettura. (Fabrizio Provera)

SILENZIO PER GILBERTO BENETTON

Oscar Eleni dai prati della Ghirada di Treviso pensando ai momenti di gloria, alle giornate difficili, ai giorni sbagliati come gli ultimi che ha dovuto vivere Gilberto Benetton. Per lui vado a rubare da un grande poeta giapponese.

Nel mio rimpianto (per Gilberto)

anche il suono della campana

sembra diverso

e la rugiada si trasforma in brina.

Lo abbiamo citato perché si era commosso sentendo i versi di Saigyo che gli facevano compagnia anche se poi non è stato proprio esaudito, anche se questa ottobrata sembra la stagione che sognava per andarsene.

Vorrei morire

a primavera

sotto il ciliegio in fiore

nella luna piena

del secondo mese.

Eravamo a Ponzano, nel suo regno, che non era davvero quello dei numeri come dicono. Aveva invece visioni, era uno che nello sport credeva davvero: se vinceva, se perdeva. Bastava che avesse intorno gente vera, con un‘idea di sport e di vita che non fosse davvero soltan vittoria o sconfitta.

Già sentiamo il sarcasmo in chi lo ha visto soltanto nei giorni dove tutto è diventato nero, dopo il crollo del ponte Morandi cucito male alla storia di famiglia, anche se è vero che il suo viaggio nella grande finanza, le diverse aspettative delle nuove generazioni in famiglia, ce lo hanno rubato, ma non per questo lo sport deve dimenticare il suo nome anche se lui, lasciando l’arena, disse che non vedeva più la stessa spinta ideale che lo aveva convinto ad entrare n gioco per sfidare altri potentati, le grandi città con la sua amata Treviso, l’unica casa, l’unica reggia, l’unica ragione per tante scelte che sapevano di buono.

Un minuto di silenzio. Speriamo lo facciano quelli del basket, della pallavolo, del rugby. Lui era un cestista perché da ex giocatore l’amava davvero quella palla a spicchi. Con quelli della pallavolo era un po’ diverso, ma se li godeva quei campioni che nel nuovo volley di Velasco facevano meraviglie. Al comando, ma stando sempre fra le quinte facendosi aiutare dal suo ministro dei ruvidi silenzi, il Giorgio Buzzavo ex pivot, braccio armato del sior Gilberto, mente pensante per quello che è stato un capolavoro come la cittadella sportiva della Ghirada, da nessuno imitata perché costruirla, gestirla, costava fatica, eppure il basket si è visto offrire tante volte quella casa per un Club Italia tipo quelli della pallavolo che a Treviso avevano scoperto la nuova dimensione come hanno detto spesso i suoi campioni cominciando da Lollo Bernardi, atleta del secolo, oggi allenatore campione d’Italia a Perugia.

29/12/06  Gilberto Benetton al Palaverde.

Un triste addio senza riuscire a difendersi per errori di tanti, senza trovare una soluzione come faceva sempre quando nello sport trovava avversari più bravi. Noi di questa tribù di creduloni, come si crede stupidamente in giro, ci ricorderemo per sempre di Gilberto Benetton che nel Palaverde soffriva le sue pene più dolci. Il tormento stava fuori dalle mura, lo si capiva, lo diceva, sussurrando, nelle cene dove Buzzavo inventava sempre un nuovo cimento da superare, persino il golf. Strana coppia, ma il pivottone (il centroavanti, la grande ala o il tre quarti del rugby, lo schiacciatore con l’alzatore nel volley) che lega con il grande regista ha sempre fatto la fortuna di ogni squadra. Bei giorni quelli del Palaverde in fiore, del rugby campione ai tempi di Kirwan. Non abbiamo mai approfondito come si trovasse con Briatore e quel fenomeno di Schumacher in Formula Uno, anche se ai Natali della Benetton legata allo sport quei fenomeni erano riveriti, ma trattati come tutti gli altri.

Se ne era andato da tempo, speravamo sempre che ci ripensasse, in fin dei conti voleva che le giovanili continuassero alla Ghirada, ogni tanto tornava al suo posto nel Palaverde che il figlioccio ed ex eccellente giocatore Vazzoler gli riservava. Non è successo. Peccato. Lo piangiamo in silenzio.

Oscar Eleni (www.indiscreto.info)

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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