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Dall'archivio:

Cesare Battisti sconterà 30 anni, probabilmente a Rebibbia. I particolari dell’arresto

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ROMA – Cesare Battisti è dunque stato catturato in Bolivia. “Conto che dall’inizio della settimana questo spregevole personaggio che passava il suo tempo in spiaggia a bere e mangiare, a godersela, passi il suo tempo in galera”. Cosi’ il ministro dell’interno Matteo Salvini. “Conto che entro la prima meta’ della settimana Cesare Battisti sia in Italia”, aggiunge Salvini.  Battisti aveva in tasca documenti falsi quando ieri e’ stato arrestato a Santa Cruz de la Serra. E’ quel che risulta dalle indagini condotte dagli investigatori della Digos e coordinate dal sostituto procuratore generale di Milano Antonio Lamanna, che si occupa del caso dell’ex terrorista.

Battisti: c’e’ impegno Italia, non si applica ergastolo – “In Brasile non c’e’ l’ergastolo, e’ vietato dalla Costituzione: per questo l’Italia si e’ impegnata per garantire che non sara’ applicato a Battisti. Questo e’ frutto dell’accordo, della cosiddetta ‘condizione accettata’, concluso il 5 e 6 ottobre del 2017. Per cui a Battisti, una volta estradato, sara’ applicata la pena massima di 30 anni”. E’ quanto spiega l’ex direttore degli Affari di Giustizia del ministero, Raffaele Piccirillo, che segui’ direttamente il caso quando ministro era Andrea Orlando.

GIUSTIZIA: BONAFEDE “NO INTOPPI PER ESTRADIZIONE, ANDRA’ A REBIBBIA” – Per l’estradizione di Cesare Battisti “non dovrebbero esserci intoppi”, “bisognera’ capire adesso se dovra’ passare dal Brasile o essere trasferito direttamente in Italia”. Lo ha detto in una intervista al TG1 il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il carcere di destinazione, ha detto Bonafede, “molto probabilmente sara’ Rebibbia”. “Ricordo che Battisti da tanto tempo scappava spesso protetto dai governi, come accaduto per tanti anni in Francia, oggi l’Italia si fa rispettare nel mondo”, ha aggiunto il guardasigilli, rivolgendo un pensiero anche ai familiari delle vittime.

 

La svolta è arrivata una settimana fa, quando Cesare Battisti è stato individuato con certezza in Bolivia. L’operazione che ha portato all’arresto dell’ex terrorista del Gruppo Proletari Armati per il Comunismo è scattata a Santa Cruz. E ora l’Italia lo aspetta.

I nostri investigatori non avevamo mai perso di vista Battisti, in attesa di poterlo ammanettare. Dopo anni di attesa, ecco la svolta. Arriva con l’ascesa in Brasile di Bolsonaro. Il quale promette di “restituirlo” a Roma, come “regalo” per il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un team composto da polizia italiana, Criminalpol e Antiterrorismo rafforza la collaborazione con i colleghi di Brasilia. Ma Battisti fugge. Viene individuato in Bolivia. Una settimana fa, gli investigatori accelerano. E preparano il blitz, in accordo con le autorità locali. Battisti è stato fermato in strada, non era armato e non ha opposto resistenza. Ha parlato in portoghese per rispondere alla polizia e ha mostrato un documento brasiliano che confermava la sua identità.

Due uomini dell’Antiterrorismo e della Criminalpol sono sul posto. Ora bisognerà capire se Battisti farà tappa in Brasile oppure verrà portato subito in Italia. È un nodo che verrà sciolto nelle prossime ore. Dopo anni di latitanza, dice Salvini, “la pacchia è finita”. Il ministro ha pubblicamente ringraziato anche gli investigatori, a partire da Polizia e Intelligence.

 

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