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Dall'archivio:

Castano Primo: il business delle auto intestate a prestanome, usate per commettere reati

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

CASTANO PRIMO Nei scorsi giorni è arrivato il provvedimento di confisca emesso dalla Prefettura di Milano a carico di un veicolo sequestrato dagli agenti della Polizia locale di Castano Primo perché già radiato per intestazione fittizia. Gli agenti del Comando di Piazza Mazzini durante un servizio di controllo del territorio, effettuato nelle scorse settimane nella zona a nord di Castano individuavano sulla via Oleggio un autoveicolo che veniva abbandonato celermente a bordo strada da ignoti. Dall’approfondimento il mezzo risultava essere intestato ad un prestanome, così dopo gli accertamenti di rito gli operanti procedevano al sequestro del mezzo ai fini della confisca.

Arrivato ora il provvedimento della Prefettura con il quale l’auto viene acquisita dallo Stato attraverso il custode-acquirente, cioè uno di quei soggetti che ha stipulato una convenzione con il Ministero dell’Interno e con l’Agenzia del Demanio. Tali auto immatricolate a prestanomi (spesso società fittizie) con falsità nelle scritture   e rappresentanti “teste di legno” sono utilizzate per compiere atti criminali, tra cui truffe, furti, traffici illeciti, rapine, spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini delle forze di polizia portano spesso all’individuazione degli autori e degli utilizzatori, il tutto agevolato dal controllo a mezzo varchi di sicurezza dove vengono inserite le targhe dei mezzi cancellati d’ufficio dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

Tale fenomeno costituisce un patrimonio anche per le organizzazioni criminali con giri da decine a centinaia di mila euro, fatto di veri e propri canoni, acquisto di auto “pulite” o immatricolazione di mezzi già in possesso. Con tali escamotage, i conducenti che spesso sono dei malviventi con tali mezzi beneficiano dell’”anonimato”, in quanto se sottoposti a sommari controlli di polizia, i veicoli in questione ad un occhio poco attento possono sembrare “in regola”. Essi infatti presentano spesso assicurazione RCA, revisione regolare ed un intestatario, per così dire il minimo indispensabile per circolare su strada.

E’ qui che l’azione degli operatori di polizia diventa fondamentale al fine di reprimere tali attività delittuose, approfondendo il controllo ad esempio sull’intestatario, spesso questi risulta avere decine o centinaia di mezzi intestati, con passaggi di proprietà effettuati a 100 euro beneficiando delle agevolazioni per commercianti di auto, nonché discriminando le condizioni di fatto qualora si controlli un conducente che nulla ha a che fare con l’intestatario ed applicando cosi le sanzioni amministrative e penali previste dalla normativa vigente in materia di intestazione fittizia e reati connessi.

E’ prassi consolidata che questi malfattori in casi estremi abbandonino il mezzo o non si presentino in caso di contestazioni di violazioni con sanzioni al Codice della Strada in quanto qual’ora l’organo accertatore invii all’intestatario del mezzo i previsti verbali, quest’ultimo risulta irreperibile o comunque non pagherà alcuna sanzione.

Pertanto l’opera di controllo del controllo del territorio  è supportata dall’attuale tecnologia sempre più all’avanguardia che dopo aver identificato il mezzo in transito sotto le telecamere fisse o davanti a quelle mobili installate sui veicoli d’istituto invia un alert agli agenti che procederanno al fermo del mezzo ed alla verifica delle risultanze delle banche dati. (Comunicato ricevuto)

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