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Cerro Maggiore: Coronavirus e casa di riposo infiammano il Consiglio comunale

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CERRO MAGGIORE- La difformità di vedute era già esplosa, in modo informale, da diverso tempo. Nell’ultimo consiglio comunale di Cerro, lo scontro tra giunta e relativa maggioranza e opposizione ha avuto la sua deflagrazione più consistente. Lo spunto per parlarne è arrivato da una comunicazione fatta dal sindaco Giuseppina Berra (nella foto in evidenza) dai contenuti chiari: prima i ringraziamenti a tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito a una puntuale gestione di un’emergenza che ha lacerato anche Cerro Maggiore , dalle associazioni agli uffici comunali ai volontari con particolare riferimento al comandante della Polizia Locale Maurizio Proverbio “che ha ricoperto in modo ottimo ed esemplare il suo ruolo di comandante e , con sua moglie, è stato molto vicino in particolare a una persona con un familiare deceduto per Covid-19. E non è mancato il rilievo dell’aspetto collaborativo della consigliera dell’opposizione Roberta Ce’ “la sola che abbia avuto quell’atteggiamento di disponibilità e collaborazione che mi sarei attesa da tutta l’opposizione”. Poi una meticolosa ricostruzione di come l’emergenza Covid-19 si sia manifestata e sia cresciuta dal 23 febbraio “quando, mentre ero a pranzo con don Roberto (parroco di Cerro Maggiore, ndr) invitata dall’Acli, mi è stata data notizia del primo affiorare dell’emergenza”.
La disamina ha abbracciato una ricostruzione puntuale, dalla scelta di comunicare con parsimonia i dati ufficiali per via del fatto che, a quelli ufficiali diffusi dall’Ats, si sono poi affiancati quelli diffusi dai medici e concernenti anche pazienti non sottoposti a tampone.
Il discorso ha coinvolto anche la gestione dei casi presenti nelle case di riposo cittadine su cui si era scatenata una polemica da parte delle forze di opposizione. Queste ultime avevano accusato infatti la Giunta di non avere tenuto a sufficienza sotto controllo il fenomeno, accusa che Berra ha respinto al mittente: “abbiamo tenuto almeno due volte la settimana contatti con i vertici delle Rsa – ha replicato – per monitorare la situazione”. Concetti ribaditi dall’assessore Alessandro Provini che, alla riflessione, ha aggiunto due altri aspetti. Il primo: “abbiamo dovuto muoverci in piena situazione di emergenza e a fronte di continue evoluzioni normative tra Decreti del presidente della Repubblica, note della Prefettura, faq, autodichiarazioni che cambiavano continuamente anche per aspetti di poca rilevanza, la situazione non è stata facile e noi abbiamo dato sempre la massima disponibilità istituendo una rete di servizi e presenziando in comune giorno e notte”. La seconda: “non possiamo accettare lo sciacallaggio che è stato fatto da parte dell’opposizione che ci ha accusato addirittura di mancanza dei fondamentali etici morali umani, accusa che riteniamo folle”.  Tutto chiarito? Nemmeno per idea, a giudizio del capogruppo del Movimento 5 Stelle Edoardo Martello: “noi non ci siamo mai sognati di dire che sindaco e giunta non abbiano lavorato – ha detto – riteniamo però che ci siano state poche comunicazioni sui decessi; sulla situazione delle Rsa, visto che la situazione è cominciata in febbraio, la giunta ha fatto le prime comunicazioni in aprile; credo fosse il caso di informare di più la cittadinanza”. Posizioni agli antipodi che il dibattito non ha consentito di comporre. Dal canto suo, il primo cittadino cerrese ha auspicato che si ponga fine al discorso sulle cifre e si cominci a guardare alla fase due con tutte le sfide in essa contenute di ritorno alla normalità. E ha respinto l’idea di convocare un dibattito ad hoc sulla questione avanzata dai banchi dell’opposizione: “ritengo che non sia il caso, sul discorso coronavirus si è avuta l’occasione di questo consiglio comunale per richiedere i chiarimenti del caso e quindi la questione deve chiudersi qui”.
Cristiano Comelli   

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