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Cerro Maggiore: la patronale per ricordare don Vittorio Branca

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CERRO MAGGIORE – Cinquant’anni cinquanta, ma il ricordo è sempre più vivo che mai. Quando dici don Vittorio Branca, a Cerro Maggiore, a molti vengono gli occhi lucidi. Perché lui, come fu un’istituzione e un punto di riferimento per la comunità cerrese quando era in vita, continua a esserlo ora che è scomparso da mezzo secolo. A lui, che nacque nel 1905 a Busto Garolfo e morì nel 1969 a Cerro Maggiore, la città intitolò subito il Centro parrocchiale a voler simboleggiare la preziosità della sua missione educativa.

 

Parroco di Cerro dal 1950, don Vittorio fu una figura poliedrica, pittore, musicista, appassionato di storia locale. Di lui restano numerose composizioni musicali in forma di mottetti, messe e operette. E, nel “Ritratto di un parroco”, ebbe a dire: “Ho sempre lavorato, muoio senza il rimorso di aver peccato d’ozio, per aver atteso alle composizioni musicali mi sono dedicato di notte, così per le ricerche storiche ho egualmente impiegato le ore notturne”. Per questo la festa patronale cittadina avrà quest’anno una particolare atmosfera. Per cominciare, fino al 29 settembre la chiesa parrocchiale accoglierà una mostra dedicata alla sua figura. Domenica 15 settembre, alle 10, la Santa Messa è stata in suo suffragio. Così Cerro vuole affermare che il “suo” don Vittorio non ha abbandonato il suo cuore ma anzi continua a seguirlo con immutato amore e immutata dolcezza.

Cristiano Comelli

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