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++Cassinetta, Finiguerra sciopera contro il Green Pass.. e NON è vaccinato. Sui social è bagarre

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 
CASSINETTA DI LUGAGNANO – Non solo sciopero. Il caso Green Pass, a Cassinetta, tiene banco e fa discutere. Venerdì abbiamo riportato la notizia dell’adesione del neo sindaco Domenico Finiguerra allo sciopero del pubblico impiego contro l’obbligo di esibizione del Green Pass per poter accedere al posto di lavoro (quindi, vaccino o tampone valido 48 ore). 

Sui social la decisione e l’adesione di Finiguerra ha generato migliaia di interazioni e commenti.

Ma dopo la notizia dell’adesione allo sciopero arriva, sempre da Finiguerra, la notizia che il nuovo primo cittadino NON è vaccinato.

Lo comunica lui stesso, con un post condiviso pubblicamente sul gruppo Sei di Cassinetta Se, nel quale illustra le ragioni e parla apertamente della sua condizione sanitaria (peraltro, come scrive, dichiarata prima del voto durante un dibattito).

“Non pensavo di dover rendere pubblici i miei dati sanitari.
Ma visto che anche persone che dovrebbero conoscere le minime regole sul rispetto della privacy insistono con tono inquisitorio e visto che in questo nostro paese (Italia) ormai vale tutto e non vi sono più limiti alla decenza ed al rispetto della persona, ritengo a questo punto necessario rendere noto il mio stato di salute, così che anche la curiosità più morbosa possa essere soddisfatta.
Non sono vaccinato.
L’ho dovuto dichiarare anche rispondendo ad una domanda esplicita nel confronto pubblico tra candidati alla carica di sindaco di Cassinetta di Lugagnano.
Da 17 anni soffro di una malattia cronica autoimmune, che alterna fasi acute che comportano il ricovero a remissioni anche lunghe, che periodicamente mi obbliga a sorveglianza clinica e che nelle fasi di riacutizzazione, in cui il mio sistema immunitario “impazzisce” e aggredisce il mio stesso organismo, perdo fino a 10 kg di peso in pochi giorni, costringendomi ad assumere dosi massicce di cortisone.
La mia malattia che all’inizio della campagna vaccinale era annoverata tra quelle per le quali era sconsigliata l’inoculazione, successivamente è stata invece ricompresa tra quelle che non ne impedivano la somministrazione, senza però che vi fosse uno studio mirato sulla stessa patologia, mentre altre patologie “affini” alla mia sono tra quelle per le quali è prevista l’esenzione. Questa vaghezza mi ha indotto ad intensificare le mie ricerche, portandomi alla decisione di non vaccinarmi, utilizzando il principio di precauzione. Leggo pubblicazioni scientifiche, mi informo e documento e credo sia mio diritto avere l’ultima parola sulla mia salute. Perché non è tutto nero o bianco.
Ciò detto, e qui passo dal privato/personale al pubblico/politico, la mia esperienza mi ha messo concretamente e fisicamente nei panni di tutti coloro che per le loro convinzioni e motivazioni, che io non mi sento in diritto di sindacare o indagarne le ragioni, come invece fanno molti; mi ha portato a studiare, approfondire, cercare di capire, coltivare il dubbio della ragione; e purtroppo anche a leggere con stupore e sgomento dichiarazioni come queste: Burioni, “Propongo una colletta per pagare a chi non vuole vaccinarsi gli abbonamenti Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci”; Brunetta, “il green pass è uno strumento geniale per schiacciare gli opportunisti e a proposito dei tamponi, fatevi infilare dentro il naso fino al cervello i due cotton fioc lunghi…”; Sileri, “Pena e tenerezza: pochissimi idioti, non hanno le capacità per capire”. E potrei proseguire ancora…
Nel clima che si è venuto a creare si è perso poi il rispetto per la paura, un sentimento che ci rende umani e che guida spesso i nostri comportamenti. Lo ha guidato per molti che hanno deciso di vaccinarsi. E lo ha guidato anche per molti altri che hanno deciso di non farlo. Ma la paura che da una parte diventa eroica, dall’altra è invece denigrata, sbeffeggiata e messa sotto ricatto. Ed obbligata a pagare.
Tutto quanto sopra mi ha portato ad assumere una posizione chiara, questa… https://www.facebook.com/finiguerra.domenico/posts/3002073153400188
Una posizione scomoda ma onesta ed esplicita. Che sono certo mi stia alienando molte simpatie e mi stia facendo anche perdere amicizie decennali, non virtuali, ma reali.
Ma tant’è. Posto di fronte al bivio tra l’onestà intellettuale e la trasparenza da una parte ed il consenso di convenienza o il silenzio per il quieto vivere dall’altra, sceglierò sempre la prima strada. Anche se questa mi costa parecchio”.
Una scelta divisiva,  che ha generato (sempre sui social) polemiche a raffica, tra chi ha sostenuto la scelta e la persona di Finiguerra.
Ed allora ecco l’ex leader di Cambiamo Abbiategrasso che riprende la notizia (e il tema) e replica all’ex sindaco Bona, che non ha trovato il tempo di fare neanche un minimo di passaggio di consegne, neanche telefonico, ma che oggi fa capolino a Cassinetta per farmi la morale, consiglio di leggere bene il mio post. Non ho messo in discussione la campagna vaccinale e contrariamente a chi mi critica, rispetto tutte le posizioni.
Ho letto infine diversi insulti alla mia persona ed inviti ad andare a quel paese. Insulti per aver espresso un pensiero non gradito a molte persone, ma onesto e chiaro.
Mi spiace aver deluso qualcuna e qualcuno, ma chi mi conosce lo sa. Per me è pressoché impossibile voltarmi dalla parte opposta rispetto a quella indicata dalla mia coscienza e dalla mia passione politica, conclude Finiguerra nel post scritto sabato 16 ottobre.
Sul gruppo Sei di Cassinetta Se diverse le reazioni, tra cui quella del team manager della Segafredo (squadra professionistica di ciclismo) Luca Guercilena, che sta lottando da mesi contro un cancro reso anch’esso pubblico da egli stesso (e il cui figlio, Denis, era in lista con Francesco Pambieri alle elezioni comunali): Questo post è persino più inutile della presa di posizione tardiva post campagna elettorale. I drammi esistono per tutti, ognuno ha familiari e conoscenti che combattono battaglie giornaliere contro malattie, ma rispettano ugualmente le leggi e mettono la socialità davanti all’interesse personale. Se ora la sua malattia Le consente di vaccinarsi, si vaccini e basta, meglio per lei e per la Comunità di cui tutti facciamo parte. Rispondere ad un dramma esponendo un dramma è il modo più bieco di proporsi.
Tutti i miei pazienti oncologici si sono vaccinati , senza se e senza ma ..replica un’infermiera del Fornaroli residente a Cassinetta.
Il tema vaccino-Green Pass- accesso al posto di lavoro è obiettivamente divisivo. E questa polemica avrà sicuramente degli strascichi. Anche perché, per esercitare la sua funzione di primo cittadino della piccola Cassinetta, il neo primo cittadino Finiguerra per accedere agli uffici comunali dovrà essere vaccinato o dotato di tampone della durata di 48 ore.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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