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Cerro Maggiore: esenzioni sulla TARI anche per le famiglie? La Giunta ci pensa

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CERRO MAGGIORE   – Esentare gli esercenti di attività commerciali dal pagare i costi di smaltimento e raccolta dei rifiuti che nel periodo di lockdown non hanno prodotto va bene. Ma perché non pensare a farlo anche per le famiglie che, durante la pandemia, hanno vissuto le pene dell’inferno sul piano economico oltreché sanitario? Alla proposta  formulata dallo storico consigliere Franco Alberti la giunta del sindaco Giuseppina Berra (foto sotto) lascia una porta spalancata.
Anche perché, chiarisce la maggioranza, sono in arrivo altri contributi per il comune e quindi questo può consentire di allargare la platea del supporto alle situazioni di necessità. Tutto è scaturito dalla disamina effettuata a proposito della Tari dall’assessore al bilancio Matteo Bocca. “Ci si è prospettata – ha esordito – la possibilità di calmierare i costi economici per alcuni operatori che esercitano nel comune di Cerro Maggiore per quanto riguarda lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti. Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ndr) ci ha dato linee guida al riguardo lo scorso mese di febbraio. Tutti i costi derivanti da smaltimento e raccolta dovrebbero essere coperti dalla tariffa, ma , considerando il periodo di emergenza vissuto, si può esentare una determinata fascia dal pagar il costo di raccolta, smaltimento e gestione del 25 per cento”. Questo per gli operatori con un codice Ateco designati come operatori del commercio. E il 25 per cento che verrà dunque a mancare, precisa Bocca, “sarà coperto con i soldi dell’ente”.
Tutto bene? Si, però Alberti alza la mano e sopraggiunge con la sua proposta che suona così: visto che la normativa permette di farlo, se si venisse anche in soccorso allo stesso modo di qualche nucleo familiare in difficoltà non sarebbe affatto male. E osservano anche dai banchi dell’opposizione, se poi anche altri fondi di sostegno dovessero varcare la porta del comune, il discorso diventerebbe ancora più facile. E vi è chi, come l’assessore Alessandro Provini, guardando in prospettiva, ha anche avanzato l’ipotesi di come si possa tradurre questo proposito in un’iniziativa concreta: “potremmo stabilire una sorta di buono per le famiglie – spiega – sulla scorta dei buoni pasto, visto che a quanto pare sono in arrivo altri fondi”.  Insomma, una mano protesa verso le esigenze del commercio e una, in prospettiva, anche verso quelle economiche di nuclei familiari che non se la passano proprio benissimo.
Cristiano Comelli

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