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Pas d’ennemis a gauche? Cassinetta, lo scontro Finiguerra-Valtellini (Frassoni) è una squisitezza (politica)

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CASSINETTA C’era una volta la prima giunta Finiguerra, anno 2002. Primo esperimento di giunta rossoverde ante litteram, sebbene in un paese da 1500 anime. Finiguerra il leader, Andrea Frassoni assesore alla Cultura. Uniti da un legame forte, anzi fortissimo. 
Nel 2021, quando Finiguerra decide di ricandisarsi a Cassinetta dopo due sconfitte consecutive alle Comunali di Abbiategrasso, tra i firmatari del primo documento pro Domenico c’è ancora lui, Andrea Frassoni, classe 1972, tifosissimo della Fiorentina (passione condivisa col sindaco di Magenta Luca Del Gobbo). Non è in lista, ma fa endorsement per rinverdire una stagione lontana 20 anni, ma forse molto di più.

Frassoni fu obiettivamente un ottimo assessore alla Cultura, che con fichi secchi o poco più organizzò rassegne ed eventi, le prime Notti Bianche degne di tal nome in riva al Naviglio.

Ma la spaccatura dell’agosto 2022, tra gli altri, ha l’effeto di spezzare (anche) l’idillio tra Finiguerra e Frassoni. Che si accoda e difende i ribelli Pisati, Gibelli e Rubin. Rispolverando, anche grazie alla prolifica verve dialettica, la sua vena critica su Facebook.

Ed eccolo ricomparire, il nome di Andrea Frassoni, che delle prime due amministrazioni Finiguerra è stato mente lucida, appassionata, determinante, connotante. Solo che questa volta la sua firma appare in calce al documento dei dissidenti, che hanno vergato quello che ci sembra il più duro attacco politico mai indirizzato nei confronti dell’esponente ambientalista più popolare dell’ultimo quarto di secolo nell’Abbiatense e non solo. Con due candidature alle Europee, due corse elettorali ad Abbiategrasso (una persa per il rotto della cuffia nel 2017 contro Cesare Nai), l’elezione in Città Metropolitana e la candidatura con Luigi De Magistris alle Politiche 2022, da capolista al Senato in Lombardia, Finiguerra è uno dei politici ambientalisti e di sinistra più visibili su piazza, anche nazionale, scrivevamo su TN il 16 agosto 2022.

Di certo Frassoni (che su Facebook diventa Fulcro Valtellini) sa scrivere. Come questo bellissimo pezzo in omaggio a Franco Geissa, comunista di strapaese.

I tuoi capelli a cespuglio avevano portato a Cassinetta di Lugagnano un po’ di Harlem e tanto coraggio: esprimere fieramente posizioni solitarie di dissenso ad un’egemonia culturale, fondata sulla moderazione monolitica conservatrice.
Era la politica bellezza. Quella dei secchi di colla, delle feste dell’Unità e dei tuoi sorrisi inclusivi.

Poi hai nutrito il tuo impegno civico sui banchi solitari dell’opposizione fortificando un lungo percorso partecipato, infarcito di relazioni, incontri ed empatie.
Creando pazientemente una comunità nella comunità sino a diventarne un vice Sindaco capace e lungimirante.

E adesso una nuova rottura, un nuovo scambio social. Tutto da leggere.. Buona lettura. C’eravamo tanto amati..

F.P.

Franco Geissa

ALSO SPRACH VALTELLINI

Domenico Finiguerra Fulcro Valtellini ? quello con cui hai condiviso amabili programmazioni della pseudo radio web piratesca, confezionando sarcastici Jingle ? O è quello a cui scrivevi nel Febbraio 2021?
Hai ritrovato pure il cellulare dello stesso Fulcro solo dopo 5 anni di silenzio? Nonostante nella sua famiglia, a te tanto cara, qualcosa fosse accaduto……
Nel merito della vicenda Parco del Ticino, ricordo della trattativa bipartisan orchestrate dalle segreterie di partito, nel pieno del berlusconismo: la famosa bicamerale del Tesin..
Ma mi ricordo altrettanto bene come ti presentasti a Cassinetta nel Dicembre del 2001, con suggestioni seduttive da movimentista puro; invocando la convocazione dei consigli comunali nei campi minacciati dalla Tangenziale. Musica per le mie orecchie. Arrivasti DIMISSIONATO dalla amministrazione Ceretti, e in totale rottura con il tuo partito. E poi ricordo piacevolmente i tuoi cortei tra i lacrimogeni della Val Susa o le conferenze al Leoncavallo.
Ecco io faccio ammenda, ma credimi, non posso immaginare che con quelle premesse e con quelle prerogative tu possa avere aderito a quell’accordo, peraltro con Sindaci che si sono adoperati per agevolare la realizzazione della tangenziale sulla nostra Cassinetta.
Anche se il tuo assordante silenzio nella locale campagna elettorale 2016 tra Michele Bona e Milena Bertani fu fertile di riflessioni…
E comunque se lo avessi saputo, come ben sai (tu e tutte le persone che hanno animato il nostro percorso più che decennale) non mi sarei sottratto a manifestarti autenticamente il mio dissenso. (quando viene espresso da altri è discredito della persona, se lo fai tu diventano valutazioni politiche). Ho sempre coltivato il diritto della critica schietta e trasparente. A mie spese.
L’ho fatto durante gli stati generali davanti al compianto Franco Geissa. In una pubblica e partecipata assemblea all’Annunciata nel 2016, sino ad arrivare ad una pubblica rottura del Dicembre 2021, per gli argomenti ampiamenti dibattuti.
Ma soprattutto l’ho fatto, (e qui ti ringrazio infinitamente nell’invitarmi a conoscere la storia politica del nostro territorio) nel prendere le distanze dalla tua scelta di avvallare la costruzione del capannone Trime ubicato in via della Industria.
Violando così lo storytelling della tanto decantata CRESCITA ZERO.
Che poi tanto zero (0) non lo è stata. Bisognava spiegarlo bene bene ai Giapponesi e sul palco di Beppe Grillo, che uno non è zero. Ma vabbè è acqua passata.
Ritornando ancora nel merito dei fantomatici benefici prodotti dagli equilibri di quell’accordo, ne abbiamo un evidente riscontro fattuale: la realizzazione della super strada Magenta – Malpensa.
Le legittime valutazioni politiche della ex Presidente del Parco Milena Bertani, in sintonia con partiti e coalizioni, che si sono adoperati inequivocabilmente per promuovere la realizzazione del progetto Anas, sono già state evidenziate nel mio post.
Convergenze peraltro che si sono riconfermate ieri sera, in totale sintonia con quel che resta della tua amministrazione.
La nuova maggioranza Finiguerra/ Bertani che vota l’estromissione di un giovane studente e lavoratore. Quanto è successo  è una pagina buia. Lontana anni luce dalla energia vissuta in quelle lontane assemblee nebbiose del 2001 tra giovani visionari o forse troppo ingenui.
BIS..
Durante la seduta del Consiglio Comunale del Comune di Cassinetta di Lugagnano, apprendiamo con stupore, direttamente dalla voce di Milena Bertani, di essere stata eletta a Presidente del Parco del Ticino grazie al voto di Domenico Finiguerra.
Vi invito a guardare la registrazione dove troverete riscontro.
Si tratta della stessa Presidente che venne contestata al centro parco “la Fagiana” dai comitati No Tangenziale.
Autorevole esponente della Giunta Formigoni, sostenuta dall’ex ministro Massimo Garavaglia durante le elezioni amministrative cassinettesi del 2017.
Candidata sindaco a capo di una lista composta da esponenti dei comitati Si Tangenziale.
Presidente dello stesso Parco smembrato dalla superstrada Magenta – Malpensa.
Questo è lo scenario.
Sotto i giochi della politica, che oscilla e si ricolloca, che ricalcola in loop, come un navigatore satellitare alla ricerca perenne di nuovi percorsi di consenso, rimangono le persone.
Gli agricoltori.
La comunità.
NO TANGENZIALE
LA REPLICA DI FINIGUERRA
Fulcro Valtellini, nella realtà Andrea Frassoni, al solo fine di gettare discredito sulla mia persona, si sveglia dopo oltre vent’anni e fa passare come scoop attuale quanto accaduto nel 2002 e riportato da tutti i giornali dell’epoca. Ripeto 2002, quando tutti i 47 sindaci dei Comuni del Parco del Ticino, di centrodestra, di centrosinistra e di liste civiche, chiamati ad eleggere il nuovo CDA del Parco, fecero un accordo politico per nominare Bertani Presidente in quota centrodestra e Maggioni Vicepresidente in quota centrosinistra. All’epoca dei fatti ricordo che Frassoni rivestiva la carica di assessore all’ambiente del Comune di Cassinetta e non mi pare abbia mai sollevato eccezioni sul punto.
Ma entrando nel merito, ricordo che, grazie agli equilibri raggiunti, il Parco del Ticino, a presidenza Bertani, l’anno successivo, con delibera n. 81 del 3 luglio 2003 (sicuramente anche grazie alla pressione dei comitati NoTangenziale e del Comune di Cassinetta di Lugagnano, che aveva appena presentato esposto all’Unesco) ha espresso parere negativo sul progetto Anas.
A tutti gli indignati delle ultime dodici ore chiedo dove stia lo scandalo, ma soprattutto dove stavano loro 20 anni fa, visto che sembrano non conoscere la storia politica del nostro territorio.
Faccio presente infine che anche oggi, sempre il Parco del Ticino, ha appena nuovamente espresso parere contrario contro il Progetto Anas, aggiungendo il suo NO a quello di Cassinetta, Albairate, Boffalora, Città Metropolitana di Milano (di cui sono consigliere metropolitano) e Parco Agricolo Sud Milano.

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